La domenica napoletana non è come tutti gli altri giorni della settimana, questo perché c’è un incontro con i pensieri, le passioni, la tradizione e il riposo guadagnato dopo una settimana di duro lavoro. A Napoli, le tradizioni, soprattutto quelle religiose, sono parte integrante del tessuto sociale cittadino. Gli usi, i costumi e gli eventi domenicali si riproducono ogni settimana e rappresentano un elemento distintivo della sua cultura capace di far conoscere le pagine di storia più antiche alle nuove generazioni che le rivivono in chiave moderna.
Vi è un coinvolgimento unico che trascina emotivamente gli abitanti e i turisti che vivono uno spettacolo di tradizioni i cui personaggi recitano senza saperlo su di un palcoscenico artistico che conserva la storia e la bellezza di una città dal patrimonio culturale unico al mondo.
La domenica napoletana offre un vasto panorama di cose da fare e posti da visitare tra i quali compare il suo lungomare. Passeggiare lungo via Caracciolo la domenica mattina è sempre emozionante, la brezza marina si avverte sensibilmente all’olfatto ed entra nei polmoni dei suoi cittadini e in quelli della città che respira una ventata di pura tranquillità. Via Caracciolo rappresenta l’arteria urbana principale dove è possibile assicurarsi un posto in prima fila per ammirare un panorama naturale incantevole e rassicurante.
Inoltre, la domenica ogni famiglia napoletana credente ha l’imbarazzo di scegliere il luogo di culto dove ascoltare la parola del Signore, questo perché Napoli offre circa mezzo migliaio di chiese affascinanti. Ed è per questo che è definita anche la città dalle cinquecento cupole. Tra le chiese più suggestive compare Sant’Antonio a Posillipo. Fondata nel 1642, in un sito poco urbanizzato della città, i frati conventuali del terz’ordine eressero una piccola chiesa e un convento per accogliere inizialmente un sanatorio situato nell’omonimo quartiere.
La sua particolarità è lo spiazzale antistante la chiesa costruito negli anni ‘60 che offre una spettacolare veduta del golfo di Napoli. Da lì si possono ammirare i raggi solari che fungono da riflettori e illuminano l’imponente Vesuvio attento a sorvegliare, come un gigante premuroso, la città e le sue isole vicine contornato da coreografie acquatiche sbalorditive che aprono un sipario naturale di coste, imponenti monti, imbarcazioni che risaltano scenari propri di un dipinto i cui elementi sono in continuo movimento.
La domenica napoletana è stata anche ritratta in numerose pellicole di eccezione, una tra queste è la commedia “Sabato, Domenica e Lunedì” scritta da Eduardo De Filippo nel 1959 dove i personaggi interpretano un’ampia famiglia napoletana che vive nell’appartamento di Peppino Priore, capofamiglia benestante di professione commerciante di tessuti. La trama ruota attorno ad un’incomprensione tra i due coniugi che sfocerà in un grave litigio che manderà in crisi il loro matrimonio. Solo grazie al dialogo ed al supporto della famiglia, i due ricuciranno il loro rapporto e ritorneranno ad amarsi.
Nella commedia edoardiana, si evince tutta la fiducia del maestro napoletano nella sopravvivenza di quei principi familiari considerati come solidi capisaldi sui quali costruire un futuro migliore.
La domenica napoletana rappresenta anche un momento in cui la famiglia si ritrova e condivide, con gusto, il tradizionale pranzo.
I piatti tipici conservano ricette antiche e minuziosi particolari tramandati con cura dalle madri alle loro figlie che rendono le portate deliziose. Basti pensare al rito che si cela dietro la preparazione del ragù domenicale.
Facile da pronunciare, con le sue due sillabe e un accento, il ragù napoletano è un piatto difficile da realizzare date le milioni di versioni ufficiali conosciute come testimoniato dalla commedia sopracitata che vede la celebre Sofia Loren interprete della signora Rosa Priore la quale, dopo essersi recata in macelleria per acquistare gli ingredienti necessari per la cucina del prelibato piatto, si imbatte in un’accesa discussione con le signore presenti nel negozio sull’utilizzo e sulle fasi di preparazione della pietanza.
Altra passione domenicale d’eccellenza a Napoli è il calcio. La domenica mattina il popolo viaggia con la fantasia, i più piccoli vestono le maglie azzurre dei loro eroi, vanno in strada improvvisando porte, delineano con l’immaginazione il campo da gioco ed esultano ad ogni giocata ben riuscita o ad un gol ben congeniato.
Al fischio d’inizio allo stadio la città si svuota calamitata dinnanzi al teleschermo che trasmette la partita. Novanta minuti di emozioni sportive coinvolgono il popolo napoletano in sospiri, grida, gioie e dispiaceri che si alternano da una settimana all’altra.
Con la sua storia, tradizione ed abitudini, il popolo napoletano si è specializzato nel rendere inconfondibile la città non solo di domenica, ma anche durante gli altri giorni della settimana.