La tradizione della Vogalonga ebbe inizio nel 1974. Da allora è uno spettacolo internazionale che inizia con l’alzaremi a San Marco (Ph. Luca Ferrari)

Che lo show più genuino e verace, abbia inizio e continui per sempre! Dopo la festa della Sensa, a Venezia è il giorno della Vogalonga, uno degli eventi più attesi dal popolo veneziano e non solo. Al nastro di partenza quasi 2.000 imbarcazioni con oltre 7300 partecipanti provenienti da 40 diversi Paesi del mondo.
La Vogalonga è una manifestazione non competitiva nata negli anni ‘70 per combattere il moto ondoso, ripristinare le tradizioni veneziane e contribuire a diffondere attenzione per l’ambiente e la natura. Anno dopo anno, l’evento, l’attenzione e la partecipazione sono cresciute di pari passo. La 47° edizione è stata un tripudio di imbarcazioni di tutte le forme e dimensioni, rigorosamente a remi: insieme alle “locali” gondole, caorline, pupparini, mascarete e sandoli, anche kayak, dragon boat, catamarani e molte altre ancora. In linea con lo spirito della manifestazione, i proventi delle iscrizioni della manifestazione sono stati devoluti al mondo della voga, a eccezione di una quota del 20% destinata a finanziare una ricerca universitaria sul contenimento del moto ondoso. Anche in questa edizione è stato attribuito il premio “Lino Toffolo”, per la barca più stravagante, simpatica, e ingegnosa. Quest’anno la giuria è stata presieduta da Renato Pozzetto, uno dei più cari amici del comico di Murano (1934-2016).

Con la sola eccezione dell’anno post pandemia (2021), il percorso è quello tradizionale di 30 km, da concludere entro sei ore, con partenza al colpo di cannone alle ore 9 dal Bacino di San Marco. Il tragitto si è “snodato” lungo le isole di Sant’Elena, delle Vignole, di Sant’Erasmo e di San Francesco del Deserto, arrivando poi a Burano, quindi costeggiando le isole di Mazzorbo, Madonna del Monte e San Giacomo in Paludo, arrivando infine a Murano, con l’attraversamento del suo ‘Canal Grande’.

Se a Burano solitamente molti equipaggi fanno un break per rifiatare, a Murano c’è il primo assaggio di “gloria umana”, sempre molto sentita ed espressa. Almeno quest’anno, il meteo è stato decisamente cordiale con la carovana acquea, proponendo temperature primaverili appena sopra le medie stagionali. Un ultimo sforzo e finalmente il ritorno sull’isola di Venezia, il tripudio lungo tutto il canale di Cannaregio con l’attesa passarella. Sulle due sponde dell’omonimo canale, è stata una festa tra incitamenti e applausi costanti. Adulti, giovani e piccini, tutti insieme. Chi ad altezza laguna, chi appollaiato su qualche barca ormeggiata, chi addirittura affacciato dalla finestra di casa, ma anche dal maestoso ponte dei Tre Archi da cui si può godere una vista e una panoramica davvero impareggiabili. Ed è proprio all’arrivo a ridosso di quest’ultimo che si consuma sempre un po’ di traffico, con le forze dell’ordine impegnate e smaltire il passaggio, direttamente in acqua!

Le barche sono un collage di colori, decorazioni, bandiere e generazioni. Da chi è venuto da lontano (Francia, Olanda, Serbia, Germania, Ungheria, etc.) e chi è di casa, indossando orgogliosi la casacca della remiera di appartenenza. Ecco poi l’alzaremi per San Marco e Venezia, per un’ulteriore scarica di applausi, prima di passare sotto l’altro ponte del canale di Cannaregio, il ponte delle Guglie, e quindi sbucare in Canal Grande destinazione Punta della Dogana di fronte a San Marco, per prendere medaglia e diploma di partecipazione.

Non importa su cosa hai navigato. Non importa da quale angolo del pianeta tu sia venuto. Tutti alla fine hanno lo stesso sguardo e il medesimo pensiero: “la Vogalonga è un atto d’amore per Venezia e l’acqua che la circonda, per la sua laguna e le sue isole”. Lo vedi impresso sulle facce affaticate di chi è in acqua. Lo vedi nei sorrisi e nelle smorfie di fatica di chi voga per ore. Sono-siamo tutti qua, per vivere una città nel suo modo più genuino e naturale. Un giorno lo racconteremo ai nostri figli, che già ci stanno guardando.
“Sono veneziano, e anch’io vogo ma bisogna essere ben allenati per la Vogalonga” ci racconta Paolo, cercando di contenere le corse sfrenate lungo la fondamenta di Cannaregio dei propri figli. “Adoro assistere a questa manifestazione. Chissà, magari un giorno la faremo tutti insieme”. Se questa città così incredibilmente affascinante e allo stesso tempo fragile, verrà preservata alle generazioni future, il merito sarà anche di eventi tradizionali e popolari come questi. Venezia è viva come non mai. Venezia non intende essere il parco dei divertimenti di niente e di nessuno. Venezia non è una piazza a uso e consumo. Venezia è l’unica e sola artefice del proprio destino, e la sua amata Vogalonga è qui a scandirlo e tramandarlo.


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