È la più antica città del Tirolo con una ricca storia millenaria alle spalle.
L’imponente Duomo barocco e il centro storico medievale sono un costante richiamo per gli appassionati d’arte. Situata a oltre 500 metri s.l.m. alla confluenza del fiume Rienza nel più grande Isarco, Bressanone (Brixten in tedesco) è una città moderna e allo stesso tempo salda nelle tradizioni, fra cui il pane. Già nel XX secolo infatti, ogni maso aveva il suo campo di cereali.
Oggi, ogni primo weekend del mese di ottobre, torna il Mercato del pane e dello strudel. Una festa del palato ma non solo. Un tour nella cultura contadina ancora oggi protagonista in un mondo sempre più digitale. Un’occasione per gironzolare sotto i portici di una città, i cui primi insediamenti risalgono al lontano Neolitico.
Situata a 40 km da Bolzano, capoluogo dell’omonima provincia, e a circa 45 km a sud del valico del Brennero sul confine italo-austriaco, Bressanone è il centro economico della Val d’Isarco, capace di mescolare l’antico e il moderno. Andarci durante il Festival del Pane e dello Strudel è ancor più suggestivo.
E’ una città lontana dall’esasperazione di quegli esercizi commerciali sempre aperti in gran parte delle città turistiche italiane. Qui c’è ancora tempo per fermarsi, prendere una boccata d’aria e farsi guidare dall’ispirazione montana, già palpabile. Nel corso della festa, l’ampia piazza Duomo è tutta occupata dagli stand dei panificatori con tanto di piccolo mulino & forno al centro e i battitori del grano, quindi gli ambiti corsi per i più piccini che così scoprono meravigliati come da una spiga si possa arrivare a qualcosa di più gustoso. La pagnotta pusterese, il croccante pane di segale, le pagnotte venostane in coppia, sono alcuni dei più celebri esemplari che si possono assaggiare.
Non solo pane, però. Pentoloni sempre accessi per preparare i soffici ravioli tirolesi, gli inimitabili canederli e la zuppa gulash. Immancabile anche lei, la merenda tirolese con il principe dei salumi locali, lo speck. Non possono mancare i dolci, a cominciare dallo strudel (preparato con pastafrolla e/o pasta sfoglia), la torta al grano saraceno, i kniekiechl (i krapfen bavaresi) con marmellata di mirtilli rossi o la variante con crema pasticcera. Un elegante cavallo da passeggio e carrozza aggiunge quel tocco di magia alla Mary Poppins alla già elettrizzante atmosfera.
A vigilare fiero, che la manifestazione si svolga all’insegna delle serenità e del divertimento, e in generale la vita quotidiana, il Duomo dedicato a Santa Maria Assunta con i caratteristici due campanili, alti ciascuno più di 60 metri.
Dopo una prima costruzione nel X secolo, l’edificio troverà la sua forma definiva a metà del ‘700, e così pure lo stile, virando in modo deciso verso il barocco. A colpire, i numerosi affreschi, in particolare gli oltre 200 metri quadrati realizzati sulla navata centrale, opera di Paul Troger (1698-1762), tra i più importanti pittori barocchi il cui stile venne influenzato dal maestro Gian Battista Piazzetta presso il quale si formò, a Venezia. Numerosi anche le varietà di marmi, ma soprattutto l’organo con 3335 canne e 48 registri. A fianco del Duomo, la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, consacrata nel 1038.
Resta un’ultima cosa da fare. Un brindisi con l’originale succo di mela (attenzione, quello brumoso è l’autentico). Qui le mele la fanno da padrone, non solo in forma dolciaria. Per arrivare a Bressanone, quasi come fosse una parata delle stelle locali, la strada principale costeggia meleti su entrambi i lati della carreggiata. Ed è proprio fra queste valli meravigliose che viene raccolta un decimo dell’intera produzione europea di mele e addirittura un terzo della varietà biologica.