La storia si legge, si studia ma prima ancora si scrive. Penna, inchiostro e nella situazione specifica, racchetta alla mano lontano da casa.
Capita così di raccontare il successo ottenuto nel doppio degli Australian Open di Simone Bolelli e Fabio Fognini, riusciti nell’impresa di sollevare il trofeo della coppia più forte in uno slam a ben 56 anni dalla vittoria del duo Pietrangeli-Sirola al Roland-Garros. Una prima volta assoluta nella terra dei canguri, un momento storico per tutto il tennis italiano oramai da troppo tempo lontano dalle copertine e da quel tam tam mediatico che tanto bene può fare ad un movimento che pare essersi destato dopo anni di torpore.
Il bolognese e il ligure hanno superato alla grande l’ultimo ostacolo australiano battendo 6-4, 6-4 i francesi Nicolas Mahut e Pierre-Hugues Herbert in un match senza storia per i rivali in appena un’ora e 22 minuti. Gli azzurri, decisi a completare l’opera dopo due settimane perfette, hanno strappato il break decisivo nei due set al momento giusto facendo tornare alla mente colui che per ultimo ha portato il tricolore sul gradino più alto di uno slam: Adriano Panatta nel giugno del 1976 al Roland Garros.
“Sono state due bellissime settimane e ad essere sinceri non avremmo mai pensato di poter vincere il torneo – ha ammesso Bolelli – ma siamo stati freddi in campo, sotto di un break abbiamo salvato un game importantissimo dal 15-40. Siamo riusciti a gestire bene i momenti importanti e ad imporre la nostra personalità”.
Al settimo cielo anche Fognini: “Che effetto fanno i nostri nomi sulla Coppa? Ancora non ce ne stiamo rendendo conto, siamo troppo felici. Abbiamo vissuto questa finale come si vivono le finali: è un momento speciale che non ci era mai capitato”.
Gioia infinita amplificata dalle splendide parole spese in Italia dal presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Era dal 1959 che non trionfavamo nel doppio – ha dichiarato il numero uno dello sport italiano – ora ci sono importanti aspettative anche nel tennis in chiave Rio 2016″. E non va certo dimenticata la vittoria di Seppi su Federer, che se non ha scritto la storia del tennis è comunque un risultato molto importante: l’altoatesino è volato a sorpresa agli ottavi di finale del primo slam stagionale battendo lo svizzero numero 2 del mondo.
Il trionfo finale nella Rod Laver Arena, gremita nei suoi 15 mila posti, è arrivato in una giornata di insolita estate australiana. Dopo giorni di caldo asfissiante, a Melbourne è arrivata la pioggia che ha costretto gli organizzatori a chiudere il tetto dell’immaginifico impianto. In Australia i due azzurri avevano vinto il doppio a Umago nel 2011 (e a Buenos Aires nel 2013) ma nei tornei Slam non erano mai andati oltre le semifinali (nel 2011 agli Us Open e nel 2013 a Melbourne).
Forti di questo trionfo, Fognini e Bolelli guardano già al Masters di fine anno: “Era già un nostro obiettivo nel 2013 dopo la semifinale raggiunta qui: poi io mi sono fatto male. Anche lo scorso anno abbiamo potuto giocare poco insieme – ha spiegato Bolelli, rientrato alla grande nel 2014 dopo un’operazione al polso – ma ora è il momento di festeggiare, domani vi racconteremo…”.