Festa della Sensa (Ph Luca Ferrari)

Il cielo passeggia. Le nuvole vorrebbero fermarsi. Gradualmente il sole esplode in tutta la sua più maestosa e “vangoghiana” potenza. Dal vicino orizzonte marino irrompe una colorata flotta di pupparini, sandoli, gondole, mascarete, caorline e altre imbarcazioni.    Lì nel mezzo, come una vera star, lei. La bissona Serenissima. Pronta per far rinnovare i voti nuziali tra Venezia e il mare. È la festa della Sensa, termine dialettale che significa Ascensione (di Cristo).   La festività della Sensa è nata per commemorare due importanti eventi nella storia dell’antica Repubblica Marinara, entrambi testimoni della potenza di Venezia.   

Il 9 maggio dell’anno 1000 il doge Pietro II Orseolo guidò una flotta per liberare le popolazioni dalmate dagli Slavi. Nel 1177 invece, sotto il doge Sebastiano Ziani, la città lagunare fu teatro della firma del trattato di pace che pose fine alla secolare diatriba tra Papato e Impero, con protagonisti Papa Alessandro III e l’imperatore del Sacro Romano Impero, Federico Barbarossa.    Per tramandare questo storico incontro, a bordo del Bucintoro, il doge si congiungeva con il vescovo all’altezza di San Pietro di Castello, quindi nuovamente in marcia (marina) fino alle bocche di porto dove veniva lanciato un anello d’oro nelle acque con le parole pronunziate a sottolineare il dominio della Serenissima sul Mare Adriatico, “Desponsamus te, mare. In signum veri perpetuique dominii – Ti sposiamo, mare. In segno di vero e perpetuo dominio”.    Oggi non c’è il doge, ma il sindaco, e grazie all’impegno del Comitato Festa della Sensa, a partire dal 1965, Venezia è tornata a celebrare l’antica “Sensa”. 

Nell’edizione 2014, oltre a più eventi collaterali (body paiting, street art, reading letterari), all’Arsenale si è svolto uno speciale gemellaggio tra Venezia e le terre francesi d’Aquitania, con la collaborazione delle quali ha preso nuovo impulso la ricostruzione del Bucintoro, la galea di stato dei dogi di Venezia.  Venne utilizzato nelle cerimonie pubbliche già dal doge Pietro Tradonico nel lontano 836, epoca alla quale si possono, quindi, far risalire le più antiche attestazioni in assoluto.   Sono le 9.30 circa di domenica 1 giugno a Venezia, giorno della Sensa, quando in bacino San Marco irrompono le imbarcazioni delle società remiere di voga alla veneta. 

Insieme a loro, la Serenissima con a bordo le autorità, sindaco di Venezia Giorgio Orsoni incluso. Il corteo si muove lentamente. Non passano inosservate una disdotona (a 18 remi) e qualche kayak. Tra le varie imbarcazioni c’è anche il sandolo a due remi,   una delle più famose e più diffuse imbarcazioni della Laguna veneta usata sin da tempi antichissimi anche nelle attività di pesca,  con l’inedita coppia calabro-varesina formata da Antonella Salvatore (provina) e Laura Ri-ganti (poppiera), entrambe residenti a Venezia.    “Tutto è iniziato per puro caso” racconta Laura, trasferitasi in laguna per amore e dove tutt’ora vive con la sua famiglia. “Una mia cara amica mi aveva parlato della voga in toni entusiasmanti. Poi un giorno decisi di fare il mio primo allenamento. È stato amore a prima vista. Nonostante le mie origini non lagunari, ho imparato a vivere i riti della città e della sua storia come se mi fossero sempre appartenuti. La Sensa è uno di questi”.   Lungo l’ampia Riva veneziana degli Schiavoni si osserva e ap-plaude. La comitiva dei remi passa di fronte ai Giardini, sede della Biennale, e avanti così fino all’ultimo avamposto dell’isola, a Sant’Elena. Al momento della virata, per poi puntare verso il Lido, i cadetti dell’adiacente Scuola Navale Militare Francesco Morosini salutano solenni l’intero corteo della Sensa e la risposta è una pronta alzata di remo di tutti i presenti.   

La flotta si apre. La Serenissima si posiziona dirimpetto la chiesa di San Nicolò (al Lido).  Prima la benedizione del patriarca di Venezia Francesco Moraglia, poi una ghirlanda lanciata in acqua in memoria dei caduti in mare, quindi il rito dello sposalizio del mare.    La riva lidense è un tripudio di curiosi e appassionati. A terra il coro intona. Si celebra la messa e gli aquiloni aggiungono festa e calore. Ultimo atto, le tre regate pomeridiane della Sensa.  Venezia celebra il suo vincolo eterno con il mare. Venezia è il mare. 

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