Li celi s’apriru, Li pianti fruttaru, ciuriddi affacciaru Pp’amari a Gesù. In celu cumparvi ‘Na stidda lucenti, E avvisa la genti Ca natu è Gesù. Li santi pasturi Si vannu a mirari Si vannu adurari Davanti a Gesù. Evviva l’amuri Di Gesù bamminu, L’amuri divinu ‘Nfiammari cci fà.
Si aprirono i cieli, Le piante diedero frutti, fiori sbocciarono Per amare Gesù. In cielo apparve Una stella lucente Per avvisare le genti Che Gesù è nato. I santi pastori Accorrono ad ammirare Accorrono ad adorare Davanti Gesù. Evviva l’amore Di Gesù bambino, L’amore divino ci infiamma.
Nenie, musiche, canti tradizionali scivolano lungo i vicoli ed è un respiro, un suono di cornamuse e zampogne che accompagna le festività religiose più lunghe dell’anno.
In tutte le città e i paesi della Sicilia è una frenetica corsa a chi meglio e più intensamente celebra la nascita di Gesù. Ad Erice, in provincia di Trapani, le feste iniziano il 5 dicembre. Tanti presepi in tanti luoghi diversi: chiese, botteghe, abitazioni private, cortili. Tutti fanno a gara per mostrare il presepe più bello mentre per tutto il mese, e fino al 6 gennaio, si susseguono mostre, concerti, mercatini a tema natalizio, spettacoli, artigianato e gastronomia.
La cittadina medievale, ancora molto ben conservata nella sua struttura architettonica, è punto d’incontro tra cultura e fede religiosa dove la gioia della nascita del “Bambinello” è condivisa con gli abitanti dell’antico borgo ed è il luogo ideale per accogliere, tra le sue piccole strade, presepi di ogni fattura. Di notevoli dimensioni oppure piccolissimi, di sughero o di corallo, di alabastro o di cera, di legno o di stoffa, di terracotta o di materiale riciclato, si snodano per le vie della città come un filo conduttore in attesa del miracolo della nascita del bambino Gesù.
Si incontra, allora, il regio presepe monumentale creato dal maestro Jaemy Callari, riproduzione in scala del paese di Erice con i suoi monumenti, le sue chiese, i suoi artigiani, spaccato di un luogo con tutti gli elementi che rivelano l’operosità degli abitanti. Si trova il presepe più piccolo al mondo che l’artigiano trapanese Vito Romano ha creato sopra la capocchia di uno spillo e poi c’è il presepe settecentesco costruito con materiali marini e statuine in alabastro.
Nella Piazza della Loggia sono state allestite casette in legno per ospitare i caratteristici mercatini natalizi dove saranno reperibili produtti artigianali e gastronomici. Nella magica cornice del centro storico le strade ogni sera si illumineranno e si riempiranno di profumi. Risuoneranno di voci e, tra un acquisto e l’altro, ci si potrà fermare in uno dei tanti punti di ristoro per scaldarsi con una tazza di cioccolata calda, un ottimo passito o un buon vin brulè prima di assistere ai concerti e agli spettacoli teatrali nella Chiesa di San Martino e nel Teatro Gebel Hamed.
Quest’anno nella piazza centrale del paese è esposto l’albero di Natale su progetto dello scenografo Marcello Di Carlo: è formato dall’assemblamento di legno riciclato proveniente da materiale scenografico in disuso e di scarto. Dipinto di bianco a simboleggiare una rinascita, un cambiamento, quasi una purificazione e insieme l’attaccamento alle tradizioni: l’antico del basolato ericino si unisce al materiale ligneo in una ritrovata solidità.
Quest’anno, dopo 15 anni, è tornata la rassegna internazionale di Musiche e Strumenti Popolari “Zampogne dal Mondo”. Sette gruppi internazionali di musicisti si sono esibiti rappresentando i canti tradizionali dei loro Paesi europei di provenienza. Gli strumenti sono tra i più antichi, arcaici strumenti pastorali: zampogne, cornamuse, pive, gaite, muse, con nomi diversi ma tutti molto simili tra di loro e costruiti secondo le più classiche tradizioni artigianali. Scopo della manifestazione è stata proprio questa: non perdere una tradizione musicale tipica della Sicilia.
Protagonisti di questa ripristinata rassegna i gruppi: Nodas Antigas (Sardegna) con il loro strumento che porta il nome di launeddas; Páni času dalla Slovacchia con gajdy, drumbl’a, bodhrán, gitara; Remusmus (Spagna) con gaita, tambor; The Glue Pot Pipers (Irlanda) con bagpipes, drums; Valle di Comino (Lazio) con zampogna, ciaramella, e organetto; dal Molise gli ZampognAntica con zampogna, ciaramella, organetto e, infine, Vojvodina Bagpipes (Serbia) con gajde.
A Erice i trentadue giorni di vera arte tradizionale all’insegna della devozione più sentita, ricordano che il Natale non è soltanto una celebrazione di carattere religioso per rievocare la nascita del Bambino Gesù, simbolo di vita, bensì è un appuntamento annuale che onora le antiche tradizioni che hanno scritto la storia popolare attraverso momenti di devozione collettiva e condivisione comunitaria.