Documenti inediti in mostra alla Galleria Palatina di Firenze. Tre documenti archivistici di Michelangelo; un disegno di Raffaello; il certificato di battesimo di Leonardo da Vinci e un testo che reca le sue postille; una lezione scritta di Galileo sull’Inferno di Dante; opere di Andrea Mantegna, Alessandro Allori e Giovanni Stradano; autografi di Girolamo Savonarola, Poliziano, Cosimo I de’ Medici, Joachim Winckelmann, Ugo Foscolo, Giuseppe Pelli Bencivenni, Giovanni Fabbroni, Pietro Vieusseux, Eugenio Barsanti, Vasco Pratolini, Eduardo De Filippo e Dino Campana, del Premio Nobel Eugenio Montale, presente anche con due inediti acquerelli. 
 
Tutto questo, e molto altro, è stato esposto nella mostra che ha aperto il programma di “Un an-no ad arte 2014” dal titolo Una volta nella vita. 
 
Tesori dagli archivi e dalle biblioteche di Firenze nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. Promossa dal Polo Museale Fiorentino, in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica della Toscana, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, il settore Biblioteche, Archivi, Istituti Culturali della Regione Toscana, Firenze Musei e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, la mostra è nata da un progetto sostenuto dalla Fondazione Florens per i beni culturali e ambientali. È stata diretta da Alessandro Cecchi (Direttore della Galleria Palatina) e curata dallo studioso e storico Marco Ferri. 
 
Obiettivo dell’esposizione, che ha proposto all’attenzione dei visitatori ben 133 pezzi tra documenti manoscritti, libri e disegni, provenienti da 33 enti cittadini,  è stato quello di offrire l’opportunità “unica” di ammirare tesori cartacei custoditi in alcuni dei principali “scrigni” culturali della città. 
Tra questi non è mancata una selezione di inediti, sequenza di “mai visti” di carta che arrivano da vari archivi e biblioteche. 
 
Il primo ha riguardato Michelangelo Buonarroti: una paginetta recante alcuni Schizzi di blocchi di marmo con sagoma per una crocifissione, in pratica le istruzioni per “cavare” dalla montagna alcuni blocchi lapidei tra cui uno a forma di croce pronto per essere scolpito. Mostrato a Vienna nel 1997, il documento custodito nell’Archivio della Fondazione Casa Buonarroti in Italia non è mai stato e-sposto in pubblico. 
 
Grazie alla mostra di Palazzo Pitti, per la prima volta si sono potuti ammirare anche antichi manoscritti, tra cui un corale del XIII secolo, provenienti dagli archivi della Misericordia di Firenze, del Convento della Santissima Annunziata e dei Buonuomini di San Martino, enti che non avevano mai effettuato prestiti.
 
E ancora: tra i documenti e i libri si segnalano il primo vocabolario della Crusca del 1612, l’edizione de Le vite di Vasari del 1568, il primo numero di Topolino del 1932, un copialettere di Bianca Cappello, una mezza dozzina di esemplari della Divina Commedia (tra cui una con le illustrazioni di Alessandro Botticelli), l’atto di concessione del re Luigi XI di Francia a Piero de’ Medici per inserire i gigli di Francia nello stemma della dinastia toscana, la legge di Pietro Leopoldo di Lorena che nel 1786 abolì la pena di morte nel Granducato di Toscana, il Libro di Montaperti, il Testamento di Folco Portinari, un papiro del I secolo avanti Cristo. 
 
A questa parata di meraviglie si sono aggiunti documenti e li-bri che arrivano da un archivio e da una biblioteca momentaneamente non accessibili al pubblico: l’Archivio dell’Accademia degli Immobili, che rappresenta la “memoria” documentaria del Teatro della Pergola, e la Biblioteca della Banca CR Firenze che dovrebbe aprire al pubblico entro il 2014 in via Bufalini. 
 
Nell’ambito della mostra, l’Accademia dei Georgofili ha proposto, tra i vari pezzi archivistici, anche un inedito disegno (degli anni Quaranta del Novecento per una pubblicazione per ragazzi) realizzato da Sergio Tofano, in arte Sto, mentre dalla Biblioteca degli Uffizi è arrivata una delle numerose missive appartenenti al fondo delle cosiddette “Carte Fedi”, in cui figurano le tante lettere – tutte inedite – raccolte da Anna Franchi che riportavano disegni e schizzi dei pittori macchiaioli più famosi, da Lega a Fattori, a Signorini. 
 
La mostra si è aperta con un pannello che riportava la lettera che Giovanni Fabbroni, quale rappresentante del Governo provvisorio delegato dalla Reggenza della Toscana, scrisse nel 1800 all’allora primo console di Francia, Napoleone Bonaparte, con cui richiese “protezione per le arti e la scienza e si implorano immunità e salvezza per tutti i pubblici stabilimenti destinati all’istruzione”. Prosegue poi con le teche, una per ogni ente, nelle quali sono visibili i “gioielli” selezionati per l’esposizione, ognuno corredato di didascalia. 
 
In aggiunta al percorso espositivo principale, una limitata sezione è stata dedicata alle conseguenze patite dal patrimonio archivistico e librario fiorentino in due momenti drammatici della storia cittadina: l’alluvione del 1966 e la bomba di via dei Georgofili del 1993. 
 
Nella teca che ha concluso il percorso, i visitatori hanno avuto la possibilità di vedere da vicino tre pezzi archivistici e librari ancora alluvionati e non restaurati, oltre a un libro sventrato dall’ordigno che esplose 21 anni fa. È stato un monito per tutti, per rammentare che il nostro patrimonio culturale, soprattutto quello “meno frequentato” dalle esposizioni, non solo è degno di essere ammirato, ma necessita di tutte le nostre attenzioni.
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