Non si può negare che da sempre esista un binomio abbastanza stretto tra arte e moda. La moda può diventare arte a determinati livelli. Cosa succede se diventa depositaria di altre espressioni artistiche quali scultura e pittura? Il risultato è ciò che potremo trovare alla magnifica fondazione Prada.
 
Siamo a Milano in zona Ripamonti, un’area in continuo sviluppo e recupero, su cui è stato studiato un ambizioso progetto chiamato Symbiosis. L’area verrà riqualificata con nuove strutture sia abitative che affaristiche, rendendolo un quartiere innovativo. La moda stessa crede in questo progetto!
 
Il noto marchio italiano Prada ha deciso di recuperare un’ex area industriale in questo quartiere, una distilleria in zona Ripamonti, e renderla un esempio di eccellenza. La struttura architettonica ha avuto un  restauro notevole, riportando agli antichi splendori questo edificio e trasformandolo in un polo di innegabile fascino per il visitatore. In tutti gli ambienti sarete avvolti dalla luce delle grosse finestre tipiche della strutture industriali di inizio secolo.
 
Al fianco dell’ampia area che alterna ambienti interni con ambienti esterni dalle pareti grigio perla, la Fondazione sta costruendo un palazzo avanguardistico. Entrando, la sensazione che si prova è di essere in un luogo speciale e lo è veramente! La nota maison di moda ha raccolto opere di artisti moderni e contemporanei in esposizioni temporanee e permanenti: l’obiettivo, anche  in futuro, sarà di poter ospitare nel nuovo palazzo in costruzione, una mostra permanente, ricca di opere.
Il desiderio è che Fondazione Prada diventi un polo importante per l’arte contemporanea di Milano.
 
Il bar è esso stesso una piccola opera d’arte: è stato progettato dal regista Wes Anderson rifacendosi ai locali degli anni ‘50 ed entrandoci si fa un vero tuffo nel passato. La sensazione che avrete sarà quella di tornare indietro nel tempo e nello spazio e di vedere luoghi o familiari o nuovi in base alla vostra età. 
Flipper, joke box e il design decisamente d’epoca rende questo angolo di mondo suggestivo e unico. Sovraffollato negli orari di punta, può invece essere una divertente alternativa per una merenda o un ghiacciolo!
 
L’arte alla Fondazione è di casa tra mostre permanenti e mostre temporanee. La scelta di ciò che è esposto non è casuale, ma vuole costruire un racconto artistico che va dall’antichità ai giorni nostri. L’esempio più palese è l’installazione intitolata “Before the beginning and after the end”.
 
Vi troverete di fronte a tavoli industriali su cui sono stesi sei rotoli: su ognuno di essi sono stati disegnati a biro tracce e schizzi a rappresentare le varie fasi dell’evoluzione della razza umana. Sugli stessi tavoli sono esposti oggetti ed opere d’arte che fanno parte della collettività. Alla fine, sull’ultimo tavolo, dei robot continuano a disegnare, perchè la vita è in divenire e l’umanità pure per cui il processo è inarrestabile. Questa suggestione è una magnifica metafora della vita, dell’umanità, del divenire. 
 
 “Processo Grottesco”  è invece un’installazione permanente, risultato di una attenta documentazione da parte dell’artista. Il tema della grotta è decisamente ricorrente nella storia dell’arte e a questo si ispira l’installazione costruita con 80 quintali di cartone che riproducono una grotta in scala con tanto di stalagmiti e stalattiti. Di grande effetto questa installazione è uno dei gioielli della Fondazione. Sorprendente  è pensare che questa installazione è stata creata dall’artista per realizzare uno scatto capace di  dimostrare come la realtà possa essere riprodotta con tecniche altermative. Le opere di Robert Gober e la sua interpretazione metaforica e critica della vita, di fianco a quelle dell’artista Louise Bourgeois, dal tratto vagamente romatico e malinconico, rendono unico uno degli edifici della distilleria rinominato “casa degli spiriti”. Le opere dei due artisti sembrano entrare in relazione creando un legame emozionale anche con lo spettatore. 
 
Quello che affascina maggiormente di questo luogo non solo è la cura con cui è stato recuperato, e non sono solo le opere che pure sono una panoramica di rilievo sull’arte e l’estetica contemporanea. Ci sono anche un’organizzazione efficiente e il fatto che ci si trovi in un luogo magico, dove sembra di essere fuori dal tempo e dallo spazio, sospesi tra la bellezza dell’arte e delle strutture architettoniche in parte recuperate e in parte in divenire. 
 
Nelle giornate di sole anche solo sedersi nell’area all’aperto della Fondazione dà la sensazione di essere in un luogo magico, la stessa sensazione che solo luoghi simili possono dare; quei luoghi dove l’arte è sovrana e dove non conta più l’età, la razza, o le effimere classificazioni sociali ma dove si è tutti riuniti insieme con la possibilità di godere dell’impalpabile essenza dell’arte e la sensazione privilegiata di farne parte, anche solo per un attimo.
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