A Giulianova, in Abruzzo, i negozi chiudono alla cadenza delle mele marce che cadono dagli alberi trascurati. Colpa delle crisi, naturalmente: quella finanziaria, quella economica, quella della fiducia dei consumatori e quella politica.
 
Ma alle crisi si è aggiunto un altro problema: i proprietari degli immobili richiedono affitti piú alti, costringendo gli artigiani a chiudere o a trasferirsi. 
 
Il fattore recessione non sembra voler rallentare, anzi si ostina a tenere alta l’inflazione. Sta di fatto che, ad esempio, un treppiedi di legno Made in China, da assemblare, che negli Usa costa 10 dollari, in Italia arriva a costare 170 euro (cioè 220 dollari). I prezzi qui non scendono, i negozianti preferiscono tenere la merce sugli scaffali piuttosto che svenderla.
 
Ed i negozi continuano a chiudere. 
Alcuni però lo fanno in modo vistoso e creativo attirando l’attenzione dei media locali, come ha fatto il proprietario del negozio di abbigliamento Brayon’s, di Giulianova. 
 
Ha affisso sulla vetrina del negozio, chiuso lo scorso mese, un grande manifesto con il quale “ringrazia” sarcasticamente il trio Monti-Berlusconi-Bersani con un laconico “Abbiamo chiuso grazie a loro a cui auguriamo affettuosamente (dopo i loro intensi sforzi) una pace eterna…”. La foto del manifesto è apparsa su “Il Messaggero-Abruzzo” ed è stata ripresa da altri media.
 
Prendendo atto della crisi, il sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro, ha organizzato un’assemblea pubblica con i commercianti per trovare soluzioni condivise. Le tasse saranno un osso duro da affrontare anche considerando che, per la categoria dei negozianti, la Tarsu (tassa sui rifiuti), ad esempio, è aumentata del 30%.
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