One day, we may look back and say it all began at the Palazzo del Cinema, when Vermiglio, written and directed by Maura Delpero, premiered at the 81st Venice International Film Festival. The film immediately won over the jury, led by Isabelle Huppert, earning the Silver Lion – Grand Jury Prize. Just days after the festival’s conclusion, Vermiglio arrived in theaters, distributed by Lucky Red. Buoyed by its success in Venice and a wave of social media buzz, the film continued to garner widespread acclaim.
The national selection competition included 18 films, such as Gianni Amelio’s Campo di Battaglia, which was also shown in Venice, Cento Domeniche by Antonio Albanese, I Bambini di Gaza – Sulle Onde della Libertà by Loris Lai, Il Tempo che ci Vuole by Francesca Comencini, La Vita Accanto by Marco Tullio Giordana, and Parthenope by Paolo Sorrentino. However, Vermiglio won over the selectors “for its ability to portray the rural Italy of the past, while conveying emotions and themes that are universal and still relevant in the present day,” making it Italy’s official contender for the upcoming Academy Awards, which will take place on the night of March 2-3, 2025, at the Dolby Theatre in Hollywood, Los Angeles.
Whether the cast will need to book their flights to California will be determined on December 17, when the shortlist for Best International Film is revealed. From Venice to the Academy Awards, the road is long and filled with challenges, but all signs indicate Vermiglio has the potential to make an impact in Hollywood.
“Vermiglio,” explained director and screenwriter Maura Delpero from Bolzano, “is a landscape of the soul. It’s a kind of ‘Family Lexicon’ that lives inside me, on the threshold of the unconscious. It’s an act of love for my father, his family, and their small village. By traversing personal time, it pays homage to a collective memory.”
Great stories of Italian heritage have a unique ability to move audiences and impart valuable lessons in a world racing uncontrollably toward the unknown. The 1975-born director takes us back to a simpler Italy, to a small mountain village where, in the final year of World War II, a soldier arrives. The film encapsulates the natural cycle of life, where birth and death swap places. “In four seasons, nature completes its cycle. A girl can become a woman. A belly swells and gives birth to new life. One can lose their way home or sail toward unknown lands. In four seasons, one can die and be reborn.”
Vermiglio not only won one of the most prestigious awards at the Venice Film Festival—the Silver Lion, an accolade given to a work that deeply impresses the jury—but also follows in the footsteps of past winners such as Yorgos Lanthimos, Roman Polanski, Fatih Akin, Abbas Kiarostami, Giuseppe Tornatore, and Oliver Stone, among others. In addition to the Silver Lion, Vermiglio was also honored with the 2024 Green Drop Award by Green Cross Italia, now in its 13th edition, shared with Ainda Estou Aqui by Walter Salles. Founded in 2012, the Green Drop Award, established by Nobel laureate Mikhail Gorbachev and introduced to Italy by fellow Nobel laureate Professor Rita Levi Montalcini, is awarded to the film that best embodies the values of ecology, sustainable development, and cooperation among peoples. The prize—a Murano glass drop crafted by master glassmaker Simone Cenedese—this year contained soil from the birthplace of American biologist and zoologist Rachel Carson, located in Springdale, near Pittsburgh, Pennsylvania (USA).
The jury, chaired by Simone Gialdini, Director General of ANEC (National Association of Cinema Operators), explained their decision to award Vermiglio as follows: “For poetically portraying, with echoes of Ermanno Olmi’s cinema, a rural world that lives according to the rhythm of the seasons, governed by nature, while creating a narrative that not only recovers memories and values of a bygone agricultural society but also serves as a significant parable on modernity. The mountains in the film are the backdrop of every shot, becoming as much the protagonists as the actors themselves, while depicting a landscape that is rapidly changing before our eyes—right in Trentino, where glaciers are disappearing, forests are being felled by storms, and pests are drying them out. This production deserves recognition for combining the ethical tension of its narrative with technical and technological efforts to minimize its environmental impact, ensuring sustainability in every process, respecting both the environment and future generations.”
In the 25 Oscar ceremonies held in the 21st century, including the 2000 edition, Italy has reached the final stage of the Academy Awards four times: in 2006 with Cristina Comencini’s La Bestia nel Cuore, presented at the 62nd Venice Film Festival; in 2014 with Paolo Sorrentino’s La Grande Bellezza, which triumphed that year; in 2022, once again with Sorrentino, who presented È Stata la Mano di Dio; and finally, in 2024, when Io Capitano by Matteo Garrone, another Venice selection, represented Italy but was ultimately defeated by Jonathan Glazer’s The Zone of Interest (UK).
Un giorno potremo raccontare che tutto è cominciato lì, al Palazzo del Cinema, quando “Vermiglio”, scritto e diretto da Maura Delpero, viene presentato in anteprima all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. La pellicola piace subito e conquista la giuria presieduta da Isabelle Huppert che gli assegna il “Leone d’argento – Gran premio della giuria”. Pochi giorni dopo la chiusura del festival, eccolo sbarcare in sala, distribuito da Lucky Red. Forte del successo veneziano e del passaparola che corre anche sui social media, il film raccoglie ulteriori consensi. La sfida nazionale è fra 18 concorrenti tra cui: Campo di battaglia di Gianni Amelio, anch’esso presentato a Venezia, Cento domeniche di Antonio Albanese, I bambini di Gaza – Sulle onde della libertà di Loris Lai, Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini, La vita accanto di Marco Tullio Giordana, Parthenope di Paolo Sorrentino. Ma Vermiglio convince “per la sua capacità di raccontare l’Italia rurale del passato, i cui sentimenti e temi vengono resi universali e attuali” e viene così scelto per rappresentare l’Italia alla prossima edizione dei premi Oscar, che si svolgeranno nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2025 al Dolby Theatre di Hollywood a Los Angeles.
