I fotoromanzi hanno una matrice italiana. C’è chi ne fa risalire la paternità a Cesare Zavattini, uno dei massimi esponenti del Neorealismo cinematografico, e a Damiano Damiani, regista de “La noia”, “Il giorno della civetta”, “La piovra”.
 
Gli anni Sessanta videro l’affermarsi della Lancio, nata inizialmente come società di pubblicità nel 1936 per opera di Arturo Mercurio e trasformatasi in casa editrice di fotoromanzi nel 1960. La Lancio portò al successo numerosi personaggi: Franco Gasparri, Michela Roc, Franco Dani, Adriana Rame, Katiuscia, Kirk Morris, Pierre Clement, Paola Pitti, Jean Mary Carletto, Alex Damiani, Claudia Rivelli (sorella di Ornella Muti).
 
Nel 1976 la tiratura delle case editrici di fotoromanzi raggiungeva in Italia la quota di oltre otto milioni e seicentomila copie al mese, di cui cinque milioni vendute dalla sola Lancio. 
Inevitabilmente, il cinema iniziò a corteggiare i protagonisti dei fotoromanzi e grazie all’enorme popolarità raggiunta, Franco Gasparri venne scelto per interpretare Mark.
Dopo le prime apparizioni in alcune pellicole peplum (film a carattere mitologico): Goliath contro i giganti (1961) e La furia di Ercole (1962), con la saga di “Mark il poliziotto” il cinema gli spalancò le porte. 
 
Tutti e tre i film di “Mark”, diretti da Stelvio Massi, ebbero incassi eccezionali al botteghino e si inserirono al vertice del filone “poliziottesco”.
“Mark il poliziotto”, “Mark il poliziotto spara per primo” e “Mark colpisce ancora”, tra il 1975 e il 1976, attirarono nei cinema milioni di italiani, ampliando la popolarità di Franco Gasparri, che riuscì a crearsi un suo pubblico cinematografico. 
 
Il cinema di “genere” italiano, rivalutato da Quentin Tarantino, era appannaggio di registi quali Enzo G. Castellari, Umberto Lenzi, Lucio Fulci, Lamberto Bava, grazie al personaggio interpretato dal divo dei fotoromanzi, anche Massi entrò in questa ristretta cerchia.
 
In “Mark il poliziotto” Gasparri interpreta il ruolo del commissario Terzi, impegnato a sconfiggere i malavitosi. Mark non dosa umorismo e azione come il tenente Callaghan e non cerca neppure di fargli il verso, ma non mancano citazioni e analogie, per esempio la scena dell’uccisione dei due poliziotti in auto, oltre all’inseparabile pistola fuori ordinanza. L’attore si cala bene nel ruolo, con naturalezza e spontaneità, anche se il personaggio, sarà meglio caratterizzato nel film successivo.
 
Girato e ambientato a Milano, la trama del film si sviluppa sui sospetti di Mark verso un rispettabile imprenditore milanese, che in realtà è il capo di un’organizzazione di trafficanti d’eroina. Nel cast nomi eccellenti: Lee J. Cobb, Giorgio Albertazzi, Giampiero Albertini. Il ruolo del killer è affidato al pugile campione europeo dei pesi medi e superwelter Juan Carlos Duran, ritiratosi a Ferrara, dopo avere chiuso con il ring.
 
Nello stesso anno uscì il sequel “Mark il poliziotto spara per primo”, che risultò migliore del primo episodio. Il commissario Terzi è trasferito a Genova per occuparsi di una serie di omicidi, provocati da un killer che si firma “la sfinge”. 
 
Il “trait d’union” con il primo film è il personaggio interpretato da Lee J. Cobb, divenuto rispettabile e potente. Nel cast Massimo Girotti sostituisce Albertazzi, nel ruolo del capo di Mark, mentre Nino Benvenuti subentra a Duran, nella parte del violento.
 
Le scene d’azione sono ben realizzate, senza troppe concessioni al sensazionalismo, girate nei vicoli di Genova e Savona, dove Mark insegue, pistola alla mano, un delinquente fino all’interno del cinema Astor, dov’è in programmazione proprio un poliziottesco “La polizia ha le mani legate”, uscito nelle sale in quel periodo.
 
La sceneggiatura, ben articolata, agevola il lavoro di Franco Gasparri, sempre più a suo agio con il mezzo cinematografico, che si appropria del personaggio e lo rende credibile, facendo intravedere potenzialità interpretative ancora maggiori. La regia di Massi acquista spessore, notevoli alcuni cambi di fuoco, che valorizzano la fotogenia e l’espressività del protagonista.
 
“Mark colpisce ancora” è il terzo episodio, ma in realtà è un capitolo a parte della serie, in quanto il protagonista non è il commissario Terzi, ma un agente di polizia il cui cognome è Patti. Il personaggio è caratterizzato in modo diverso, con capelli ricci e qualche concessione in più verso il mondo femminile. Il film avrebbe dovuto avere un altro titolo, ma per evidenti motivi di cassetta fu legato alla saga di “Mark”. La storia racconta di terroristi e attentati, ma il ruolo di Gasparri non si discosta dalle pellicole precedenti. Nel cast John Saxon e John Stainer. 
 
Dopo 40 anni, rivedere Franco Gasparri riporta nell’Italia degli anni ’70, un’epoca non meno violenta di oggi ma certamente più idealista e romantica.
La figlia Stella ha realizzato il documentario “Un volto tra la folla”, serie di appunti e contributi sul padre, visto come attore e come uomo, essenziale per ricordarlo e farlo conoscere alle nuove generazioni. I film della trilogia di “Mark” sono disponibili in dvd e sono trasmessi dal canale italiano Iris.
 

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