Healthcare staff made it into San Gregorio Armeno presepi (Photo: Gun75/Dreamstime)

AH! Il Presepe! Quintessential tradition of the Italian Christmas, it brings together Faith, history, tradition, and art. The first was created by Saint Francis of Assisi, our Patron Saint, to represent the birth of Christ and offer another way to worship Him at Christmastime. Soon, the presepe became a common feat in Italian homes, first among the aristocracy, and later also among other social classes. That’s when beautiful statuettes began being created, some of them richly dressed and decorated, in all styles and sizes. Naples, of course, became the capital of presepe-making, and still is today, even though we shouldn’t discount other important artistic traditions, such as that of Trentino Alto-Adige, where nativities are usually made of carved wood.

The Holy Family, the manger, the ox, and the donkey. Then, of course, shepherds and their flock, angels, and the Wise Men. In larger presepi, you’ll find all activities represented: from bakers to butchers, from laundresses to fishmongers. And then, houses, bridges and castles, mills and wells, animals to be placed on the velvety moss traditionally used as a colorful base for the whole scene. Presepi are truly a living decoration, they are a snapshot of a community, as we imagined it to be back 2000 years ago, even if figurines tend to be dressed anachronistically and homes don’t look anything like what we’d find in the Holy Land.

But artistic concessions are ok, when it comes to presepe, they’ve always been.

So, we shouldn’t be surprised to see, while taking a walk in San Gregorio Armeno, the heart of Naples’ presepe-making borough, figurines that have nothing to do with the traditional characters of our nativities. While these remain the most popular, every year Neapolitan artists indulge their creativity – and their customers – with the creation and introduction in the presepe of figures that have little to do with Faith, and all to do with pop culture.

But if we looked back to Neapolitan history, we’d find out being part of a San Gregorio Armeno presepe was the equivalent of receiving an Oscar in popularity: when presepe makers decided you were important enough to be part of their creations, then, and only then, you could truly consider yourself a VIP.

Today, things haven’t changed much. Every year, San Gregorio Armeno’s artists fill their stalls with new figurines inspired by the people who made it big during the year, along with, of course, iconic symbols of contemporary society. I am sure you all heard about Italian glam rock band Maneskin, who won the Festival di Sanremo first, then the Eurovision, has recently become a smash hit at the MTV’s European Music Awards, and have also opened for the Rolling Stones. Well, their young, androgynous, good-looking lead singer Damiano David is perhaps the most notable addition to this year’s San Gregorio Armeno’s parterre.

Artists, TV personalities, international VIPs, all can make it into the presepe in Naples (Photo: Gun75/Dreamstime)

He is, of course, in good company. Another traditional “non-traditional” Neapolitan presepe statuette is dearly-missed Raffaella Carrà, Italy’s most loved showgirl and LGBTQ icon,  who’s been a fixture in San Gregorio Armeno for decades. Younger generations may be familiar with it-girl and international influencer Chiara Ferragni, who’s also available to add to your presepe, at least in her terracotta version.

Americans may be happy to know that they can find also Kobe Bryant and Michael Jordan, along with Michael Jackson, former Presidents Obama and Trump, as well as international icons such as Freddy Mercury, Queen Elizabeth, as well as future King and Queen William and Catherine of Cambridge and, of course, Pope Francis.

For the past two Christmases, the pandemic took its – thankfully non-contagious – place in the presepe: among the figurines inspired by the current health emergency we find surgical masks’ street vendors, and shepherds wearing face coverings, as well as doctors and nurses, including representations of that beautiful graffiti of a healthcare practitioner holding Italy in her hands that appeared in Bergamo during the first lockdown in March 2020.  Netflix fans will be happy to know they can get a statuette of Eleven from Stranger Things and also of most characters of La Casa de Papel.

And Naples being Naples, there is Maradona,  in all sizes and postures, with the Argentina jersey and with the Napoli jersey. Today, a year after his death, you can even find him with angel wings: the first among the maestri del presepe to propose this otherworldy version of the soccer champion was Genny Di Virgilio, who was also among the first to create statuettes of our nurses and doctors during the pandemic.

San Gregorio Armeno and its presepe tradition are a mirror to the lively culture of Naples, a city of beauty, idiosyncrasies, and history, a place where the sacred and profane, the real and the invented, the joyous and the painful meet one another to create art. Yes, the Neapolitan presepe is truly just like Naples, a city that lives for God, but that more than any other creates its own idols. A city of tradition and history, but always with an eye fixed on modernity and popular culture.

Ah! Il Presepe! Tradizione per eccellenza del Natale italiano, riunisce Fede, storia, tradizione e arte. Il primo fu creato da San Francesco d’Assisi, il nostro Santo Patrono, per rappresentare la nascita di Cristo e offrire un altro modo di venerarlo a Natale. Ben presto il presepe divenne un’impresa comune nelle case italiane, prima tra l’aristocrazia e poi anche tra le altre classi sociali. Fu allora che cominciarono ad essere create bellissime statuette, alcune delle quali riccamente vestite e decorate, in tutti gli stili e dimensioni. Napoli, naturalmente, divenne la capitale del presepe, e lo è ancora oggi, anche se non dobbiamo trascurare altre importanti tradizioni artistiche, come quella del Trentino Alto-Adige, dove i presepi sono solitamente realizzati in legno intagliato.

