L’immagine ottocentesca del grande maestro Giuseppe Verdi, simbolo dell’Italia Risorgimentale, del sentimento di patriottismo, ma anche del grande genio musicale dell’opera italiana e mondiale, è spesso associato alla città di Milano.
Ci si dimentica che in realtà questo grande personaggio trascorse la sua infanzia in una amena località della campagna: Busseto, in provincia di Parma.
Oggi giorno questo paese vive ancora della nomea del grande maestro: le attrazioni legate alla sua memoria sono una grande testimonianza del passato italiano.
La sua casa natale, che un tempo era un’umile dimora, è diventata una delle prime tappe fondamentali del percorso turistico alla scoperta della vita di Verdi. Si trova a Roncole di Busseto.
Siamo nell’anno 1781 quando i genitori di Giuseppe, si trasferirono in questa casa. Fu qui che egli compì i suoi primi passi e dove trascorse l’infanzia.
Entrando in Busseto centro, il percorso si infittisce di luoghi da visitare. Fra tutti c’è villa Pallavicino che oggi ospita il museo nazionale Giuseppe Verdi. Oltre alla tematiche di sicuro interesse del museo, l’edificio in sé merita attenzione: è una splendida villa rinascimentale edificata nel XVI secolo ed arricchita da successivi proprietari nel XVIII secolo con decorazioni che caratterizzano gli ambienti interni in stile roccocò e barocco.
La travagliata vita del maestro vide momenti bui: perse sia la moglie che i due figli. Questi lutti furono un momento complicato emotivamente: trovò solo nella musica una ragione e un appiglio per superare il dolore che lo struggeva. Solo dopo molti anni riaprì il suo cuore all’amore, stringendo una relazione con la cantante lirica Giuseppina Strepponi. Questo rapporto accese nel maestro il desiderio di tornare a Busseto e vivere qui con la sua nuova compagna: fu per questo che acquistò Palazzo Orlandi, una magnifica struttura costruita in stile neoclassico. Il destino di questo palazzo era evidentemente quello di ospitare grandi personaggi della musica: quando fu proprietà della famiglia Orlandi, ebbe come gradito ospite il maestro Arturo Toscanini.
Possiamo dimenticare nel percorso alla scoperta delle origini verdiane il teatro a lui intitolato? I cittadini di Busseto, orgogliosi di essere stati testimoni della nascita del maestro e di aver condiviso con lui una parte della sua vita, decisero di costruirgli un teatro nella Rocca (già Castello dei Pallavicino) di fondazione duecentesca ma poi ampiamente rimaneggiata, che si presenta oggi nell’aspetto che le fu dato nella seconda metà dell’800.
Non solo i luoghi ma anche le persone che entrarono in contatto con Verdi sono importanti in Busseto e la loro storia è condivisa e raccontata.
Antonio Barezzi, droghiere benestante del paese e appassionato di musica, ad esempio, chiese al giovane Giuseppe di erudire la figlia Margherita alla musica. Intravide la grande capacità e il talento nel giovane musicista: le sue intuizioni furono poi confermate. La convivenza nella casa del droghiere fu galeotta tra il giovane Verdi a la figlia del droghiere, che poi diventò sua moglie nel 1836. Il pranzo di nozze, che coinvolse gran parte del paese, si tenne in casa Barezzi e subito dopo gli sposi partirono alla volta di Milano per un breve viaggio di nozze. Al loro ritorno a Busseto, la coppia si trasferì a palazzo Tedaldi, uno dei più signorili della cittadina, che Barezzi aveva acquistato e predisposto per la coppia.
Ma la figura di Barezzi fu determinante anche per la crescita di Verdi: i suoi studi a Milano furono possibili grazie alla borsa di studio che vinse e che fu anticipata ed integrata dal Barezzi stesso. Giuseppe Verdi non potè che essere grato al suo benefattore: ciò si evince in vari scritti del maestro.
Manca all’appello, per completezza del tour, Villa Verdi che fu acquistata dal padre del compositore e dista da Busseto circa 3 chilometri. Oasi di pace e tranquillità era il luogo in cui Giuseppe, pervaso anche da forti ideali che lo spinsero ad essere un fervido risorgimentale e quindi un uomo del suo tempo, tornava dopo tutti i suoi viaggi. Un angolo di mondo dove riposarsi e lasciare libero l’estro del suo genio creativo. Verdi, era un uomo, come noi tutti, attaccato alle sue origini, ai suoi affetti.
Busseto continua a vivere della silente presenza del maestro che rimane in ogni piastrella del selciato, nella memoria dei paesani e nei palazzi, definendo la forte identità di questa cittadina nella pianura lombarda.