Snow, and blue skies: the last days of January are known in Italy as Giorni della Merla (Copyright: Dreamstime)

Winter is such a fantastic time of the year. It’s my favorite season and I just love it. The snow, the chilly air, the color of the sky. Everything is just perfect. 

Winter is also a season that lends itself fantastically to storytelling, with all that “gathering around the fireplace with hot cocoa” type of atmosphere permeating the air and, indeed, there are many winter stories to tell, from every corner of the world, Italy included. 

From the magical fir trees of Valle d’Aosta in the nights of December,  we’ll pass  to the colder days of January, known in Italy as the Giorni della Merla, and see how they  are celebrated around the country. 

But now, put on that scarf and hat: we’re starting from the Alps!

The derbé of Cogne

Legends say that in the area between Crétaz and the Valtoney woods, in Valle d’Aosta, not all fir trees are the same. Majestic and beautiful, they all are, but there was one that…was able to walk around and follow passersby. Nighttime travelers used to talk about a derbé — a leafy fir tree, in dialect — born without roots and able to go after them in the woods. The derbé  didn’t want to harm anyone: actually, it wanted to protect travelers who seemed to fear the dark and the cold of winter nights the most. Apparently, it also had a penchant for gossip, and liked to listen to people’s conversations a lot. 

It would follow wanderers all the way to the village of Cogne, a bit protective and a bit nosy, just like an old friend. But not everyone appreciated its presence. One night, a particularly upset man, tired of having the old derbé around, picked up his rifle and shot at it in the dark, hurting its centuries-old trunk: sore and humiliated, the derbé retreated into darkness and was never seen again. The people of Cogne remember it every  year  at Christmas when they decorate a large fir tree in the village’s main  square. And, I bet, every time they take a winter walk in the woods and a show covered derbé seems to look at them benevolently. 

Now, let’s rest for a moment under its branches, heavy with lights, ornaments and cookies and let’s have a mug of vin brûlé to warm ourselves up. We have more stories to tell. 

I  Giorni della Merla

Let’s leave our walking fir tree  in December  and  move into the new year. Traditionally, January is considered the coldest month  of the year in Italy, especially its last  three days, the 29th, 30th and 31st, which we call Giorni della Merla, or the “female blackbird days.” Weather experts debunked this myth, but Italians still love the legend, without a doubt tied for many of them to beautiful childhood memories. 

You see, blackbirds, or so the story goes, used to be as white and snow and used to collect food to keep in their nest during the early weeks of winter, so that  they could survive the icy days of January without leaving  it: their aim was to finally peak out of their home only when  the sun was back high in the sky. And so did they, a long time ago, finally flying out  of their tree on the 28th of January, mocking the winter with their chirping: the cold  season did no longer frighten them! 

But Winter didn’t appreciate  all that joy and  chit-chat, nor the birds’  benevolent mocking, so it sent out the coldest, iciest of winds, that froze the  earth over and  destroyed all of the blackbirds’ nests. Left without shelter, they found refuge in chimneys, comforted by their warmth. But when the storm ended in February and they flew out in the sky again, their feathers had turned black because of the sooth they had lived in for the past three  days. 

This is why, we all learned as children, blackbirds are  black. 

And as you would expect in Italy, where each region has different traditions and stories, the Giorni della Merla are lived and celebrated in  many a way across the country. In  some areas of the North, for instance, namely in Lodi  and  in the Cremona province,  this time of the year is honored with singing. In Lodi,  two groups of  people stand on the  opposite  banks of the Adda River   and  sing to each  other a song, one verse each. 

In many villages around Cremona survives a similar tradition, with groups of people gathering, often dressed in traditional costumes, either in the main square, in front of the local church, along the river or around a bonfire, to sing traditional songs. 

In many regions of Italy,  like Friuli, Piemonte and Liguria, people would  based the  weather forecast for the following months on those three  days: January would be like the 29th, February like the 30th and March like the 31st. That’s interesting: shall we see if our grand parents were right with that?

L’inverno è un periodo dell’anno fantastico. E’ la mia stagione preferita e mi piace molto. La neve, l’aria fredda, il colore del cielo. Tutto è semplicemente perfetto. 

Ed ha il periodo natalizio. Cosa si può volere di più? 

L’inverno è anche una stagione che si presta in modo fantastico alla narrazione, con tutto quel “raccogliersi intorno al camino con della cioccolata calda” che profuma l’aria e, infatti, ci sono molte storie invernali da raccontare, da ogni angolo del mondo, Italia compresa. 

