“The nightshift belongs to the stars”, o se preferite “Il turno di notte lo fanno le stelle” è il titolo del cortometraggio vincitore del Tribeca Film Festival di New York.

Scritto da Erri De Luca e diretto da Edoardo Ponti, racconta la storia di Sonia, interpretata da Nastassja Kinski, e Matteo, Enrico Lo Verso, entrambi appassionati di montagna, che alla vigilia di un importante intervento chirurgico a cui dovranno sottoporsi, si scambiano la promessa di scalare insieme le magnifiche Dolomiti. Nel frattempo Mark, marito di Sonia interpretato da Julian Sands, si preoccupa della stretta relazione che la stessa ha con Matteo.

Per il resto, aspettate di vedere il film, ma non perdetevi l’intervista al siciliano Enrico Lo Verso.

Enrico, com’è nata l’idea di questo cortometraggio?

Ricordo che ero in Sicilia, probabilmente in vacanza, quando ricevetti la telefonata di Edoardo Ponti (il regista, ndr). Devo ammettere che all’inizio l’idea del Trentino non mi convinse molto…cosa ci fa un siciliano sulle Dolomiti? Ma appena mi ha descritto la sceneggiatura me ne sono subito innamorato e dopo aver visto il resto del cast, Nastassja Kinski e Julian Sanda, mi sono convinto ancora di più…c’erano tutte le premesse per essere felici di quella telefonata.

E vincere il Tribeca Film Festival come miglior cortometraggio lo è ancora di più.

Come ha detto Paola Turrini, “con questo film arriviamo agli Oscar”…e insomma, la storia è stata scritta e recitata con la voglia di fare bene, c’era e c’è tuttora una grande posta in gioco. Ricevere questo premio non è stato altro che la conferma del nostro impegno e del credere profondamente nelle sue potenzialità.

Una scalata verso il successo?

Esattamene. Grazie a questo film ho imparato molto, ad esempio, che per ottenere qualcosa, per raggiungere veramente un obiettivo, bisogna avanzare a piccoli passi, come quando si sta scalando una montagna. Bisogna camminare piano, ma con costanza e concentrazione.

A proposito di montagna, era lei a scalare o una controfigura?

Nel film non ci sono effetti speciali, ho dovuto imparare ad arrampicarmi ed è stata un’esperienza molto interessante, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche professionale. Mi sono appassionato alla montagna, è come una droga: una volta che inizi, vuoi arrivare sempre più in alto, sempre più in cima, così come per il nostro film.

Enrico, secondo lei, perché le persone dovrebbero vedere questo corto?

Matteo, il mio personaggio ha subito un trapianto d’organo, ha ricevuto il cuore da una donna e a seguito dell’intervento si è reso conto di quanta responsabilità comportasse avere una seconda possibilità. Ma il vero messaggio è quello dell’essere capaci di donare, dell’importanza che ha il dare come azione altruista.

Quali sono i suoi programmi per il futuro?

Sto lavorando a un film dal titolo “September 11, 1683”, sull’Assedio di Vienna, credo sarà molto interessante, ma per ora non posso dire altro.


Receive more stories like this in your inbox