Si è chiusa pochi giorni fa la mostra al J. Paul Getty Museum dedicata alla scoperta dei giardini rinascimentali e della loro storia attraverso le immagini di manoscritti illuminati.
 
Sia che adornassero grandiose ville o il retro di umili abitazioni, i circa 1400-1600 giardini diffusi all’epoca erano coltivati con cura da persone di ogni rango sociale, in alcuni casi per farne sfoggio o per motivi di studio di rare varietà di piante, in altri per il sostentamento della famiglia. 
 Raffigurazione di un giardino di una corte rinascimentale

 Raffigurazione di un giardino di una corte rinascimentale

 
Gli autori dei manoscritti dipingevano i giardini in testi di diverso genere e le illustrazioni riflettevano lo spirito del Rinascimento nell’analisi approfondita della natura. Tuttavia, in una società dominata dalla Chiesa non potevano non integrare anche la tradizione artistica cristiana, dal paradiso terrestre agli spazi verdi recintati associati con la Vergine e Cristo.
 
La mostra includeva 20 manoscritti illuminati, un dipinto, un disegno e una fotografia dalla collezione permanente del Getty Museum, oltre a opere in prestito dal Getty Research Institute e dai collezionisti privati James E. ed Elizabeth J. Ferrell.
 
Durante il Rinascimento, nel momento di massima diffusione dei giardini, queste immagini popolavano le pagine di manoscritti e libri stampati, dai romanzi popolari e i trattati filosofici ai testi medici e religiosi. Erano lo sfondo letterario dove gli innamorati si incontravano, dove i cortigiani sfuggivano la vita di città, e dove gli studiosi andavano alla ricerca del paradiso terrestre. Nonostante i giardini fossero presenti nell’arte anche durante il Medioevo, caratteristico del Rinascimento era il naturalismo della rappresentazione e la documentazione di nuove e rare specie vegetali. 
 
Come immaginare una villa in Italia o in Francia priva di giardini? Nel Rinascimento questi erano parte integrante dell’armonia architettonica delle residenze cortigiane, disposti lungo un asse centrale con erbe e fiori a formare disegni geometrici. La combinazione di sculture, fontane e arte topiaria non solo rappresentava il controllo dell’uomo sulla natura, ma anche l’ideale rinascimentale secondo cui l’arte è ispirata dalla natura e, a sua volta, quest’ultima è modellata dall’arte.
 
Anche la tradizione cristiana è sempre stata profondamente legata all’iconografia dei giardini, dal peccato originale nell’Eden alla resurrezione di Cristo nel giardino di Gerusalemme. 
 
Nel Rinascimento teologi e studiosi cercavano di identificare il luogo dell’Eden, i pellegrini si arrischiavano in viaggi pericolosi per visitare i giardini menzionati nei Vangeli, e molti cristiani vedevano nelle serene immagini della Vergine raffigurata in mezzo alla natura un’ispirazione alla preghiera. Gli artisti spesso raffiguravano l’Eden come un frutteto lussureggiante circondato da alte mura, mentre i giardini associati alla Vergine e a Cristo erano solitamente spazi ristretti e recintati da un semplice steccato di legno. 
 
La mostra al Getty Museum, dal 28 maggio all’11 agosto, ha offerto uno scorcio di questi idilliaci spazi verdi. Ma i giardini sono caratterizzati dalla caducità, seguono i cicli della natura, e purtroppo la maggior parte delle coltivazioni di epoca Rinascimentale sono ormai cambiate o andate perdute nel tempo. 

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