(Ph © Jozef Sedmak| Dreamstime.com)

“In molte parti dell’Italia e del mondo l’impronta di Don Bosco, e delle congregazioni da lui promosse, è tuttora viva”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel giorno in cui ricorre il 130° anniversario della morte di Giovanni Bosco, sacerdote fondatore dei Salesiani e delle figlie di Maria Ausiliatrice, ma soprattutto “educatore che la società italiana ha avuto modo di apprezzare per l’attenzione ai giovani, per la passione, per l’impegno nell’aiutare tante persone in condizione di avvilente povertà ed emarginazione”.

“Le umili origini sono state, nella vita di Don Bosco, una radice dalla quale ha tratto permanente orientamento”, ha ricordato Mattarella. “La sua intelligenza, le sue doti di socialità, le sue grandi capacità organizzative, ispirate alla testimonianza evangelica, sono state dirette alla realizzazione di opere che hanno raggiunto un gran numero di ragazzi, di bimbi lavoratori, di giovanissimi, offrendo loro spazi preziosi di accoglienza, istruzione, formazione, di solidarietà, di crescita individuale e comunitaria. Seppe fare propria la questione sociale e costruire crescenti spazi di cittadinanza”.

“In molte parti dell’Italia e del mondo l’impronta di Don Bosco, e delle congregazioni da lui promosse, è tuttora viva”, ha osservato il presidente Mattarella. “Tanti italiani devono ai Salesiani un po’ della loro cultura, della loro formazione di cittadini”. “La continuità delle opere di Don Bosco rappresenta un contributo alla coesione e al progresso sociale, valori che”, ha concluso Mattarella, “arricchiscono un Paese, e aiutano l’intera comunità ad affrontare le sfide dei tempi”.


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