Buona la prima per tutti, tranne che per il Milan di Massimiliano Allegri. Sintesi facile per la prima giornata del campionato di serie A, scattato nel weekend.
Le big (anche quelle in difficoltà come l’Inter) confermano il proprio ruolo e vincono tutte all’esordio, dando prova di concretezza e in qualche caso di spettacolarità.
Tutte, appunto, o quasi. Per la terza volta nella sua storia (stavolta, per fortuna, in gioco non c’erano le sorti del campionato ma “solo” un buon avvio), il Milan inciampa contro l’Hellas Verona, la “fatal Verona” che già nel 1973 e nel 1990 aveva lasciato sul campo illustri vittime rossonere. Quel Milan che nelle amichevoli estive sembrava essere la più in palla tra le grandi, e che invece sul campo del Bentegodi ha denunciato una preparazione forse ancora da smaltire. Come a Eindhoven nell’andata del preliminare di Champions League, El Shaarawy e compagni sono passati in vantaggio per poi subire nel secondo tempo la rimonta degli avversari, con una doppietta del solito Luca Toni, che sembra aver ritrovato a Verona un’ennesima giovinezza sportiva. Mai sottovalutare i vecchi leoni.
Poco spettacolo ma tanta concretezza per la Juventus, che coglie a Genova un preziosissimo successo contro la Sampdoria, l’unica nel campionato scorso ad averla battuta sia all’andata che al ritorno. Gli uomini di Conte soffrono l’iniziativa dei blucerchiati, ma grazie a un Pogba particolarmente in palla, riescono a trovare l’affondo giusto finalizzato dal neoacquisto Carlos Tevez. Per l’argentino un gol in Supercoppa e uno in campionato. Se il buongiorno si vede dal mattino, la Juventus sembra aver azzeccato lo shopping estivo.
Parte alla grande il nuovo Napoli di Benitez, che dimostra come si possa far gol anche senza Cavani, ceduto a suon di milioni al Paris Saint Germain degli sceicchi del Qatar. Tre gol al Bologna, due firmati dall’ultimo “tenore” rimasto, Marek Hamsik, dimostrano che l’allenatore spagnolo si è ambientato immediatamente sotto il Vesuvio e promette scintille per i mesi a venire. In attesa di capire se il capitale speso per prendere Higuain dal Real Madrid darà i frutti sperati, la vecchia guardia conferma il valore e il presidente De Laurentiis si frega le mani. A Napoli lo scudetto manca da 23 anni, e l’ultima volta il condottiero era Diego Armando Maradona.
Buono lo scatto anche delle romane: la Lazio stende l’Udinese 2-1 in quello che doveva essere lo scontro più acceso della giornata e che invece ha visto i ragazzi di Petkovic dominare in larga parte i bianconeri. La Roma spegne le velleità del Livorno neopromosso, che soccombe per 2-0 in casa lasciando via libera ai giallorossi. Reti di Florenzi e De Rossi, che sembra aver rimandato ancora una volta l’addio alla Roma: ma niente si può ancora dire fino alla fine del mercato, che si chiuderà il 2 settembre.
Capitolo a parte per l’Inter, che nonostante i guai societari dimostra una buona solidità e batte a San Siro il Genoa per 2-0. Squadra pratica, essenziale, che Mazzarri sta cercando di plasmare al meglio pur in assenza di grandi risorse. Gol decisivi di Nagatomo e Palacio, uno dei pochi in grado di fare veramente la differenza in casa nerazzurra. Gli eroi del Triplete del 2010 non ci sono più, e anche le finanze del presidente Moratti cominciano a scarseggiare. Per questo sarebbero necessari come il pane i soldi del magnate indonesiano Erick Thohir, in predicato di diventare patron dell’Inter da diversi mesi. Ma la trattativa con Moratti si è arenata sulla quota che dovrebbe restare in mano italiana.
L’accordo è lontano, a detta del presidente, che però assicura che farà di tutto per amore della squadra. In un calcio come quello di oggi dove contano solo i milioni, potrebbe non bastare.