I famigerati 80 euro in più in busta-paga – elargiti a quegli italiani che guadagnano una cifra inferiore ai 1500 euro netti al mese – dovevano, negli sbandierati auspici del Premier Renzi, restituire potere d’acquisto a molti, portandoli a spendere (nuovamente) per scarpe, abbigliamento e non solo. Ridando ossigeno, indirettamente, ai negozianti. Non passa giorno in cui, infatti, malinconicamente, si assiste alla chiusura di molteplici attività. Non c’è marciapiede cittadino, ormai, che non ne conti almeno mezza dozzina.
Innumerevoli i commercianti che non ce la fanno più, sommersi dalle spese e dalle mancate entrate.
Dove stanno spendendo, allora, molti italiani i celeberrimi 80 euro? Posto che gran parte di quei soldi mensili supplementari vengono stanziati per un paio di buste di spesa in più o per alleggerire dal bilancio familiare rate di prestiti di cui si è già usufruito, la sorpresa è in una recente statistica, ufficializzata alla fine di agosto.
Bene, l’Italia (e Roma, più in particolare) assiste ad un autentico boom di merci contraffatte. Cosa significa? Significa che se hai necessità di un paio di scarpe ti rechi ai mercati di Porta Portese o di via Sannio dove, invece, che 120-140 euro ne puoi spendere tre volte in meno. Ti servono occhiali? Percorri via Ottaviano, nelle vicinanze di San Pietro, dove, sopra lenzuoli bianchi sdraiati sui marciapiedi, commercianti abusivi smerciano lenti a pochi euro. Idem per le camicie, i pullover, venduti senza scontrino fiscale e con spocchia anche a pochi passi dai negozi.
Che accade se vengono chiamati i vigili urbani, denunciando le merci false? Semplice, c’è una piccola multa da pagare. Oppure, fiutando l’intervento delle Forze dell’Ordine, i commercianti abusivi affastellano il lenzuolo bianco, rotolandolo con, all’interno, la merce che vendono a prezzi super-concorrenziali, anche perché contraffatta. Le donne che non possono permettersi le borse firmate dalle grandi maison? Se le vanno a scegliere a via Cola di Rienzo, in zona Prati, spendendo dieci volte di meno. Poco importa che qualcuno se ne accorga, visti i tempi di crisi, ormai, l’apparenza conta relativamente.
Se poi vai allo stadio è anche peggio: da un chilometro prima dell’Olimpico fioccano i rivenditori ambulanti, quelli che vendono le magliette di Roma e Lazio a venti euro. Mentre negli store ufficiali delle due squadre capitoline gli stessi capi vengono venduti a 80-90 euro. Una situazione che il Presidente della Roma, Pallotta, ad esempio, abituato al mondo sportivo Usa, a stento ha compreso: l’esistenza di sacche profonde in cui si vende (ma si acquista pure, sapendo che il prodotto è pure vistosamente contraffatto) merce taroccata.
Sette giovani romani su dieci, poi, stando ad un nuovo riscontro del Censis, risultano habituè delle merci false: lo fanno per risparmiare, in primo luogo. Perché non hanno lavoro e quei pochi soldi in tasca preferiscono centellinarli. Quanti sono gli ambulanti a Roma? Quasi seimila: un esercito. A quanto ammonta il giro d’affari annuale delle merci contraffate? A quasi otto miliardi di euro.
Ecco perché gli 80 euro in più al mese non hanno inciso nella riscossa dell’economia. Dominano i mercati abusivi, quelli in cui si spende poco. Pur sapendo di comprare merci illegali.