“Torniamo a fare l’Italia, mettiamo più soldi nel fondo della cooperazione internazionale”. Con queste parole Matteo Renzi è intervenuto all’evento “It begins with me. How the world can end hunger in our lifetime” che si è tenuto a Expo Milano 2015. Ospite d’eccezione Bono, il cantante e leader della band irlandese U2. Nel 2004 Bono ha contribuito alla nascita della campagna One che oggi conta oltre due milioni di sostenitori. Lo scopo del suo impegno è aumentare la consapevolezza delle persone e per farlo ha lavorato con i leader politici chiedendo loro maggiore trasparenza, maggiore impegno per combattere le malattie prevenibili e maggiori investimenti in agricoltura e alimentazione.
L’evento è stato l’occasione per accendere l’attenzione sulla necessità di risvegliare le coscienze e stimolare l’azione di governi e società civile per porre fine alla fame nel mondo. In particolare la giornata è stata organizzata da Italia e Irlanda per sostenere le attività del World Food Programme, l’agenzia delle Nazioni Unite con sede a Roma, nonché la più grande organizzazione umanitaria del mondo, che si occupa di assistenza alimentare per combattere la fame. Solo lo scorso anno, il Wfp ha aiutato 80 milioni di persone in 82 Paesi.
Prima di raggiungere il palco, Bono ha visitato il Padiglione Zero guidato dal commissario di Expo Sala e il ministro dell’Agricoltura Martina dove ha potuto ammirare la biblioteca che rappresenta il percorso e la memoria dell’umanità sul tema dell’alimentazione. Questa è una delle tappe più importanti della presenza dell’Onu a Expo Milano 2015 il cui tema è “Sfida Fame Zero – Uniti per un mondo sostenibile”. A seguire, Bono ha visitato il Padiglione del suo Paese, l’Irlanda, dove è stato accolto da Coveney, ministro dell’Agricoltura irlandese, e dal direttore esecutivo del World Food Programme Ertharin Cousin e da un bagno di folla. L’Ireland Plaza è stato anche il luogo dell’incontro con il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Cori e centinaia di fan hanno poi accompagnato il cantante irlandese durante la camminata che lo ha portato fino all’Open Plaza dove sono iniziati gli interventi.
“Questa giornata sarà una pietra miliare dell’impegno che stiamo determinando a Expo Milano 2015 per la lotta alla fame e il diritto al cibo”, ha esordito Martina. “Expo è uno spazio di festa, ma anche di responsabilità. È quindi l’occasione ideale per richiamare l’impegno di istituzioni e cittadini: ciascuno può fare la propria parte per aiutare il World Food Programme nelle attività di emergenza in corso in scenari delicatissimi. Perché lo facciamo? Rubo una frase degli U2 a Torino: perché ‘dove’ vivi non deve determinare ‘se’ vivi”.
Dall’Irlanda, tre impegni concreti: “Oggi sono quattro milioni i rifugiati nutriti dal World Food Programme. La ragione per cui siamo qui è il tema stesso di Expo Milano 2015: qui sono presenti 150 Paesi e dobbiamo garantire che aiutino le persone che hanno dovuto lasciare le loro case”, ha commentato il ministro irlandese Coveney. “Stiamo facendo davvero abbastanza? No, ed è questo che dobbiamo cambiare. L’obiettivo di questa serata è cambiare l’atteggiamento verso i rifugiati. L’Irlanda intende triplicare l’impegno a sostegno del World Food Programme con 60 milioni di euro nei prossimi tre anni. Vogliamo affiancare l’Italia nel Mediterraneo, coinvolgendo la Marina irlandese finché il problema non sarà risolto. Infine, vogliamo dare a queste persone una patria perché siano gli irlandesi del futuro. Per questo ci affidiamo a Bono, che è l’irlandese più influente del Pianeta e usa la sua influenza per tenere in vita le persone”.
Quindi è stata la volta di Ertharin Cousin, direttore del Wfp: “Alla base della pace c’è la fine della fame, c’è la sicurezza alimentare, la capacità di far andare i bambini a scuola con lo stomaco pieno e di dare alle madri l’opportunità di nutrire la propria famiglia. Gandhi diceva che ‘per un uomo affamato, un pezzo di pane è il volto di Dio’. Tutti dobbiamo avere quel pezzo di pane perché senza di esso non ci può essere pace. Per questo abbiamo bisogno delle voci di persone come Bono perché se voi siete qui oggi è perché lui ha scelto di essere qui”.
È poi toccato a Matteo Renzi: “Ricordo che nel 2000, in occasione del Giubileo, Bono è venuto in Italia e ci ha detto: ‘Cancellate il debito’, è stato un momento molto bello. Oggi, quindici anni dopo non abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo dimenticato di dare importanza all’Africa e alla sua sfida culturale, economica e politica. Torniamo a fare l’Italia, mettiamo più soldi nel fondo della cooperazione internazionale: deve essere un impegno che prendiamo per il 2017. Anche questa sarà l’eredità di Expo Milano 2015. L’obiettivo ‘Fame Zero’ nel mondo non è astratto, lontano, è il motivo stesso per cui facciamo politica”.
Ovviamente l’attenzione maggiore l’ha calamitata Bono, reduce affaticato dal doppio concerto degli U2 a Torino. “Io sono solo una rockstar, lei è un’eroina – ha detto Bono, indicando la direttrice del Wfp – e mi fa arrabbiare, è assurdo lo spreco di talento di questa donna, che deve bussare alle porte dei politici di 150 Paesi in cerca di fondi. Possiamo risolvere il problema della fame nel mondo? Assolutamente sì. Abbiamo già cibo a sufficienza per nutrire tutti. Manca solo la volontà politica di distribuirlo.
E anche migrante – ha poi detto toccando un’altra grossa emergenza internazionale – è una parola politica. Oggi sono profughi e rifugiati a scappare da un posto che amano. Lasciano la loro casa perché non ne hanno più una. Dunque è sbagliato usare la parola migranti. La parola giusta è rifugiati. E su questo tema ringrazio il presidente del Consiglio italiano per la sua leadership”.