La saga del Cavaliere ha ripreso linfa e vigore sabato scorso quando, a sorpresa, prima del tramonto, Berlusconi ha chiesto ai Ministri del Popolo della Libertà di sfilarsi dal Governo Letta, aprendo virtualmente una ennesima crisi politica. Governo sulla graticola, squassato da venti di tempesta. Come sovente è accaduto in questi cinque mesi di stramba maggioranza, retta da esponenti dei due maggiori poli, uniti per non far soccombere il Paese, ripetendo l’odissea greca.
 
Giorni di turbolenza per il Governo, tanto che oggi, acquistando il nostro giornale, l’Esecutivo Letta potrebbe già essere evaporato, inghiottito dalla voglia di far saltare il banco – per tornare al voto il più presto possibile – di Silvio Berlusconi, chiuso nel fortino di Arcore, spesso mal consigliato, sicuramente vendicativo nell’animo.
 
È destino, insomma, che il futuro italiano debba essere sempre contraddistinto dagli umori del Cavaliere. Condannato in terzo grado, in attesa di conoscere, nei prossimi giorni, se il Senato lo considererà decaduto dalla funzione e dunque fuori dalla politica istituzionale, ma sempre presente nella vita italiana, tanto da orientarne gli sviluppi. Stavolta, però, i ‘falchi’ del Popolo della Libertà, che lo hanno esortato a rompere gli indugi, rendendo vulnerabile il Governo Letta, non hanno fatto i conti con le eminenze grigie del movimento. Quelli che non avrebbero tradito Letta, in nome delle esigenze e delle attese di un Paese in perenne crisi economica, per nulla uscito dal guado dello spread e degli assalti in borsa degli speculatori.
 
Ha mal digerito l’invito pressante del Cavaliere il Vice-Premier Alfano, mica uno qualunque. A lui si sono accodati altri due Ministri, Quagliariello e Lorenzin. Anche il titolare del Ministro delle Infrastrutture, Lupi, ha nicchiato, non avallando minimamente la decisione di Berlusconi di mollare il Governo Letta, sognando un nuovo ritorno alle urne. C’è un rischio-scisma, insomma, in seno al Popolo della Libertà’ .
 
Con molti esponenti di spicco del movimento che, ormai a stento, comprendono le scelte del Cavaliere, tentati, chissà, di sfilarsi, di non confluire insomma nel nuovo partito che Berlusconi ha in mente, un rinnovato ‘Forza Italia’. No agli estremisti, agli sfascisti, a coloro che pensano solo a distruggere, ha sommessamente fatto notare l’ala moderata del Popolo della Libertà’. Inneggiando al paventato aumento dell’Iva – che il Governo avrebbe varato a breve – Berlusconi ha ritirato la fiducia, probabilmente provando a forzare la propria situazione, con la Giunta delle autorizzazioni del Senato chiamata a breve a decidere sulla sua decadenza da senatore in virtù della condanna inflittagli dai tribunali.
 
Sogna il ritorno alle urne, il Cavaliere, per vincere nuovamente le elezioni. Non ha considerato però l’ostracismo di Napolitano all’ipotesi (‘scioglierò le Camere solo se non ci sarà un’altra alternativa’), che, oggettivamente, ricaccerebbe il Paese in una spirale di grandissima instabilità. Via il Popolo della Libertà dal Governo? Potrebbe anche nascere un Letta-bis, sorretto dal PD, dai dissidenti (una ventina) di Grillo, dai vendoliani e, chissà, dai transfughi dal Cavaliere, quelli che, stufi dei suoi umori, gli darebbero clamorosamente le spalle, aprendo paradossalmente una profonda crisi in seno al centro-destra. 
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