The Montecchis’ house, with its Ghibelline crenellations (Photo: OlenaSign/Dreamstime)

If you think about it, Verona, one of our most beautiful cities, has been made world-famous by a Briton. And certainly not a random one: William Shakespeare. The Bard – this is what the residents of the land of Albion like to call him – chose this elegant Veneto town with ancient Roman origins as the backdrop for what is, perhaps, his most iconic tragedy, Romeo and Juliet.

Since the first time the play was represented, back in 1597, the names of its two young and tragic protagonists, and that of the città Scaligera, became almost one thing, to the point I sometimes wonder why no one says that Verona – and not Paris! – is the city of Love … I guess it may have to do with the fact Romeo and Juliet’s love story didn’t end up that well.

 But I don’t want to spoil the ending, in case there is still someone not familiar with the plot, unlikely as it may be: I would rather focus on … location. The house of Juliet, with its famous balcony and statue, is part of almost every tour of Verona: everyone knows about it, people send love letters to its address and, while the building is not where the Capuletis truly lived, it remains a beloved stop for tourists. It’s not quite the same for Juliet’s young paramour, Romeo: heir to the wealthy and powerful Montecchi family, his home is perhaps not as well-known as his lover’s. But that doesn’t mean you can’t go check it out, although only from the outside, as it is a private residence. You can, however, get a feel for it – and a good meal – on what used to be the Montecchis’ first floor, where today we find an osteria.

The Montecchis’ palace is at the very heart of Verona’s historic center, in a quiet alley called via Arche Scaligere, away from the bustle of larger and busier streets, but not far from Juliet’s house. With it, and with Juliet’s tomb, it’s part of what we commonly know as “la Verona di Shakespeare,”  itineraries and places linked with the playwright’s work. Once upon a time, it wouldn’t have taken long for Romeo to reach his beloved’s balcony: between the lovers’ homes, there were only the local Botanical Gardens – which are still there today, as a matter of fact. Now, before we begin describing how beautiful and rich of history the building is, a short note: we are not sure whether the Montecchis, who was a real Veronese family just like the Capuletis, really lived in this house or not. However, we know the Montecchis did live in the area of via Arche Scaligere, so we are definitely in the right part of town. The building is one of the best preserved Medieval residences in town and it strikes for two specific features: its red-brick façade and its original Ghibelline crenellations, which surmounts part of it. Yesterday as today, the home develops around a court which is, however, not visitable, because private.

While we imagine a handsome Romeo looking out of one of the home’s windows, let’s talk about history: the history of the building, of course, but also the history of the Montecchi family. We mentioned the characteristic swallow-tail crenellations that top the central part of the building: Ghibelline crenellations. The Ghibellines, during the late Middle Ages and the early years of the Renaissance, between the 13th and the 14th century, were those who wanted the Holy Roman Empire to be more influential in the peninsula, while their rivals, the Guelfs, supported the Pope. The two rival factions created unrest in many of Italy’s comuni, including Verona. Their conflicts were bloody, violent, and very common, with power passing from one side to the other incredibly often. In Verona, just like in any other Italian town of the time, every powerful family would take a side and would often be quite vocal about it: the crenellation of Romeo’s house tells us that its inhabitants were certainly on the Emperor’s side.

The Ghibelline crenellations on the building (Photo: lindasky76/Shutterstock)

Indeed, historical records do confirm that the Montecchis were Ghibellines and supporters of Ezzelino da Romano, who became a leader not only in Verona but in the whole Veneto region. When, in 1259, Ezzelino died, the Consiglio, Verona’s very influential town council, nominated Mastino I Della Scala capitano del popolo, that is, leader of the commune, for his entire life: it was the beginning of the Della Scala family domination on Verona. Now, the Montecchis weren’t too happy about it, because the rise to power of one family meant they would likely lose power themselves. That’s why, in 1325 they, along with other local noblemen, conspired against the Della Scalas. Their scheming was discovered and the Montecchis, along with all other conspirators, were banned from Verona and deprived of all their belongings. For some, it is at this stage that Romeo’s home – if it really belonged to the Montecchis, that is – was “reassigned” to the Nogarolas, who were faithful to the Della Scalas.

Shakespeare never explained why the Capuletis and the Montecchis were arch-enemies, but considering the political orientation of the latter, it is easy to imagine the former may have been imagined as Guelfs by the Bard. Dante himself mentions the two families in the Sixth Canto of Purgatory when he mentions the contrasts between Guelfs and Ghibellines: another nod to the historicity of the two families and to how, very often, poetry and real life can easily become one thing.

Se ci pensate, Verona, una delle nostre città più belle, è stata resa famosa nel mondo da un inglese. E non certo uno a caso: William Shakespeare. Il Bardo – così amano chiamarlo gli abitanti della terra d’Albione – scelse questa elegante cittadina veneta dalle antiche origini romane come sfondo per quella che è forse la sua tragedia più iconica, Romeo e Giulietta.

