Santuario del Sacro Monte di Ghiffa, sul Lago Maggiore

 Santuario del Sacro Monte di Ghiffa, sul Lago Maggiore

Posto lungo le pendici boscose del monte Cargiago, è rinomato per il Sacro Monte di Ghiffa, che si trova in una splendida posizione panoramica con una stupenda vista sul Lago Maggiore. Nel 2003 questo straordinario complesso monumentale è stato inserito dall’Unesco nella Lista del Patrimonio Mondiale insieme ad altri sei Sacri Monti piemontesi. Il santuario fu costruito tra il 1605 e il 1617. Negli anni tra il 1646 e il 1659 il progetto fu completato con la costruzione del campanile e delle cappelle che dovevano comporre il Sacro Monte.

Il territorio, dalla riva alla montagna, è costituito da una lunga sfilata di ville e da undici frazioni disposte sulla fascia collinare dove rimane qualche dimora rurale a ricordare i tempi della canapa e del lino che vi crescevano in abbondanza insieme alle castagne e alla vite. In località La Punta sorgeva il cappellificio Panizza, oggi sede museale, esempio di produzione industriale di alta qualità che creò generazioni di maestri cappellai e divenne famoso nel mondo. L’attività ebbe inizio nel 1881 e terminò nel 1981 ma la fabbrica è una dei principali testimoni dell’arte di lavorare il feltro.

La feltrazione è un procedimento che consiste nell’ottenere un manufatto compatto non attraverso la tessitura di filati, ma utilizzando il pelo di alcuni animali che, mosso in presenza di umidità e di calore, ha la particolare proprietà di concatenarsi formando il feltro che è un “tessuto non tessuto”. Il cappellificio fu il primo in Italia che si industrializzerà nel 1862 introducendo l’arsone meccanico, abbandonando così il complesso lavoro manuale fin allora in uso per la preparazione del cono di feltro. Iniziò così anche l’era industriale del cappello. 

Isola del Giglio, comune sparso di 1.439 abitanti della provincia di Grosseto in Toscana. 

  La Costa Concordia arenata davanti a Giglio Porto

  La Costa Concordia arenata davanti a Giglio Porto

 
Prende il nome dall’omonima isola dell’Arcipelago Toscano e comprende l’Isola di Giannutri, situata alcuni chilometri a Sud-Est. I collegamenti con la terraferma sono garantiti da traghetti con imbarco a Porto Santo Stefano, in provincia di Grosseto. L’isola fu abitata fin dall’Età del ferro. Poi fu probabilmente una base militare etrusca e, anche sotto la dominazione romana, fu base di una discreta importanza nel Mar Tirreno citata, per esempio, da Giulio Cesare nel De bello Gallico e dal poeta Claudio Rutilio Namaziano. A margine dell’abitato di Giglio Porto, leggermente al di sotto del livello del mare, si trovano i resti della villa romana dei Domizi Enobarbi: si tratta di una vasta area che comprende una vasca a mare per la piscicultura, mura perimetrali e criptoportici, resti di opus sectile, mosaico, affreschi, terrazza stellata di pertinenza, strutture lungo mare con serie di arcate e una lunga terrazza pensile; l’intera area è denominata I Castellari.
 
Nelle epoche successive fu governata da varie famiglie nobili dell’Italia centrale e dal 1264 dal governo pisano, che dovette poi cederla ai Medici. Nel Medioevo passò sotto il dominio della famiglia Aldobrandeschi, successivamente al comune di Perugia. Entrò nelle proprietà di Pisa dal 1264 al 1406 e successivamente passò a Firenze. Nel 1544 il pirata detto il Barbarossa saccheggiò l’isola, uccise chiunque si opponeva e deportò, come schiavi, oltre 700 gigliesi. In seguito a questa sanguinosa incursione, la famiglia dei Medici ripopolò l’isola con gente proveniente dalle terre senesi. Gli attacchi saraceni poi continuarono fino al 1799.
 
L’Isola è oggi tristemente famosa per il naufragio della nave da crociera Costa Concordia del gennaio 2012 che ha provocato la morte di 30 dei 4.229 passeggeri imbarcati. Si sta ancora lavorando alla rimozione del relitto.
 
Larino è un comune di 7.068 abitanti della provincia di Campobasso, in Molise.

  Scorcio della Cattedrale di Larino

  Scorcio della Cattedrale di Larino

 
Era una città del popolo italico dei Frentani, fondata in età preromana. Il primo nome fu Ladinod, impresso sulle monete locali; in seguito fu trasformato nel latino Larinum, ossia luogo dove i Frentani ebbero i Lari. Di Larino parlò Cicerone in una delle sue arringhe più complesse: La Pro Cluentio, un cittadino accusato da sua madre nel 66 a.C. di aver avvelenato il suo patrigno. La ricchezza dell’agro alimentare ha avuto nel periodo romano riflessi significativi come testmoniato dai preziosi mosaici e dagli edifici romani.
 
La parte più cospicua dell’abitato è da collocare tra Torre Sant’Anna e la zona dell’anfiteatro, la città antica continua verso Torre De Gennaro, eretta nel 1600 sui resti di una costruzione circolare romana di cui si può notare qualche resto insieme a materiale archeologico, epigrafico, scultoreo ed architettonico. Altri edifici di pregio sono stati rinvenuti a Piano San Leonardo: da qui provengono due dei mosaici più belli rinvenuti a Larino ed oggi visibili nel palazzo ducale. Larino, nel terremoto del Molise avvenuto tra il 31 ottobre ed il 2 novembre del 2002, è stato uno dei centri più colpiti. Alcuni dei monumenti più importanti sono stati danneggiati provocando disagi alla popolazione frentana.
 
Tra questi il Palazzo Ducale, che è tornato sede del Comune nel gennaio del 2009 dopo i lavori parziali di restauro, le chiese di S. Francesco, S. Stefano e S. Maria, che sono tuttora in fase di ricostruzione, il liceo “F. D’ovidio” e la scuola elementare “Novelli”, per le quali sono previste opere di demolizione e che sono momentaneamente ospitate rispettivamente nella vecchia sede dell’ospedale civile Vietri e in prefabbricati siti vicino all’altro istituto “E. Rosano”. Gran parte delle abitazioni del Centro Storico è tuttora in via di ricostruzione, mentre molti edifici sono ancora puntellati e in attesa di restauro.
 
 
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