Se una sera o per pranzo vi trovaste a Milano e vi venisse voglia di mangiare qualche cosa di particolare, di sicuro potrete soddisfare qualsiasi desiderio il vostro palato abbia. 
Per i prezzi? Troverete offerte per ogni tipo di tasca. 
 
Si potrà mangiare cinese, giapponese, eritreo, indiano, greco, toscano, emiliano, pugliese, napoletano e via dicendo. Lo stesso discorso vale qualora siate voi a voler cucinare qualche piatto particolare. Milano è molto attrezzata dal punto di vista dei negozi alimentari e sarete in grado di trovare l’ingrediente più strano che cercavate. Per quanto riguarda il cibo, quindi, non avrete nessuna tipologia di problema. In un contesto così internazionale ed al contempo attaccato alla sua identità nazionale, ogni marchio desidera aprire una propria vetrina, spesso magari più per visibilità che per effettive vendite. 
 
In ogni caso bisogna essere su qualche prestigiosa via di Milano per essere un brand che conta! 
  A Milano si trova tutto quel che si cerca per una cucina internazionale 

  A Milano si trova tutto quel che si cerca per una cucina internazionale 

 
Spostiamoci in Piemonte. 
Qualche anno fa nella piacente cittadina di Bra, nella soleggiata campagna a ridosso del Roero e delle Langhe, un imprenditore particolarmente preparato nel settore food, creò una delle associazioni senza scopo di lucro più gettonate di ogni tempo, che oggi dettano regole sulla qualità del cibo italiano a livello internazionale. 
 
L’obiettivo è di poter diffondere i vari alimenti di differenti produttori che abbiano in comune qualità elevata, gusto e genuinità. L’associazione, che ha come simbolo una lumaca, è conosciuta con il nome di Slow food, operativa sul territorio dagli anni ’80. Fondatore Carlo Petrini. 
 
In questa ricerca di alimenti genuini  sono nate delle filosofie come il cibo a km zero: se comprate il latte dal contadino che lo produce nella vostra zona, di sicuro eviterete intermediari, distributori, aumento di prezzi e possibili lavorazioni con conservanti, valorizzando il territorio a voi circostante. L’idea è ottima, ma per chi vive nella frenesia quotidiana di Milano è un po’ complicata da gestire. 
 
Il milanese è la classica persona con poco tempo che si reca in un posto e in quello vuole trovare tutto: sia esso un supermercato, un mercato, una serie di negozi o un centro commerciale. Appena fuori dalla cerchia della grande città fortunatamente il ritmo di vita diventa nuovamente più tranquillo. Mancava quindi una sorta di unico centro, ad esclusione dei piccoli negozi,   per chi non riuscisse a  comprare o raggiungere cibi prodotti nelle vicinanze o comunque qualitativamente genuini. 
  Un ambizioso progetto di ritrutturazione ha trasformato un teatro e un locale notturno nel nuovo punto vendita di Eataly Milano

  Un ambizioso progetto di ritrutturazione ha trasformato un teatro e un locale notturno nel nuovo punto vendita di Eataly Milano

 
Fu così che un giorno Oscar Farinetti, amico di Petrini e ammirabile spirito imprenditoriale, pensò di creare un marchio che proponesse, in un unico luogo, cibi di altissima qualità e di sicura provenienza. Nacque così Eataly. 
 
Sicuramente vi sarà capitato di vedere questo impero del cibo Made in italy, se vi siete aggirati per le strade di New York, Chicago, Dubai o Instabul, perchè l’idea vincente di Farinetti si è spostata anche su territorio internazionale. Non poteva a questo punto mancare in Milano. Ecco quindi sorgere il tempio del cibo prima in piazza V Giornate e poi in una sede enorme e grandiosa in piazza XXV Aprile. 
 
Il nuovo tempio di Eataly sorge nell’ex teatro Smeraldo, che è stato operativo dal 1942 al 1 Luglio del 2012 e che ospitava anche il famoso locale notturno Shocking club. Alla chiusura, sia del teatro che del club nel 2012, ne aveva risentito anche il vicino e famoso Corso Como, una delle vie più trendy soprattutto per la movida. Un ambizioso programma di rivalutazione ha fatto splendere nuovamente il quartiere, creando la futuristica piazza Gae Aulenti, sottolineando il fascino del tradizionale corso Garibaldi e portando a nuova vita la stessa piazza XXV Aprile. 
 
Oramai quest’area è popolata sia di giorno che di notte.  Eataly occupa tutto il palazzo del ex teatro, conservandone intatto il suo fulcro: in mezzo a scale mobili, un ambiente luminoso e scaffali pieni di ogni delizia, rimane il vecchio palco che ospita, ogni settimana, un gruppo musicale emergente o meno. Il ricavato? Viene devoluto per realizzare orti nei paesi africani maggiormente in difficoltà. 
 
In questo luogo di culto del cibo si possono trovare ingredienti e prodotti molto particolari di fianco a quelli più comunemente consumati. Se cercate una bottiglia di Barolo di qualche piccolo produttore delle Langhe, è facile che qui la troviate: ovviamente la qualità ha il suo prezzo. I prodotti hanno un costo del 20% circa superiore a quelli che comprate altrove, a meno che non si parli del famoso Peck, storica boutique di prodotti italiani in centro a Milano. 
 
Eataly è un grosso supermercato? No, un vero e proprio polo culturale enogastronomico con conferenze sul tema food, due aule ultramoderne con corsi di cucina e un settore libri di ricette e di tematiche affini al settore. Di fare la spesa non ne avete il tempo e la voglia? Che importa! Potete mangiare qui senza cucinare. Ogni angolo di questo centro ha dei corner dedicati alla preparazioni di piatti specifici. L’angolo della carne, del pesce, della pasta, del caffè , del pane e così via. Musica, buon cibo, ottimo vino, un caffè di sicura qualità: se mangiare è uno dei piaceri della vita, allora questo è un vero tempio di golosi. Una tappa da programmare in una visita a Milano o in una semplice passeggiata. 
 
Non solo Eataly merita di essere visto, ma anche tutta la zona circostante dove la prerogativa, a differenza del resto della città che si muove frenetica avvolta nel suo business, è godersi la passeggiata, vedere le vetrine, fare quattro chiacchere, bere un caffè, prendere un cannolo nella mitica pasticceria Panarello (operante dal 1885) e poi fermarsi ad Eataly prima si perdersi fra i grattacieli di piazza Gae Aulenti o in una mostra fotografica in Corso Como 10. 

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