MILANO – C’era grande attesa per Inter-Milan. Oltre alla storica rivalità tra le due squadre milanesi, c’era curiosità per vedere come i rossoneri, in salute, avrebbero smaltito la ‘sbornia’ e le fatiche della vittoria sul Barcellona. E si voleva capire se Stramaccioni avrebbe saputo ‘quadrare’ la sua Inter, in calo e falcidiata dagli infortuni.
 
Ne è uscita una partita strana, come solo un derby sa essere. Un pareggio, in cui però di equilibrio se ne è visto poco. Dopo un avvio contratto, da derby (dove la favorita è sempre sfavorita), il Milan si è messo a comandare il gioco. Forti dell’energia positiva ereditata dalla vittoria sul Barcellona, i rossoneri hanno messo sotto a lungo un’Inter stanca. E disegnata male da Stramaccioni. L’allenatore romano, posizionando Alvarez e Guarin sugli esterni (nel malcelato tentativo di dare supporto alla coppia di punte ultra-leggera formata da Cassano e Palacio), ha di fatto consegnato le fasce al Milan. I due sudamericani, infatti, nonostante qualche buono spunto offensivo (soprattutto di Guarin), alle loro spalle concedevano spazi enormi. E se sulla sinistra Zanetti riusciva a limitare i danni, non altrettanto faceva Nagatomo, decisamente ‘messo sotto’ da De Sciglio.
 
Primo tempo a senso unico, dunque. Con il Milan in vantaggio grazie a un assist al bacio di Boateng per El Shaarawy che, abile a sfruttare lo spazio aperto da Balotelli, ha fulminato Handanovic con un bel tiro d’esterno. Ottenuto il meritato vantaggio, il Milan non ha rallentato. Anzi: le occasioni si sono ripetute a profusione. Ma la scarsa precisione di Balotelli e la mostruosa prova di Handanovic, hanno tenuto l’Inter in partita. La prova di Super Mario – specie nel primo tempo – è stata buona: il numero 45, inutile negarlo, ha ‘sentito’ la gara. Occasioni come quelle che ha fallito domenica sera, solitamente, le realizza a occhi chiusi. Ma è stato importante per lo spirito di sacrificio, la costante pericolosità e i nervi saldi.
 
Come spesso accade nel calcio – e soprattutto nei derby -, chi non chiude una partita quando domina, viene beffato. Stramaccioni, nella ripresa, ha ricompattato l’Inter. Che non ha brillato ma, con coraggio, ha tenuto testa ai rossoneri. Il Milan, da parte sua, ha cominciato ad accusare i chilometri macinati contro il Barça e nell’intenso primo tempo. E così – senza poi creare molto, a parte una grande occasione di Guarin (bravo Abbiati) – l’Inter ha agguantato il pari grazie all’insospettabile incornata di Schelotto (durante l’unica ‘dormita’ di Mexes).
 
Il coraggio dell’Inter viene sottolineato e premiato dal bel finale di partita. Nonostante una gara inferiore a quella dei ‘cugini’, questo pareggio può rappresentare un buon punto di (ri)partenza per i ragazzi di Stramaccioni. Il Milan chiude la nottata tra numerosi rimpianti. Ma con la consapevolezza di aver (ri)trovato una vera identità, di avere un allenatore che ha riscoperto le alchimie giuste e dei giovani in continua crescita. La strada è ancora molto lunga ma, di questo passo, un posto in Champions pare decisamente alla portata dei rossoneri. Pensarlo, tra settembre e ottobre era eresia…
 
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