Dalla prima rappresentazione della commedia, nel lontano 1597, i nomi dei suoi due giovani e tragici protagonisti, e quello della città scaligera, sono diventati quasi una cosa sola, al punto che a volte mi chiedo perché nessuno dica che Verona – e non Parigi! – è la città dell’Amore… Credo che abbia a che fare con il fatto che la storia d’amore di Romeo e Giulietta non finì poi così bene.

Ma non voglio rovinare il finale, nel caso ci sia ancora qualcuno che non conosce la trama, per quanto improbabile: preferisco concentrarmi sulla… location.

La casa di Giulietta, con il suo famoso balcone e la sua statua, fa parte di quasi tutti i tour di Verona: tutti la conoscono, la gente manda lettere d’amore al suo indirizzo e, anche se l’edificio non è quello in cui i Capuleti vissero veramente, rimane una tappa amata dai turisti. Non è lo stesso per il giovane fidanzato di Giulietta, Romeo: erede della ricca e potente famiglia Montecchi, la sua casa non è forse così nota come quella della sua amata. Ma questo non significa che non si possa andare a visitarla, anche se solo dall’esterno, dato che si tratta di una residenza privata. Tuttavia, è possibile farsi un’idea – e un buon pasto – in quello che era il primo piano dei Montecchi, dove oggi si trova un’osteria.

Il palazzo dei Montecchi si trova nel cuore del centro storico di Verona, in un tranquillo vicolo chiamato via Arche Scaligere, lontano dalla confusione delle strade più grandi e trafficate, ma non lontano dalla casa di Giulietta. Con essa, e con la tomba di Giulietta, fa parte di quella che comunemente conosciamo come “la Verona di Shakespeare“, itinerari e luoghi legati all’opera del drammaturgo. Un tempo, Romeo non ci avrebbe messo molto a raggiungere il balcone della sua amata: tra le case degli innamorati, infatti, c’era solo l’Orto Botanico locale, che c’è ancora oggi. Ora, prima di iniziare a descrivere la bellezza e la ricchezza storica dell’edificio, una breve nota: non siamo certi che i Montecchi, che erano una vera famiglia veronese proprio come i Capuleti, abbiano realmente vissuto in questa casa o meno. Sappiamo però che i Montecchi abitavano nella zona di via Arche Scaligere, quindi siamo sicuramente nella zona giusta della città. L’edificio è una delle residenze medievali meglio conservate della città e colpisce per due caratteristiche specifiche: la facciata in mattoni rossi e l’originale merlatura ghibellina che ne sormonta una parte. Ieri come oggi, la casa si sviluppa intorno a una corte che però non è visitabile, perché privata.

Mentre immaginiamo un bel Romeo affacciato a una delle finestre della casa, parliamo di storia: la storia dell’edificio, naturalmente, ma anche la storia della famiglia Montecchi. Abbiamo accennato alla caratteristica merlatura a coda di rondine che sormonta la parte centrale dell’edificio: una merlatura ghibellina. I Ghibellini, durante il tardo Medioevo e i primi anni del Rinascimento, tra il XIII e il XIV secolo, erano coloro che volevano che il Sacro Romano Impero fosse più influente nella penisola, mentre i loro rivali, i Guelfi, sostenevano il Papa. Le due fazioni rivali crearono disordini in molti comuni italiani, tra cui Verona. I loro conflitti erano sanguinosi, violenti e molto comuni, con il potere che passava da una parte all’altra incredibilmente spesso. A Verona, come in ogni altra città italiana dell’epoca, ogni famiglia potente si schierava da una parte e spesso lo faceva a voce alta: la merlatura della casa di Romeo ci dice che i suoi abitanti erano certamente dalla parte dell’Imperatore.

In effetti, i documenti storici confermano che i Montecchi erano ghibellini e sostenitori di Ezzelino da Romano, che divenne un leader non solo a Verona ma in tutto il Veneto. Quando, nel 1259, Ezzelino morì, il Consiglio, l’influentissimo consiglio comunale di Verona, nominò Mastino I Della Scala capitano del popolo, cioè capo del comune, per tutta la vita: fu l’inizio del dominio scaligero su Verona. Ora, i Montecchi non erano molto contenti, perché l’ascesa al potere di una famiglia significava che probabilmente avrebbero perso il potere a loro volta. Per questo motivo, nel 1325, insieme ad altri nobili locali, cospirarono contro i Della Scala. I loro intrighi furono scoperti e i Montecchi, insieme a tutti gli altri cospiratori, furono banditi da Verona e privati di tutti i loro beni. Secondo alcuni, è in questa fase che la casa di Romeo – se davvero apparteneva ai Montecchi – fu “riassegnata” ai Nogarola, fedeli ai Della Scala.

Shakespeare non ha mai spiegato perché i Capuleti e i Montecchi fossero acerrimi nemici, ma considerando l’orientamento politico dei secondi, è facile immaginare che i primi possano essere stati immaginati come Guelfi dal Bardo. Lo stesso Dante cita le due famiglie nel VI canto del Purgatorio quando accenna ai contrasti tra Guelfi e Ghibellini: un altro cenno alla storicità delle due famiglie e a come, molto spesso, poesia e vita reale possano facilmente diventare una cosa sola.


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