Il Milan cade a Roma contro un avversario eccezionale e dopo aver disputato una partita tutto sommato dignitosa, Seedorf difende il proprio operato convocando una conferenza stampa ‘privata’, non concordata con il Milan, in cui chiarisce di sentirsi l’allenatore dei rossoneri anche per il futuro. Ma tutti i media italiani si concentrano ancora una volta su Mario Balotelli.
ROMA GRIGIA – Supermario, contro la Roma, ha agito nuovamente da prima punta, supportato da tre trequartisti. Non ha disputato una buona partita, visto che, nonostante qualche buon movimento e un discreto impegno in qualità di centravanti vero, non è mai riuscito a tirare in porta. Il rendimento del ‘numero 45’, con il passare dei minuti, è notevolmente calato e, dopo un brusco faccia a faccia con Taarabt, Seedorf lo ha sostituito con Pazzini. Uscendo dal campo, l’attaccante del Milan ha avuto un vivace ‘scambio di opinioni’ con l’allenatore.
NERVI A FIOR DI PELLE – Nel dopopartita, ai microfoni di ‘Sky’, un Balotelli visibilmente contrariato per la prestazione negativa e la sconfitta, è stato incalzato a proposito dei suoi atteggiamenti sbagliati e per la sua supposta incapacità (e voglia) di muoversi da prima punta.
L’attaccante del Milan, come suo solito, ha letto le critiche come provocazioni e, nel suo costante desiderio di essere protagonista, si è lasciato andare a risposte aggressive e sopra le righe. Ma, nonostante la scarsa capacità di autocritica (o di relazionarsi con i media) ha detto una grande verità: “Voi parlate sempre di Mario Balotelli: quando vince il Milan è merito di Mario, se perde è colpa mia. Io lo accetto, ma non serve a niente dire queste cose qua”.
EQUILIBRIO CERCASI – Il punto è proprio quello espresso dal Balotelli-infervorato nel post Roma-Milan. La stampa sportiva italiana non è certo un esempio di equilibrio: il Milan, dopo le 5 vittorie consecutive veniva oltremodo esaltato (nonostante i continui dubbi espressi sulla posizione di Seedorf) ma, a seguito di una dignitosa sconfitta contro un avversario di altissimo livello, tutto è parso da buttare. E Balotelli, nel bene e nel male, è sempre ‘nell’occhio del ciclone’: campione dopo un gol o un assist, diventa atleta svogliato e scostante se sbaglia una partita.
TUTELA DEL PATRIMONIO – Balotelli è e resta il maggior talento offensivo del Milan e della Nazionale, ma è molto lontano dall’essere un giocatore decisivo: le sue prestazioni risentono eccessivamente del suo umore. La costante pressione della stampa e degli addetti ai lavori non lo aiuta di certo: i toni esasperati (in positivo e in negativo), aggiungono costantemente pressione su un ragazzo tutt’altro che abile nel gestire la propria esuberante personalità e offrono all’attaccante alibi che non gli servono.
Mario Balotelli va sostanzialmente lasciato in pace: con i riflettori sempre puntati addosso, da un lato conosce esaltazioni esagerate e, dall’altro, vive un costante ‘senso di accerchiamento’ che favorisce il suo nervosismo e la sua incapacità di fare autocritica. Senza tutti questi sensazionalismi, invece, potrebbe davvero occuparsi di questioni calcisticamente sostanziali, cercando di diventare sul serio un ‘top player’. E l’Italia, in vista dei Mondiali, ne ha assolutamente bisogno.