La Valle dei Templi conserva uno straordinario patrimonio monumentale e paesaggistico (Ph Lorenzo Paciaroni da Pixabay)
Per la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo ad Agrigento più di trecento bambini, accompagnati dai genitori, hanno partecipato all’archeogimkana gastronomica che si è svolta in sette tappe (sette storie di cibo) lungo il percorso paesaggistico della Valle dei Templi. I bambini hanno potuto sperimentare nei laboratori grafici e creativi le ricchezze del territorio della Valle: mandorle, vino, olio, latte, formaggio, miele, spezie, ricchezze alimentari già note e in uso nell’antica Akragas e alla fine della giornata anche gustarle.
Ma l’idea della narrazione gastronomica parte dalla partecipazione all’Expo di Milano di “7 Storie di cibo/Food Stories” che Giuseppe Parello, direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, ha realizzato.
 
La partecipazione all’Expo si è inserita nell’ambito dell’offerta di didattica e dei beni culturali con un’attenzione particolare rivolta all’alimentazione nel mondo antico. Con l’approccio al passato attraverso la mitologia, in sette storie si raccontano gli usi alimentari dell’antica Grecia e come un filo conduttore senza soluzione di continuità, si scoprono le produzioni attuali che furono le stesse nei secoli avanti Cristo quando Agrigento assunse il nome di Akragas con le sue colture di olive, vite, mandorli, miele e con l’allevamento di api e capre giurgintane.
“La duplice natura del Parco, archeologica e paesaggistica, conferisce a tale offerta formativa un approccio integrale che, recuperando la storia di un territorio, ne esalta le potenzialità naturalistiche sempre attuali”. 
Con queste parole l’architetto Parello traccia il percorso che inevitabilmente porta alla conoscenza di un territorio quale quello della Valle dei Templi ancora oggi immutato nel tempo, grazie alla cura che negli ultimi anni la direzione del Parco gli ha riservato.
La prima delle 7 storie ha inizio con la fondazione di Akragas avvenuta nel 580 a.C. ad opera di Archestrato di Gela che fu un poeta gastronomo. Nella valle non sono mai mancati aromi quali l’origano, la salvia, il timo, la menta e il rosmarino, essenziali per una cucina leggera ma gustosa. Non poteva mancare, ed è la seconda storia, il racconto della nascita del mandorlo. Albero bellissimo e profumatissimo, è figlio di un amore infelice e la leggenda narra che Fillide follemente innamorata di Acamante lontano da lei perché in guerra a Troia, credendolo morto impietosì a tal punto la dea Atena che la trasformò in un mandorlo. Quando Acamante tornò dalla guerra abbracciò l’albero così forte che sui rami sbocciarono dei fiori. Ad Agrigento si trova anche un museo del mandorlo in cui fanno mostra di sé rare specie di questi alberi. 
Nella Valle aleggia anche un’altra leggenda che narra la storia di Zeus (Giove). Appena nato la madre Rhea, per allontanarlo dalle ire del padre Cronos, lo affidò alla capra Amalthea e all’ape Melissa perché non gli mancassero latte e miele. Il corno della capra, cornucopia, pieno di fiori e frutti, diventerà simbolo di abbondanza. Altri miti, altre storie vedono protagonista la Valle dei Templi e tutte riconducono ai prodotti della terra, ai valori del territorio che insieme sono i valori degli affetti familiari.
 
Akragas fu anche una città ospitale grazie a cittadini come Tellias, V secolo a.C., ricco e generoso che non mancò mai di ospitare gli stranieri che arrivavano in città e, secondo le abitudini del tempo, offriva loro del vino mischiato con acqua in un grande vaso (cratere) che veniva versato nelle coppe (kylikes), oggetti rinvenuti nelle tombe come corredo del defunto.
Grazie ad un lavoro di costante manutenzione, gli ulivi della valle producono un ottimo olio dal nome Diodoros e lo stesso nome porta il vino che viene prodotto nello stesso territorio.
Mentre in Grecia Ippocrate diffondeva la sua medicina e suggeriva: “Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”, ad Akragas nel IV secolo a.C. ad Asklepios fu dedicato un santuario fuori le mura della città e furono annesse delle costruzioni per il ricovero di pellegrini in quanto gli antichi credevano che il dio, comparendo in sogno agli ammalati, indicasse loro le cure di cui necessitavano.
 
La Valle dei Templi, già iscritta nella Lista del Patrimonio mondiale, ha ottenuto un prestigioso riconoscimento da parte dell’Unesco: la “Dichiarazione di Eccezionale Valore Universale”, in una sigla Devu. I criteri per l’assegnazioine del prestigioso riconoscimento confermano ancora una volta l’eccezionale testimonianza di architettura greca rappresentata dai templi agrigentini, il ruolo rivestito dalla città nelle dinamiche storiche del Mediterraneo antico, nonché la straordinaria integrità ed autenticità del sito archeologico, non alterato da invasive operazioni di restauro. 
La Dichiarazione esalta in modo particolare i benefici che derivano della normativa specifica che tutela la vasta area archeologica della Valle, con l’istituzione dell’ente Parco Archeologico e paesaggistico Valle dei Templi, a cui si devono i numerosi interventi, compiuti negli ultimi anni, volti all’incremento e al miglioramento dell’offerta culturale, nel segno di uno stretto rapporto con l’utenza, coinvolta in percorsi archeologici e naturalistici. La Dichiarazione premia le scelte in ordine all’accessibilità dell’area archeologica, estesa ai soggetti con disabilità e dotata anche di mezzi di trasporto elettrici. Una nota di merito riguarda infine il recupero delle antiche colture biologiche. 
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