È stato il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, ad aprire i lavori dell’annuale Convegno che Anfe e Cif hanno dedicato a due abruzzesi straordinarie, Maria Federici e Filomena Delli Castelli, componenti dell’ Assemblea Costituente e poi della Camera dei Deputati. Ricorreva esattamente il quarto anniversario della scomparsa di Filomena Delli Castelli, mentre Maria Federici è deceduta nel 1984 a L’Aquila.
Non formale il saluto del sindaco alle Costituenti, al contributo alla nascita della Carta costituzionale e della democrazia italiana, richiamando il dovere d’essere vigili rispetto ai valori di libertà in una giornata segnata dalla notizia dell’arresto di 14 terroristi neofascisti, operato in diverse città italiane dalla Procura dell’Aquila.
L’introduzione al tema dell’incontro è stato svolto da Cinzia Maria Rossi, presidente Anfe (associazione famiglie emigrati) di Pescara. Ha reso omaggio alle due Costituenti che hanno fatto parte di quella grande stagione politica e che, insieme alle altre 19 “Pioniere della parità” (democristiane, comuniste, socialiste e dell’Uomo qualunque) hanno contribuito a dare all’Italia la più bella Carta costituzionale del mondo. Le 21 donne della Costituente, pur provenendo da “mondi” molto diversi per cultura politica, studi e per estrazione sociale, collaborando trasversalmente alla stesura della Costituzione italiana, hanno contribuito a sancire i diritti fondamentali di parità per tutti, sul lavoro, nella famiglia e nella società.
All’introduzione di Cinzia Maria Rossi, sono poi seguiti interventi e testimonianze. Intanto il saluto del presidente dell’Anfe Abruzzo, Goffredo Palmerini, soffermatosi sul valore del contributo delle 21 donne alla nostra Carta fondamentale, e delle due abruzzesi in particolare, quando per la prima volta, con il voto del 2 giugno 1946 a loro finalmente esteso, le donne erano entrate nelle Istituzioni.
Lo storico Licio Di Biase, con essenziali tratti, ha illustrato la vita e l’opera di Filomena Delli Castelli, chiamata affettuosamente Memena dagli Abruzzesi, sia nella Costituente che nell’attività parlamentare, politica e di amministratore, come sindaco di Montesilvano. Un’opera sapiente ed illuminata, talvolta di frontiera, per la quale subì un’emarginazione nel partito in cui militava, la Democrazia Cristiana. Ma che comunque continuò, sia come docente che come giornalista nella Rai.
Interessante la testimonianza di Francescopaolo D’Adamo, mostrando un documento originale che di Memena Delli Castelli dimostrava il valore, una lettera invito a votarla dell’on. Giuseppe Spataro, personalità di spicco in Abruzzo e nella politica nazionale, indirizzata ad un politico locale. Quando il voto poteva davvero essere una scelta, con le preferenze, contrariamente all’attualità che ci ha consegnato un esercito di nominati, ha concluso D’Adamo.
Altra testimonianza quella del sindacalista Geremia Mancini, già segretario abruzzese dell’Ugl e per qualche mese segretario generale di quel sindacato. Mancini, peraltro con la sua organizzazione sempre dimostratosi attento all’emigrazione, incontrò Filomena Delli Castelli. Sebbene in avanzata età, ella dimostrò un’eccezionale giovinezza intellettuale e un grande interesse per i giovani e per la loro formazione. A Filomena Delli Castelli, l’Ugl conferì l’Arcolaio d’Argento, un riconoscimento a personalità abruzzesi distintesi in campo sociale e culturale.
L’attrice Rosamaria Binni ha quindi letto due stralci di loro scritti, uno per ciascuna, tratti dai volumi “Scritti ed interventi di Maria Federici” di Alberto Aiardi (Ed. Andromeda), “Filomena Delli Castelli, una donna abruzzese alla Costituente” di Giovanni Verna – Cinzia Maria Rossi (Ed. Edigrafital). Il musicista Luigi Blasioli, al contrabbasso, ha accompagnato le letture con brani musicali di forte intensità.
Camillo Chiarieri, guida turistica ed autore con Pierpaolo Di Simone del volume “La bella Pescara”, ha esposto il contesto politico e sociale della Pescara del secondo dopoguerra, passata da città turistica per le sue bellezze di città giardino, che aveva richiamato élite intellettuali da tutta Italia e che aveva scelto un grande urbanista come Luigi Piccinato per il suo Piano regolatore, alla Pescara dei distruttori della bellezza e degli scempi edilizi della seconda metà del secolo scorso. In quel contesto Filomena Delli Castelli si distinse per la lungimiranza del suo pensiero politico, attenta all’ambiente e alla qualità urbana, come dimostrò nella sua attività di sindaco.
Franca Peluso Aloisi, presidente regionale del Cif, Centro italiano femminile, ha portato la sua testimonianza riguardo a Maria Federici, che del Cif fu fondatrice, e del valore culturale e sociale dell’opera di Filomena Delli Castelli.
La chiusura del Convegno, oltre che dalle note struggenti del “Theme from Schindler’s List”, eseguite al contrabbasso da Luigi Blasioli, è stata affidata alla relazione conclusiva di Carlo Fonzi, vicepresidente regionale dell’Anfe. In sala esposte anche alcune opere della pittrice pescarese Cinzia Napoleone.