Il tempo cambia i luoghi e crea situazioni differenti soprattutto laddove l’uomo è intervenuto maggiormente. Dove invece  regna la natura, l’ambiente tende a conservarsi per una sua strana legge interna di sopravvivenza. I luoghi, che hanno subito la presenza dell’uomo, invece, sono destinati a vivere un periodo di degrado e abbandono se non curati.
 
Ci sono però delle volte in cui  tornano a nuova vita. Questo implica impegno e spesso investimenti ingenti, ma i risultati finali sono nuove realtà di grande interesse per l’ambiente urbano o sociale in cui si trovano.  La conservazione delle strutture architettoniche storiche, che sono un ricco patrimonio e testimonianza del passato, è dovere della collettività. Ultimamente il recupero architettonico, soprattutto a Milano, si è focalizzato su  strutture ex industriali cadute in abbandono. Sono stati creati dei centri culturali da aree che erano destinate a scomparire. Il binomio “archeologia industriale” ed arte, sembra essere una accoppiata vincente nella creazione di queste location di grande fascino.  
 
Di esempi a Milano ultimamente ce ne sono numerosi. Uno dei più eclatanti  è la Fondazione Prada con il recupero di una struttura industriale famosa all’inizio del Novecento: l’ex distilleria Società degli Spiriti. 
Altro esempio di rilievo è il nuovo Hangar Bicocca, diventato punto importante per le esposizioni di arte contemporanea. Scopriamo un terzo luogo di grande fascino: l’ex Fonderia napoleonica nel quartiere Isola. 
 
Isola è un quartiere di Milano diventato, dopo un attento recupero, un luogo importante della movida milanese. Il suo nome deriva dal fatto che fosse, in passato isolato dal resto del contesto urbano e non sempre comodo da raggiungere. Oggi oltre ad essere gettonato dalla Milano di tendenza, si è arricchito di locali che circondano il vecchio e storico Blue note, tempio del Jazz milanese. Arrivarci? Comodissimo grazie alla nuova fermata della linea lilla dall’omonimo nome.
 
Ritorniamo alla Fonderia. Questo gioiello di recupero di architettura industriale è stato opera di restauro da parte di un privato e quindi è ancora maggiormente ammirevole lo sforzo e l’impegno nel voler riportare allo splendore un cimelio del passato.
 
La Fonderia Napoleonica Eugenia creava campane ed era molto rinomata e conosciuta. La creazione di campane ha delle regole e dei procedimenti precisi, che richiedono una cura particolare e una conoscenza artigianale  approfondita. Un solo errore e tutto il prodotto finale è inutilizzabile e da rifare. Una campana è un vero e proprio strumento musicale con delle peculiarità che creano un suono rispetto ad un altro. Avete mai fatto caso come le campane del nord Europa abbiano un suono differente rispetto a quelle del bacino mediterraneo? Questo è dovuto ad un motivo culturale ed economico. Meno tonalità sono da realizzare e più basso è il costo della campana. Notoriamente la zona del Mediterraneo, soprattutto nel passato, era più povera rispetto al nord Europa. Inoltre le campane sono ed erano uno strumento importante nella vita sociale. Soprattutto in passato quando, oltre a marcare la quotidianità, erano un richiamo o un avviso per la popolazione in determinate occasioni. 
 
La famiglia Barigozzi, proprietaria della struttura dal 1868, per generazioni ha portato avanti il giro di affari realizzando le campane in modo da rispettare la tradizione ambrosiana. Non solo producendo campane per tutta la Lombardia, per il Piemonte, per il Canton Ticino ma addirittura per il sud America. La fonderia, nel pieno della sua attività produsse anche opere d’arte. La dimostrazione è proprio in giro per Milano: una delle più famose? La statua equestre per il monumento a Vittorio Emanuele II in Piazza del Duomo a Milano! 
 
Purtroppo l’attività della Fonderia cessò nel 1975, ma gli eredi hanno restaurato tutta la struttura ed oggi il quartiere Isola vanta questo gioiello. La struttura ospita uffici, ma soprattutto un museo dove ancora si respira il passato. Un’ala è adibita ad eventi. Il fascino? Estremo! Una delle ultime manifestazioni ospitate è stato il green market ,occasione espositiva per gli artigiani. Il connubio è risultato molto azzeccato. Pensate a questo luogo che fu dedicato alla produzione e che fu anche officina di opere d’arte: ben si associa alle  esposizioni dei nostri artigiani che spesso presentano prodotti non solo di grande qualità ma anche con aspetti decisamente artistici. La Fonderia non solo è testimonianza di un passato da non dimenticare ma è anche un luogo decisamente di interesse, da visitare e da frequentare perché l’atmosfera è sicuramente unica.
 

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