Aldo Gastaldi, nome di battaglia Bisagno. E’ il “primo partigiano d’Italia”, medaglia d’oro al valor militare alla memoria. A 75 anni dalla sua morte misteriosa gli ultimi testimoni svelano una Resistenza lontana dalla retorica, illuminata dallo sguardo limpido del loro comandante.
Impostò la vita partigiana secondo precise regole militari e morali, dando vita a quella che poi sarà chiamata la “scuola di Cichero”. Temuto e rispettato anche dai nemici, riesce a far disertare un intero battaglione della divisione Monterosa, che passerà poi fra le file partigiane da lui comandate. Cattolico, apartitico, con un carisma straordinario, si oppone con decisione ad ogni tentativo di politicizzazione della Resistenza tanto da diventare un ostacolo ai piani dei partiti membri del CLN che cercano di ridurne l’influenza.
Muore il 21 maggio 1945 a Desenzano del Garda, dopo aver riconsegnato alle famiglie tutti i suoi uomini. La relazione ufficiale, redatta dal commissario politico della Divisione, parla di una caduta accidentale dal tetto del camion utilizzato per il viaggio; in realtà la dinamica dell’incidente non è mai stata chiarita in modo convincente e molti hanno subito sollevato dubbi sul reale andamento dei fatti. Al funerale partecipa una folla impressionante e la sua fama di santità iniziò a prendere il volo.
Gli sarà tributata postuma la medaglia al valor militare con questa motivazione: “Fra i primissimi ad accorrere in difesa della sua terra oppressa dal nemico, partecipava a numerose azioni di guerra alla testa dei suoi partigiani che lo avevano eletto capo per l’indomito coraggio e l’alto spirito di sacrificio sempre ed ovunque dimostrati.
Nel 2015 esce il docufilm “Bisagno” realizzato dal regista Marco Gandolfo ed è un ritratto a tutto campo basato su testimonianze e documenti inediti.