UFFICIO STAMPA COMUNE DI FIRENZE Conferenza stampa nel Chiostro della Cappella Brancacci per l’inizio dei restauri degli affreschi di Masaccio, Masolino e Filippino Lippi. Presente il Sindaco Dario Nardella la presidente della Fondazione Friends of Florence Simonetta Brandolini D’Adda e Marco Ciatti soprintendente dell'Opificio delle pietre dure. Foto CGE Fotogiornalismo

La Cappella Brancacci, gioiello rinascimentale situato nella chiesa di Santa Maria del Carmine di Firenze, sarà restaurata ma non chiuderà: da febbraio il pubblico potrà approfittare dei ponteggi necessari ai lavori per ammirare, per la prima volta a distanza ravvicinata, i capolavori di Masaccio e Masolino. Un’occasione unica per ‘guardare negli occhi’ i protagonisti degli affreschi, come Adamo ed Eva tentati dal serpente e poi cacciati dal Paradiso.

Il restauro della Cappella, che fa parte dei musei civici fiorentini, durerà un anno e i lavori fanno parte di un articolato programma di ricerca e valorizzazione messo a punto da Comune, Soprintendenza, Cnr-Ispc di Firenze, Opificio di Pietra Dure e la Fondazione statunitense Friends of Florence, in compartecipazione con Jay Pritzker Foundation.
“Poter quasi toccare gli affreschi, di solito visti solamente dal basso verso l’alto, è davvero emozionante – dichiara il sindaco di Firenze e assessore alla cultura Dario Nardella – e nei prossimi mesi visitatori e turisti potranno approfittare di questa opportunità davvero unica. L’alternativa, ovvero chiudere la Cappella Brancacci per tutto il tempo del restauro ci pareva un danno davvero grande, soprattutto dopo il prolungato periodo di lockdown per i nostri musei a causa del Covid. Siamo grati alle Belle arti del Comune, a restauratori e tecnici per aver consentito questa possibilità di accesso e siamo particolarmente felici di avere di nuovo accanto la Fondazione Friends of Florence che davvero si dimostra ‘amica’ della città avendo così a cuore i suoi beni artistici”.

La Cappella si trova all’interno della Chiesa di Santa Maria del Carmine, di proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, in concessione al Comune di Firenze in base al rogito Guerri.
La Cappella fu fondata dalla famiglia Brancacci nel tardo Trecento. Si deve al ricco mercante Felice Brancacci la commissione nel 1423 degli affreschi con le storie di San Pietro. Vi lavorano insieme Masolino e Masaccio ma a causa della partenza del primo per l’Ungheria e del secondo per Roma, nel 1427 gli affreschi rimasero incompiuti. In seguito all’esilio del Brancacci nel 1436, caduto in disgrazia per le sue simpatie antimedicee, i frati del convento fecero cancellare i ritratti di tutti i personaggi legati alla sua famiglia e nel 1460 intitolano la cappella alla Madonna del Popolo, inserendo la venerata tavola duecentesca. Soltanto negli anni 1481-1483 Filippino Lippi effettuò il ripristino e il completamento delle scene mancanti.

Scampata all’incendio che nel 1771 devastò l’interno della chiesa, la cappella venne acquistata nel 1780 dai Riccardi, che rinnovano altare e pavimento. Gli affreschi, trascurati per tutto l’Ottocento, sono stati sottoposti a spolveratura nel 1904 ma bisognerà attendere gli anni ‘80 del Novecento per l’intervento di restauro che ha finalmente permesso di recuperare le preziose superfici decorate.
“Friends of Florence – sottolinea la presidente Simonetta Brandolini d’Adda – sostiene l’intervento agli affreschi della Cappella Brancacci, attraverso il dono di alcuni fra i sostenitori più vicini alla nostra Fondazione: Dan Pritzker della Jay Pritzker Foundation, membro del board di Friends of Florence, Janet e Jim Dicke II, anche quest’ultimo membro del consiglio di amministrazione, con sua moglie sostenitore da 23 anni dei progetti della nostra fondazione, Peter Fogliano e Hal Lester Foundation donatori di Friends of Florence da oltre 15 anni. Siamo molto grati a tutti loro per la vicinanza e il sostegno ai nostri progetti e siamo felici di cominciare questo intervento, consapevoli dell’importanza che la Cappella Brancacci ha per la cultura fiorentina, italiana e internazionale. Il nostro grazie va al Comune di Firenze, alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato, al Cnr e all’Opificio delle Pietre Dure, enti con i quali collaboriamo da anni, la cui sinergia sarà fondamentale per lo sviluppo dell’intero progetto”.

L’ultimo restauro della Brancacci risale agli anni Ottanta. Nel novembre 2020 la Cappella è stata sottoposta a un primo monitoraggio che ha messo in luce alcune criticità dal punto di vista della conservazione e la necessità di stabilizzare alcuni potenziali fenomeni di deterioramento presenti sul ciclo pittorico di Masolino, Masaccio e Filippino Lippi (distacchi dell’intonaco, localizzate perdite di coesione, depositi superficiali incoerenti) oltre che eseguire un generale controllo sulla stabilità dell’intero ciclo pittorico il cui ultimo restauro risale a oltre trenta anni fa.
A gennaio ha avuto inizio il monitoraggio sullo stato di salute della Cappella Brancacci a cura della Soprintendenza archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato e del Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

Grazie all’attuale cantiere è oggi possibile svolgere una nuova campagna diagnostica, più approfondita ed esaustiva della precedente, con le più aggiornate tecniche e le migliori competenze disponibili sul panorama internazionale. Le tecniche utilizzate, completamente non-distruttive, consentiranno di conoscere approfonditamente i materiali utilizzati, le tecniche pittoriche e le fenomenologie di alterazione/degrado, informazioni indispensabili per una corretta pianificazione dell’intervento di restauro.
Sono in corso indagini di imaging fotografico nelle varie bande dello spettro elettromagnetico, dal visibile all’infrarosso, in alta definizione e a luce radente, finalizzate a identificare le aree con anomalie altrimenti impercettibili ad una ispezione visiva. Le attività immediatamente successive sono mirate ad aumentare il livello di dettaglio conoscitivo sui particolari identificati nella fase diagnostica precedente. Il processo di approfondimento conoscitivo seguirà uno schema iterativo fino a quando tutto sarà chiaramente interpretato. La scheda risultante sullo stato di salute degli affreschi e dell’apparato murario della cappella che li ospita sarà la base per i controlli degli anni successivi.


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