Il 14 giugno, a Manaus, l’avventura mondiale dell’Italia avrà finalmente inizio. Gli Azzurri, giocheranno la gara d’esordio nel torneo contro l’Inghilterra.
Il clima nel ritiro degli uomini di Prandelli, nonostante i deludenti pareggi contro Eire e Lussemburgo e soprattutto nonostante il grave infortunio di Montolivo, pare buono: si è formato un gruppo affiatato, le critiche degli esclusi eccellenti (Rossi su tutti) sono ‘scivolate via’ e la scoppiettante sfida contro la Fluminense (5-3) ha dato qualche segnale tattico positivo (a proposito, l’eccellente Immobile visto contro il club brasilano – per lui tre gol -, porterà a una revisione delle gerarchie dell’attacco azzurro? Difficile, ma non impossibile: si pensi a quanto accaduto tra Schillaci e Vialli durante Italia ’90…).
DUBBI TATTICI – Prandelli, contro la ‘Flu’, ha provato il 4-3-3. L’Italia era certamente imbottita di riserve e ha sofferto eccessivamente nelle retrovie, però il segnale di un dubbio tattico è stato dato.
Dopo mesi di 4-3-3 (a volte 4-2-3-1), recentemente il Ct sembrava orientato a prediligere il 4-3-1-2 (prova ne sia l’elevatissimo numero di mezz’ali convocato). In questo modo, però, gli Azzurri hanno denotato un’estrema inefficacia sulle fasce che, complice lo scarso ritmo (o le precarie condizioni) dei centrocampisti, ha reso l’Italia prevedibile in fase di costruzione e perforabile sulle corsie laterali (dove i terzini sono sempre chiamati a un devastante lavoro di spinta e ripiegamento).
L’ultimo test amichevole potrebbe preannunciare un ritorno al 4-3-3, che pare scelta saggia: l’Inghilterra, da sempre, fa del gioco allargato una delle proprie armi principali. Ecco allora che, schierare giocatori pericolosi sulle fasce (Cerci? Candreva?) potrebbe essere l’arma vincente di Prandelli, per limitare gli esterni di Hodgson e dettare il ritmo della gara.
HEAR ME ROAR – I Leoni d’Inghilterra si presentano al Mondiale mentre un cambio generazionale è in corso. A casa Ferdinand, Terry e Ashley Cole, i ‘vecchietti’ rimasti nel gruppo sono Lampard (ma con un utilizzo del tutto marginale) e Gerrard. Oltre, ovvio, a Rooney: l’unico top player inglese che, comunque, non è reduce da una stagione particolarmente brillante.
Per il resto, gli inglesi aspettano la vera esplosione di Sturridge e nel 4-2-3-1 (più che 4-3-3) preannunciato, guardano con curiosità a Lallana: il talento del Southam-pton, con ogni probabilità, finirà per essere titolare.
È l’unico Leone che coniuga tecnica, fantasia e brillantezza. I pericoli maggiori, quindi, arriveranno dagli esterni: oltre a Lallana, occhio a Bains (sinistro da urlo), Wellbeck (grande incursore) e alla velocità di Oxlade-Chamberlain o Sterling. Gli inglesi giocheranno relativamente con poche pressioni (per quanto sia possibile per chi il soccer lo ha inventato. È comunque difficile pensare a una ‘Three Lions’ campione del mondo) e il vero obiettivo sarà migliorare quanto ottenuto negli ultimi quattro Mondiali (sempre fuori agli ottavi).
La squadra di Hodgson è ordinata (sarebbe strano il contrario, conoscendo la poca fantasia e il tanto rigore del Ct) e corre molto. Proprio la sua fisicità potrebbe essere il rischio principale per gli Azzurri che dovranno occupare bene il campo (soprattutto le fasce) e restare corti e compatti.
L’Inghilterra resta un rivale alla portata degli uomini di Prandelli, ma non va assolutamente sottovalutata. Per avere ragione dei Leoni, serviranno tanta corsa, uno schieramento tattico adeguato e un’adeguata brillantezza fisica.