Alla parola Alpino la memoria ritorna subito a un’epoca di eroiche imprese. Formatisi il 15 ottobre 1872, gli Alpini sono il più antico corpo di fanteria da montagna attivo nel mondo, originariamente creato per proteggere i confini montani settentrionali dell’Italia con Francia, Impero austro-ungarico e Svizzera, nel 1888 furono inviati alla loro prima missione all’estero, in Africa, continente nel quale sono tornati più volte per combattere le guerre coloniali del Regno d’Italia. Il “battesimo del fuoco” avvenne durante la guerra di Abissinia. Fu una sconfitta plateale, inevitabile conclusione di una missione organizzata male e gestita frettolosamente.
E poi li vediamo ancora lì, appollaiati sulle alture in condizioni estenuanti a combattere il nemico austriaco durante la Prima Guerra Mondiale. E ancora nella Seconda, a fianco delle forze dell’Asse nel difficile teatro greco-albanese e sul fronte orientale, dove, impegnati sulla linea del Don subirono perdite gravissime prima della tragica ritirata nell’inverno 1942-1943.
Ancora oggi, in un mondo dove i conflitti vengono portati avanti da lontano, con i trattati economici e sul web, quei cappelli con la penna nera sanno ancora suscitare sentimento, curiosità e un po’ di commozione, come in migliaia hanno potuto constatare di persona a Treviso, in occasione della 90° Adunata Nazionale degli Alpini: l’adunata del Piave, il fiume sacro alla Patria.
Gli alpini hanno marciato per le strade. Orgogliosi portano i loro stendardi. Cori. Fanfare. Il tricolore italiano sventola ovunque. Qui non c’è ideologia di destra o di sinistra. Solo sano senso di appartenenza a una Storia, anzi a una Memoria. E anche se chi ha combattuto allora, oggi non c’è più, gli eredi di quegli uomini sono qui, a far sentire l’eco dei loro cuori. Portando con onore ciò che è stato del proprio padre o nonno. Sono arrivati da tutto il mondo: Argentina, Canada, Stati Uniti.
Perché finita la guerra, in molti partirono alla ricerca di una situazione di vita più favorevole, peraltro come molti fanno al giorno d’oggi venendo in Italia.
L’adunata 2017 si è svolta a cavallo di tre intense giornate. Sulle note della fanfara della Brigata Julia e il picchetto armato del 7º Alpini, la 90ª Adunata nazionale di Treviso ha ufficialmente preso il via con l’alzabandiera in Piazza della Vittoria e in contemporanea anche presso il Sacrario del Monte Grappa, a Moriago della Battaglia, al Sacrario di Nervesa della Battaglia e a quello di Fagarè, in omaggio all’adunata del Piave e in ricordo del centenario della Grande Guerra, tutti nella provincia di Treviso. Dopo le prime 48 ore scandite da eventi e incontri, è arrivato il momento dell’adunata vera e propria. Una giornata che ha visto sfilare nel centro storico della città centomila “penne” con la resa degli onori in Piazza della Vittoria.
Fra di loro c’era anche Silvio Biasetti, arrivato a spegnere 104 candeline, l’alpino più anziano.
E a proposito di record, la domenica è riuscito a fare il suo ingresso anche Iroso, il mulo quarantenne, salvato in extremis dalla fine meno nobile della macelleria. L’ultimo ad aver prestato servizio nel 7° Reggimento.
Treviso dunque è stata invasa da queste simpatiche bestiole, simbolo anch’essi appartenenti al corpo alpino. Già, lassù sulle montagne non si può certo “fieramente” andare al galoppo di qualche nobile destriero. I muli, invece, infaticabili avanzavano e arrivavano ovunque, portandosi sul dorso di tutto: viveri, armi e il necessario per provare a sopravvivere nelle gelide notti in alta quota. Se per le giovanissime generazioni l’immaginario del mulo riporta al logorroico Ciuchino della saga di Shrek, oggi, a Treviso, insieme ai loro genitori hanno potuto scoprire un nuovo volto.
La 39° Adunata degli Alpini non è solo Storia o eventuale occasione di nostalgia.
Le scuole locali si sono ingegnate per essere soggetti pulsanti in questa speciale tre giorni. Anche la tecnologia ha lasciato il segno, passando per Facebook e gli altri social network: post, tweet, condivisione totale. Sulla pagina specifica Adunata Ana sono stati pubblicati video, foto e soprattutto commenti.
Uno su tutti, è capace d’incarnare la più nobile e sincera semplicità: “Adunata fantastica. Sono ancora con il cuore a Treviso”.