Sono da poco passate le 22,01 ore italiane di domenica 23 novembre, una tranquilla domenica sera autunnale nella quale  tutti, a casa, pensano al giorno dopo, al lunedì in cui si riprende la routine settimanale: il lavoro per chi in questo momento di crisi ce l’ha, il lunario da sbarcare, la scuola con i compiti e le interrogazioni da affrontare, le tasse da pagare, la spesa da fare.
 
Una domenica sera molto diversa si è invece vissuta nella steppa siberiana, nella gelida temperatura del Kazakistan, con il termometro intorno ai dieci gradi sottozero. Lì non si pensava alla settimana, ma al futuro. Un futuro che non è fatto del lunedì, delle cose da fare in ufficio, ma di una missione che si chiama “Futura” e che durerà sei mesi a bordo del piccolo spazio di una navicella in mezzo al cielo, che viaggia a una velocità di 28mila chilometri orari. 
 
Il decollo della Soyuz è avvenuto dal cosmodromo di Bajkonur, dal quale nel 1961 è partito anche il primo uomo nello Spazio, Yuri Gagarin. A bordo, bruciando oltre 200 tonnellate di propellente nei soli primi cinque minuti di decollo, tre astronauti hanno affrontato la loro scommessa di vita per lavorare insieme ad altri tre colleghi che già abitano la stazione spaziale dell’Iss, la stazione spaziale internazionale a 400 km dalla Terra.
 
 In meno di sei ore, con un aggancio perfetto, sono arrivati l’italiana Samantha Cristoforetti, il Russo Anton Shkaplerov, lo statunitense Terry Virtis, intorno alle 4,00 ore italiane, poco prima dell’aurora. I sei astronauti compongono l’equipaggio 42 della Iss. 
 
“Lo spazio è come lo sognavi?”, ha chiesto la mamma. “È molto meglio di come me lo sognavo”. Una raggiante Samantha ha commentato così l’arrivo alla Stazione spaziale, in collegamento diretto con la famiglia che dalla Terra le chiedeva come si sentiva. “È andato tutto benissimo, abbiamo visto immagini spettacolari, la prima alba e le stelle. Sono felice del successo, c’è grande entusiasmo a bordo. Siamo stati accolti da una grande festa a bordo, c’è un buon pasto ed era tanto che non mangiavamo”.
 
Anche per l’Italia il Futuro è già iniziato grazie a Cristoforetti, la prima donna italiana ad aver raggiunto lo Spazio. 
 
Con gli altri 5 colleghi, come già hanno fatto prima di lei Luca Parmitano, primo italiano a passeggiare nello Spazio, Paolo Nespoli e Roberto Vittori, lavorerà in quella che per gli addetti ai lavori è una condizione “a bassa gravità”. Lì eseguirà una serie di esperimenti, circa 200, e sarà a sua volta una cavia. L’astronauta italiana sarà anche la prima a preparare nello Spazio un vero espresso: tra gli esperimenti ci sarà da testare una speciale macchina per il caffè.
 
Nata a Milano, ma di origine trentina e cresciuta a Malè (dove per il lancio è stato allestito un maxischermo). Pilota militare, capitano dell’aeronautica e ingegnere, ha 34 anni. 
Il ritorno a terra  è previsto nel maggio 2015.
 
Gli astronauti, apparentemente esseri speciali, affronteranno il loro compito, la loro missione di vita, e con essi porteranno avanti le nostre piccole speranze per poter vivere meglio, e per poter affrontare Futura, che come cantava Lucio Dalla servirà “per continuare a sperare”.                                 
Receive more stories like this in your inbox