Dai magici abeti della Valle d’Aosta delle notti di dicembre, passeremo ai giorni più freddi di gennaio, conosciuti in Italia come i Giorni della Merla, e vedremo come vengono celebrati in tutto il paese.

Indossate sciarpa e cappello: partiamo dalle Alpi!

Il derbé di Cogne

Le leggende dicono che nella zona tra Crétaz e i boschi della Valtoney, in Valle d’Aosta, non tutti gli abeti sono uguali. Tutti sono maestosi e belli ma ce n’era uno che….sapeva camminare e seguire i passanti. I viaggiatori notturni parlavano di un derbé – abete frondoso, in dialetto – nato senza radici e capace di inseguirli nei boschi. Il derbé non voleva fare del male a nessuno: in realtà, voleva proteggere i viaggiatori che sembravano temere maggiormente il buio e il freddo delle notti invernali. A quanto pare, aveva anche un debole per i pettegolezzi e amava molto ascoltare le conversazioni della gente. 

Seguiva i vagabondi fino al villaggio di Cogne, un po’ protettivo e un po’ ficcanaso, proprio come un vecchio amico. Ma non tutti ne apprezzavano la presenza. Una notte, un uomo particolarmente sconvolto, stanco di avere il vecchio derbé intorno, prese il fucile e gli sparò contro nel buio, ferendone il tronco secolare: dolente e umiliato, il derbé si ritirò nel buio e da allora non si vide più. 

Gli abitanti di Cogne lo ricordano ogni anno a Natale quando decorano un grande abete nella piazza principale del paese. E, scommetto, ogni volta che fanno una passeggiata invernale nel bosco e un derbé sembra guardarli con benevolenza. 

Ora, riposiamoci un attimo sotto i suoi rami, carichi di luci, ornamenti e biscotti e beviamo una tazza di vin brûlé per riscaldarci. Abbiamo altre storie da raccontare. 

I Giorni della Merla

Lasciamo l’abete che cammina nel mese di dicembre e passiamo all’anno nuovo. Tradizionalmente, gennaio è considerato il mese più freddo dell’anno in Italia, soprattutto nei suoi ultimi tre giorni, il 29, 30 e 31, che chiamiamo Giorni della Merla. I meteorologi hanno sfatato questo mito, ma gli italiani amano ancora le leggende, senza dubbio legate, per molti di loro, a bellissimi ricordi d’infanzia. 

Vedete, i merli, o almeno così dice la storia, un tempo erano bianchi e candidi come la neve e solevano raccogliere il cibo da tenere nel loro nido durante le prime settimane d’inverno, per poter sopravvivere alle gelide giornate di gennaio senza lasciarlo: il loro scopo era quello di mettere il becco fuori dal nido solo quando il sole era tornato alto nel cielo. E così hanno fatto, molto tempo fa, volando finalmente fuori dal loro albero il 28 gennaio, deridendo l’inverno con il loro cinguettio: la stagione fredda non li spaventava più! 

Ma l’inverno non apprezzò tutta quella gioia e quel cinguettare, né la benevola beffa degli uccelli, così mandò fuori il più freddo, il più gelido dei venti, che congelò la terra e spazzò via tutti i nidi dei merli. Rimasti senza riparo, trovarono rifugio nei camini, confortati dal loro calore. Ma quando la tempesta finì a febbraio e i merli volarono di nuovo in cielo, le loro piume erano diventate nere a causa della tranquillità in cui avevano vissuto negli ultimi tre giorni di gennaio. 

E come ci si aspetterebbe in Italia, dove ogni regione ha tradizioni e storie diverse, i Giorni della Merla sono vissuti e celebrati in molti modi in tutto il paese. In alcune zone del Nord, ad esempio, a Lodi e nella provincia di Cremona, questo periodo dell’anno è onorato con il canto. A Lodi, due gruppi di persone stanno sulle sponde opposte dell’Adda e cantano una canzone, un verso ciascuno. 

In molti paesi del Cremonese sopravvive una tradizione simile, con gruppi di persone che si riuniscono, spesso in costume tradizionale, nella piazza principale, davanti alla chiesa locale, lungo il fiume o attorno a un falò, per cantare canzoni tradizionali. 

In molte regioni d’Italia, come il Friuli, il Piemonte e la Liguria, le previsioni del tempo per i mesi successivi si basano su quei tre giorni: gennaio sarà come il 29, febbraio come il 30 e marzo come il 31 gennaio. Interessante: vediamo se i nostri nonni avevano ragione?

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