L’amore del cuore, l’amore per la propria città. Una Rosa per Venezia. Mille veneziani si sono dati appuntamento in Piazza San Marco venerdì 25 aprile, giorno della Festa di San Marco, per formare un “bocolo” gigantesco. Quello stesso bocciolo di rosa che nel giorno del patrono di Venezia viene tradizionalmente donato da ogni uomo alla propria amata. Benvenuti nella dimensione di Una Rosa per Venezia, evento realizzato dal progetto artistico Venezia Rivelata, ideato dalla bodypainter di fama internazionale Elena Tagliapietra e l’affermato scrittore del mistero Alberto Toso Fei.
La leggenda narra che nell’800 il cantastorie Tancredi, pur di conquistare la fiducia del padre dell’amata nobile Maria Partecipazio, decise di arruolarsi tra le schiere dei Paladini di Francia. Finale tragico per l’innamorato, ma prima di spirare, riuscì a mandare un ultimo dono alla sua bella: un bocciolo di rosa macchiato del suo sangue. Avuto il fiore, la fanciulla se lo depose sul cuore e l’indomani fu trovata morta, proprio nel giorno di S. Marco. Una vicenda tragica e dolcissima, nel cui ricordo e nel nome dell’Amore si perpetua ogni anno il rito della rosa rossa.
“Il Bocolo a Venezia è una tradizione molto sentita, molto più di tante altre feste e locali e nazionali” spiega la coreografa dell’evento, Elena Tagliapietra. “La leggenda del bocolo incarna un messaggio positivo, di speranza e d’amore. Esteticamente è molto bello, la storia è intensa e possiede un alto valore simbolico. I due innamorati combattono per il loro amore contro un nemico più grande di loro. In modo analogo sta accadendo lo stesso nel presente, con i veneziani impegnati a battersi per la loro città e anche in questo caso il nemico è troppo grande.
Una Rosa per Venezia è dunque anche un richiamo d’aiuto al mondo per dire tutti insieme ‘Venezia è una città straordinariamente viva e moderna, che a partire dalle proprie bellissime tradizioni è capace di guardare al domani’. Pur essendo una città del mondo infatti, ha tantissimi problemi e tradizioni poco conosciute”. Reclutati i partecipanti grazie a internet e il supporto della stampa locale, a ciascuno degli intervenuti, entusiasti facepainters hanno dipinto una rosa rossa su guance, braccia o testa. Un modo simbolico di metterci la (propria) faccia per far conoscere al mondo una Venezia diversa da quella offerta abitualmente, utilizzando come strumento alternativo di comunicazione l’arte della pittura sul corpo. Una rosa dipinta come segno d’amore per l’antica Repubblica Marinara e le sue tradizioni. Illuminata da un sole estivo e con la più classica delle invasioni turistiche, le operazioni coreografiche di Una Rosa per Venezia si sono svolte senza problemi ed è stato un vero successo.
Tra i partecipanti anche il piccolissimo Tancredi, che il caso ha voluto venisse al mondo appena pochi mesi fa. Tancredi, il nome del coraggioso protagonista della storia del Bocolo. E in questo speciale 25 aprile 2014, c’era anche lui insieme alla sua mamma. Completate le operazioni preparatorio del facepainting e tutti sistemati nella propria area della piazza, per un totale di 850 metri quadrati adibiti a petali rossi e altri 150 metri quadrati a gambo e foglie verdi, ha quindi avuto luogo il flash reading dello scrittore Alberto Toso Fei, che prima in italiano, poi in inglese quindi in dialetto veneziano, ha raccontato la leggenda della rosa donata da Tancredi a Maria. Qualcuno “deve averlo già detto” ma non lo si ripete mai abbastanza: All we need is love – L’amore è la sola cosa di cui abbiamo bisogno.