Compleanno lungo 1700 anni per il Sacro Militare Ordine Costantiniano riconosciuto dall’Onu e con delegazioni negli Usa

L’origine del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio risale niente meno che all’Imperatore Costantino, il quale adottò il motto “In hoc signo vinces”, dopo l’apparizione della Croce presso ponte Milvio, a Roma, nel 312 -esattamente 1.700 anni fa-, prima di affrontare e vincere in battaglia il rivale Massenzio. 

 
Tanto che le iniziali del motto, I.H.S.V., ancora oggi si trovano alle estremità dei bracci della croce greca gi-gliata di color porpora, che costituisce la decorazione dell’Ordine. Al centro, v’è il monogramma greco di Cristo XP, affiancato dalle lettere alfa e omega.
 
L’Ordine sorse come riconoscimento, come ci conferma mons. Arnaldo Morandi, Cavaliere di Grazia Ecclesiastico della delegazione di Lombardia e rappresentante dell’Ordine per la provincia di Brescia: “Sì, fu il riconoscimento dato dall’Imperatore Costantino a quella legione romana, che accompagnò l’Imperatrice Elena nel suo pellegrinaggio in Terra Santa alla ricerca delle reliquie della Cristanità, reliquie devotamente conservate ancora oggi nella Basilica della Santa Croce di Gerusalemme, a Roma”. A tale legione fu dato il fregio aureo, che diede inizio alla storia dell’Ordine Equestre più antico tra quelli a carattere religioso tuttora esistenti.
 
Il primo documento conosciuto giunto sino a noi risale al 1190 ed è lo statuto riformato dall’Imperatore d’Oriente Isacco IV Angelo Flavio Comneno. Il Gran Magistero si trasmise poi nel corso dei secoli in modo ininterrotto fino all’ultimo discendente della Famiglia Comneno, privo di eredi. Per evitarne l’estinzione, trasferì l’Ordine al Duca di Parma, Francesco Farnese, passaggio sanzionato da Papa Innocenzo XII con la bolla “Sincera Fidei” del 24 ottobre 1697. 
 
Papa Clemente XI, con la bolla “Militantis Ecclesiae” del 27 maggio 1718, pose invece l’Or-dine sotto la protezione della Santa Sede ed accordò privilegi abbaziali al Gran Priore.
L’ultimo Duca di Parma, An-tonio Farnese, trasferì la suprema dignità dell’Ordine a Carlo di Borbone, figlio della nipote Elisabetta Farnese e di Filippo V Re di Spagna. Di nuovo si tramandò di generazione in generazione sino all’ultimo Re delle Due Sicilie, Francesco II.
 
L’unificazione d’Italia nel 1861 privò l’Ordine Costantiniano dei beni materiali, ma la Real Casa di Borbone delle Due Sicilie ne mantenne il Gran Magistero, trattandosi di un Ordine dinastico familiare. L’attuale Gran Maestro è Sua Altezza Reale il Principe don Carlo di Borbone delle Due Sicilie, XVIII Duca di Castro.
 
Tra gli obiettivi dell’Ordine Costantiniano vi sono la glorificazione della Croce, la testimonianza e la propagazione della fede, nonché la difesa di Santa Romana Chiesa. Gli ambiti di attività sono opere sociali di assistenza ospedaliera e beneficenza, oltre alle iniziative in campo culturale per la rivalutazione della storia dell’antico Regno delle Due Sicilie.
 
L’Ordine è riconosciuto formalmente dallo Stato Italiano. Ha una delegazione anche negli Stati Uniti d’America, affidata al dottor Michael Joseph Sullivan, mentre Priore ne è il Card. Theo-dore Edgar McCarrick, Arcive-scovo Emerito di Washington. Altre delegazioni sono presenti in Belgio, Gran Bretagna, Irlan-da, nel Principato di Monaco ed in Polonia. Inoltre, è rappresentato in numerosi altri Stati ed all’Onu.
 
Dall’esterno l’Ordine potrebbe sembrare una realtà antistorica: quale invece la sua attualità? “Realtà come questa – spiega mons. Morandi – oggettivamente fondate e quindi non inventate, certo vengono da lontano, ma non sono per questo né vecchie né superate. Rappresentano piuttosto il legame vero e profondo con le nostre radici storiche ed in questo consiste la loro attualità, capace di vivere ideali metastorici rispondendo con essi alle moderne povertà ed ai nuovi bisogni”.
 
Gli Ordini possono avere un ruolo, dunque, nel recupero di idealità a fronte del vuoto generale di valori, proprio della società di oggi? “Eh sì, se ciò non fosse, se gli Ordini fossero soltanto delle messinscene o se fossero limitati soltanto ai loro aspetti esteriori, non servirebbero assolutamente a nulla. Purtroppo – continua mons. Morandi – ci sono tante persone alla ricerca di di patacche. Questo non va bene, né serve. Occorre prestare la massima attenzione, perché ci sono in giro bande di truffatori, che inventano Ordini inesistenti o estinti -tipo i Templari-, magari raccogliendo denaro in cambio di riconoscimenti fasulli”. 
 
Non a caso gli Ordini veri, come quello Costantiniano, vengono garantiti da una figura spirituale, da un Gran Priore, che normalmente è un cardinale. Inoltre, sono riconosciuti dagli Stati: “Certo, un Cavaliere Costantiniano, per essere tale, per veder riconosciuto il suo titolo – prosegue mons. Morandi- deve fare domanda al Presidente della Repubblica. Sono questi i passaggi, che caratterizzano la verità di un Ordine. E qui mi rivolgo ai lettori: state attenti, prima di dar soldi a qualcuno che vi promette titoli”. 
Certo, occhio alle truffe,  però pronti a riconoscere il bene fatto nei secoli dall’Ordine Costantiniano.
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