Napoli è la nuova capitale del tennis italiano. Il binomio Arena del Mare-trionfo italiano è stato infatti bissato (dopo lo spareggio con il Cile del 2012) nell’ultimo weekend caratterizzato dalla strepitosa “remuntada” azzurra ai danni della Gran Bretagna di Andy Marruy. 3-2 e semifinale di Coppa Davis conquistata a 16 anni dall’ultima apparizione italiana nel penultimo atto della competizione per nazionali maschili, che ha visto uscire a testa bassa l’Union Jack stregata dapprima dallo spettacoloso lungomare partenopeo e poi dalle giocate di Seppi e Fognini.
Castel dell’Ovo in lontananza, Capri appena accennata all’orizzonte e l’azzurro del mare partenopeo, hanno dunque fatto da scenario alla grande, anzi immensa, prova di forza dell’Italia che nell’ultimo dei tre giorni di gare, dopo che tutto era andato storto o quasi al sabato nel doppio (Fognini e Bolelli battuti da Murray-Fleming 6-3; 6-2; 3-6; 7-5), ha fatto ribollire il catino partenopeo costruito in tempi record alla Rotonda Diaz, ribaltando risultato e pronostico contro Murray e compagni.
A vestire i panni del “masaniello del tennis” ci ha pensato Filippo Fognini, sostenuto in tribuna anche dalla sua nuova compagna, Flavia Pennetta, sculacciando in tre set senza storia (6-4; 6-3; 6-4) proprio l’imbattibile Murray tra il tripudio dei 5000 spettatori partenopei.
Sì, avete capito bene, un “3-0 e a casa” che ancora echeggia nella testa di uno sconsolato Murray preso a pallate dal campione, ma a volte discontinuo azzurro, sceso in campo senza alcuna paura reverenziale e per niente spaventato dalla sfilza di titoli, tra Slam, tornei Atp e Olimpiadi, conquistati nel recente passato dall’illustre e lustrato avversario.
Compiuto il miracolo è servito poi solo piazzare il colpo del ko che dalla racchetta di Andreas Seppi è finito, metaforicamente, sul mento del non certo irresistibile Ward. 3-0 e festa grande sulle note del “O’ surdat nnammurat” inno di un trionfo che mancava da troppo all’Italtennis maschile e che resterà cruccio per la Gran Bretagna costretta a prolungare di un altro anno l’assalto ad una semifinale che manca oltremanica da ben 21 anni.
A settembre, invece, l’Italia di capitan Corrado Barazzutti affronterà la Svizzera di Roger Federer che al pari dell’Italia si è imposta in rimonta (da 1-2 a 3-2) sul Kazakistan. “Ho lavorato molto su me stesso per imparare a mantenere una concentrazione costante – ha dichiarato Fognini dopo l’impresa con Murray – domenica mi sono svegliato e mi sono detto: ok, si va in campo e, come sempre, ci devo mettere la faccia. Ci credevo, percepivo la responsabilità sulle mie spalle e ho risposto presente! Ho cercato di caricarmi, come peraltro avevo fatto anche nel doppio con Bolelli, rispetto al sabato, contro Murray l’automotivazione ha sortito l’effetto sperato”.
Stesso entusiasmo e fatalismo sono trapelati dalle parole, emozionate, di capitan Corrado Barazzutti che non è riuscito a trattenere una certa soddisfazione dopo il punto decisivo di Seppi: “È stata una grande im-presa, sei set a zero negli ultimi due singolari contro la Gran Bretagna – ha sottolineato il capitano azzurro -. Fabio è stato grande, il match di Andreas era difficile ed il successo è stato meritato, i ragazzi hanno dato il cuore.
La nostra è una squadra forte, quando giocano sulla terra gli azzurri diventano clienti difficili per tutti. Quello ottenuto con la Gran Bretagna è un grande risultato che si merita tutto il tennis italiano che adesso, dopo le ragazze, può finalmente esultare per un successo dei ragazzi finalmente tornati tra le migliori quattro nazionali della Davis”.