La Sacra Famiglia, la mangiatoia, il bue e l’asinello. Poi, naturalmente, i pastori con il loro gregge, gli angeli e i Re Magi. Nei presepi più grandi, troverete rappresentate tutte le attività: dai panettieri ai macellai, dalle lavandaie ai pescivendoli. E poi, case, ponti e castelli, mulini e pozzi, animali da disporre sul muschio vellutato, tradizionalmente usato come base colorata per tutta la scena. I presepi sono davvero una decorazione vivente, l’istantanea di una comunità, come la immaginavamo 2000 anni fa, anche se i personaggi tendono ad essere vestiti in modo anacronistico e le case non assomigliano affatto a quelle che troveremmo in Terra Santa.

Ma le licenze artistiche sono ok quando si tratta di presepe, lo sono sempre state.

Così, non dobbiamo stupirci di vedere, passeggiando per San Gregorio Armeno, il cuore del quartiere dei presepi di Napoli, personaggi che non hanno nulla a che vedere con quelli tradizionali dei nostri presepi. Accanto alle figure più popolari, ogni anno gli artisti napoletani assecondano la loro creatività – e i loro clienti – con la creazione e l’introduzione nel presepe di figure che hanno poco a che fare con la Fede, ma tutto con la cultura pop.

Se guardassimo alla storia napoletana, scopriremmo però che far parte di un presepe di San Gregorio Armeno è sempre stato l’equivalente di ricevere un Oscar della popolarità: quando gli artigiani dei presepe decidevano che eri abbastanza importante da far parte delle loro creazioni, allora, e solo allora, potevi davvero considerarti un VIP.

Oggi le cose non sono cambiate molto. Ogni anno, gli artisti di San Gregorio Armeno riempiono le loro bancarelle con nuovi personaggi ispirati alle persone che sono diventate famose durante l’anno, insieme, naturalmente, a simboli iconici della società contemporanea. Sono sicuro che tutti voi avete sentito parlare del gruppo glam rock italiano Maneskin, che ha vinto prima il Festival di Sanremo, poi l’Eurovision, che recentemente è diventato un gruppo di successo agli MTV’s European Music Awards, e ha aperto il concerto dei Rolling Stones. Ebbene, il loro giovane, androgino e bel cantante Damiano David è forse l’aggiunta più notevole al parterre di San Gregorio Armeno di quest’anno. Naturalmente è in buona compagnia. Un’altra tradizionale statuetta “non tradizionale” del presepe napoletano è la cara Raffaella Carrà, la showgirl più amata d’Italia e icona LGBTQ, che è stata un personaggio fisso a San Gregorio Armeno per decenni. Le generazioni più giovani potrebbero avere familiarità con la it-girl e influencer internazionale Chiara Ferragni, che è a sua volta disponibile per il vostro presepe, almeno nella sua versione in terracotta.

Gli americani potrebbero essere felici di sapere che possono trovare anche Kobe Bryant e Michael Jordan, insieme a Michael Jackson, gli ex presidenti Obama e Trump, oltre a icone internazionali come Freddy Mercury, la regina Elisabetta, nonché i futuri re e regina William e Catherine di Cambridge e, naturalmente, Papa Francesco.
Da due Natali a questa parte, la pandemia ha preso il suo posto – fortunatamente non contagioso – nel presepe: tra le figure ispirate all’attuale emergenza sanitaria troviamo venditori ambulanti di mascherine chirurgiche e pastori con il volto coperto, oltre a medici e infermieri, comprese le rappresentazioni di quel bellissimo ritratto di un’operatrice sanitaria che tiene in mano l’Italia, apparso a Bergamo durante il primo lockdown del marzo 2020. I fan di Netflix saranno felici di sapere che possono avere una statuetta di Eleven di Stranger Things e anche della maggior parte dei personaggi de La Casa de Papel.

Ma Napoli è Napoli, c’è Maradona, in tutte le dimensioni e posture, con la maglia dell’Argentina e con quella del Napoli. Oggi, a un anno dalla morte, lo si può trovare persino con le ali d’angelo: il primo tra i maestri del presepe a proporre questa versione ultraterrena del campione di calcio è stato Genny Di Virgilio, che fu anche tra i primi a creare statuette dei nostri infermieri e medici durante la pandemia.

San Gregorio Armeno e la sua tradizione presepiale sono uno specchio della vivace cultura di Napoli, una città di bellezza, idiosincrasie e storia, un luogo dove il sacro e il profano, il reale e l’inventato, il gioioso e il doloroso si incontrano per creare arte. Sì, il presepe napoletano è davvero come Napoli, una città che vive per Dio, ma che più di ogni altra crea i propri idoli. Una città di tradizione e storia, ma con un occhio sempre rivolto alla modernità e alla cultura popolare.


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