Franco Fasano è un cantante e autore di indubbio talento, conosciuto per canzoni di successo interpretate da lui stesso e da artisti quali Mina, Fiordaliso, Anna Oxa, Andrea Bocelli, Fausto Leali, Drupi, Massimo Ranieri e Peppino Di Capri.
Tra le tante citiamo: “Ti lascerò” (vincitrice di Sanremo 1989 con Anna Oxa e Fausto Leali), “Regalami un sorriso” (interpretata da Drupi), “L’ultimo gesto di un clown”, “Non si può morire in eterno”, “Certe cose si fanno” e “Matrioska” (incise da Mina). Franco Fasano ha partecipato a quattro edizioni del Festival di Sanremo e da anni scrive canzoni per lo Zecchino d’Oro.
È anche l’autore del brano “Mi manchi”, che, dopo essere stato portato a Sanremo nel 1988 da Fausto Leali (4° posto), fu scelto da Andrea Bocelli per il suo album del 2006, intitolato “Amore”, che ottenne il disco di platino per le vendite negli Stati Uniti e nel Canada, entrando nella “Billboard 200” statunitense. Il brano fu inciso da Bocelli insieme al sassofonista americano Kennet Gorelick (originario di Seattle), meglio noto con il nome di Kenny G.
Per festeggiare musicalmente i suoi cinquant’anni, di cui oltre trenta di attività, nei
mesi scorsi Franco ha pubblicato un doppio cd, “fff Fortissimissimo”, con i suoi maggiori successi e quelli scritti per altri artisti (che li hanno resi famosi nel mondo), oltre ad alcuni inediti.
Con tre “effe”, fortissimissimo, il compositore chiede ai musicisti ancora più forza. Nella musica scritta si usa per indicare il momento in cui il suono deve essere più forte possibile e tutti devono dare il massimo.
Nel suo ultimo album le canzoni sono state arrangiate da diversi musicisti, ogni brano è stato quindi riadattato secondo il loro gusto musicale?
Assolutamente sì. Ognuno si è espresso liberamente secondo le proprie caratteristiche. La cosa che mi è piaciuta molto è che a un certo punto tra alcuni di loro è nata anche una collaborazione.
Il rischio secondo qualcuno era che il disco non avesse un’uniformità nell’ascolto e si avesse il sentore di un puzzle tipo compilation. Credo che il risultato all’ascolto smentisca questa ipotesi perché tutti hanno lavorato sulle mie caratteristiche vocali. Il fatto poi che i brani fossero tutti scritti da me ha dato un’ulteriore uniformità nella sostanza melodica.
Tra i brani di “fff” ci sono “L’amore che mi devi”, scritta con Bruno Lauzi e “La luna”, scritta per Mia Martini, due grandi artisti.
Dell’esperienza con Lauzi potrei scrivere un libro da cui trarre un film. Vi dico solo che per me Bruno è ancora oggi un esempio di libertà e spazialità artistica e umana. Quando un autore scrive nella stessa vita: “Il poeta”, “La tartaruga” e “Almeno tu nell’universo” vuol dire che ne ha vissute almeno tre.
Riguardo Mia Martini posso solo dire che dal 1982 l’ho incontrata sempre sulla mia strada artistica fino a quando alla fine del 1994 mi rimproverò per non aver mai scritto per lei. Scrissi “La luna” per un progetto che aveva in atto e che purtroppo non riuscì a incidere.
Andrea Bocelli ha inserito il brano “Mi manchi” nell’album “Amore”, eseguito insieme al sassofonista americano Kenny G. Una grande soddisfazione.
Ho saputo da Tony Renis che Andrea stava provando “Mi manchi”. Pare che abbia scelto la track list di “Amore” tra i classici della musica italiana e latina, che cantava da ragazzo quando faceva piano-bar.
Quando poi ho visto che, David Foster arrangiandola (senza saperlo) ha tenuto molte idee del mio primo provino pianoforte e voce, mai pubblicato, non vi nascondo che ho provato una forte emozione, perché la canzone per “tornare a casa” ha dovuto emigrare in America.
Sublime anche Kenny G., che con il suo “suono” ha saputo davvero “camminare a piedi nudi dentro l’anima …”.
Quanto è importante la musica live?
Credo che la musica “live” sia la prova del nove per tutti, di qualsiasi epoca o età. L’energia e le vibrazioni che si creano quando si ascolta un artista dal vivo non si possono né riprendere ne trasmettere più di tanto. L’onda emotiva che avvolge un pubblico si somma umanamente e arriva sul palco e la performance dell’artista senza saperlo resta unica, di quella volta lì. E anche se “Fortissimissimo” è stato realizzato in studio, di fatto è un disco dove la musica passa dal cuore di chi ci ha suonato, cantato, e collaborato.
Quali progetti in cantiere per quest’anno?
Grazie a “Fortissimissimo”, che tra le altre contiene “Goccia dopo goccia”, la prima canzone che ho scritto per lo Zecchino d’Oro (lo storico festival italiano famoso nel mondo dedicato alla musica interpretata da bambini fino a 11 anni), sono stato invitato per il secondo anno consecutivo a curare la produzione artistica della 57esima edizione. Un lavoro bellissimo ma allo stesso tempo molto impegnativo. Ho accettato volentieri perché fare musica con e per i bambini ti obbliga ad avere quell’attenzione particolare, quel senso di responsabilità che si ha solo quando si ha a che fare con i bimbi.
Qual è il segreto dello scrivere canzoni per i bambini?
Innanzi tutto considerare i bambini, bambini. Sono come spugne che incamerano molto facilmente melodie e concetti, in maniera molto più istintiva e libera di noi adulti, senza preconcetti o sovrastrutture mentali; e poi si deve rispettarli perché sono esseri piccoli, ma non per questo burattini. Una canzone per bambini ha la responsabilità di entrare nel loro mondo, che da quel momento diventa loro e noi adulti siamo spettatori delle loro reazioni. Tenerezza, immediatezza e allegria dovrebbero essere sempre in pole position quando si scrive per l’infanzia.