Per sapere se il cast dovrà prenotare o meno un volo per la California, bisognerà tuttavia attendere il 17 dicembre quando verrà annunciata la cinquina che gareggerà per il Miglior film internazionale. Da Venezia agli Academy Awards, la strada è ancora lunga e irta di insidie ma ci sono tutte le carte in regola per lasciare il segno anche a Hollywood.
“Vermiglio – ha detto la regista e sceneggiatrice di Bolzano – è un paesaggio dell’anima. Un “Lessico famigliare” che vive dentro di me, sulla soglia dell’inconscio. Un atto d’amore per mio padre, la sua famiglia e il loro piccolo paese. Attraversando un tempo personale, vuole omaggiare una memoria collettiva”.
Le grandi storie delle radici italiane sanno commuovere e insegnare qualcosa a un mondo sempre più lanciato a velocità folle verso l’ignoto. La regista, classe ’75, ci riporta in un’Italia frugale, in un paesino di montagna dove arriva un soldato nell’ultimo anno della II Guerra mondiale. L’opera concentra la vicenda in un ciclo naturale dove la vita e la morte si scambiano di posto. “In quattro stagioni la natura compie il suo ciclo. Una ragazza può farsi donna. Un ventre gonfiarsi e divenire creatura. Si può smarrire il cammino che portava sicuri a casa, si possono solcare mari verso terre sconosciute. In quattro stagioni si può morire e rinascere”.
Vermiglio non ha solo vinto uno dei riconoscimenti più importanti della Mostra del Cinema, il Leone d’argento, premio che viene attribuito a un’opera che ha colpito in modo particolare la giuria e che nel corso delle tante edizioni della rassegna veneziana, è stato vinto maestri del calibro di Yorgos Lanthimos, Roman Polański, Fatih Akin, Abbas Kiarostami, Giuseppe Tornatore, Oliver Stone e ancora molti altri. Tra i premi collaterali, Vermiglio si è aggiudicato anche il Green Drop Award 2024 di Green Cross Italia, giunto alla 13° edizione, in coppia con “Ainda Estou Aqui” di Walter Salles. Nato nel 2012, è il premio che Green Cross, l’organizzazione fondata oltre trent’anni fa dal premio Nobel Mikhail Gorbaciov e introdotta in Italia da un altro Nobel, la professoressa Rita Levi Montalcini, assegna al film che interpreta meglio i valori dell’ecologia, dello sviluppo sostenibile e della cooperazione fra i popoli.
Il premio, una goccia di vetro di Murano realizzata dal maestro Simone Cenedese, conteneva quest’anno la terra della casa natale della biologa-zoologa americana Rachel Carson, a Springdale, nei pressi di Pittsburgh, in Pennsylvania (USA). Emblematiche le parole della giuria d’onore presieduta da Simone Gialdini, direttore generale Anec – Associazione Nazionale Esercenti Cinema, cha hanno così giustificato l’assegnazione del premio a Vermiglio: “Per aver rappresentato, con echi poetici che richiamano il cinema di Ermanno Olmi, un mondo rurale che vive secondo il ritmo delle stagioni scandito dalla natura, dando vita a una narrazione che, oltre a recuperare memorie e valori di una società contadina ormai scomparsa, diviene un significativo apologo sulla modernità. Un’opera nella quale le montagne sono sfondo di ogni inquadratura fino a diventare protagoniste quanto gli interpreti, e descrivendo un paesaggio che oggi sta rapidamente cambiando sotto i nostri occhi, proprio in Trentino, coi ghiacciai che scompaiono, i boschi abbattuti dalle tempeste e rinsecchiti dal bostrico. Una produzione cinematografica che, vale la pena segnalare, unisce alla tensione etica della narrazione quella tecnica e tecnologica di abbattere i suoi impatti e certificare la sostenibilità di ogni processo, nel rispetto dell’ambiente e delle generazioni future”.
Nelle 25 edizioni degli Oscar fin qui tenutesi nel terzo millennio, includendo anche quella del 2000, l’Italia si è presentata 4 volte alla serata finale degli Academy: nel 2006, con “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini, film presentato alla 62. Mostra del Cinema di Venezia. Otto anni dopo, c’è stato il trionfo di Paolo Sorrentino con il pluripremiato “La grande bellezza”. Passati altri otto anni si arriva al 2022, ancora una volta con Sorrentino che si presenta negli States con “È stata la mano di Dio”, la cui anteprima era avvenuta in laguna. Infine, ecco l’edizione 2024 dove ancora una volta è Venezia a spingere il film, “Io capitano” di Matteo Garrone, poi sconfitto da “La zona d’interesse” (The Zone of Interest) di Jonathan Glazer (Regno Unito).
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