Non piacciono, hanno fatto discutere ma sono stati ritenuti necessari. Il sindaco Luigi Brugnaro ha firmato l’ordinanza che ha predisposto l’installazione di varchi metallici per bloccare e deviare in percorsi alternativi il flusso di turisti che dalla terraferma vogliono raggiungere San Marco.
Nel lungo ponte del primo maggio, Venezia ha accolto i visitatori con il primo piano “anti-invasione”. I tornelli non hanno lo scopo di escludere qualcuno ma semplicemente di regolare l’accesso al centro storico con una serie di deviazioni e sensi unici per impedire la calca. La volontà è stata quella di veicolare i turisti in più direzioni, evitando il verificarsi di una concentrazione eccessiva di persone in alcune zone di Venezia. Un sistema di gestione degli ingressi che ha fatto il paio con le misure di pubblica sicurezza.
Come funzionano? Quando i parcheggi per le auto e i pullman a piazzale Roma e al Tronchetto risultano pieni, il ponte della Libertà viene temporaneamente chiuso. Un blocco per i pedoni è stato invece posto al ponte di Calatrava. Quando i turisti risultano oltrepassare i limiti, il comandante della Polizia municipale ha la facoltà di decidere la chiusura dei tornelli. In caso di calca per il ponte di Calatrava e davanti alla stazione ferroviaria, può transitare solo chi è in possesso della carta Venezia Unica. I turisti “mordi e fuggi” sono cioè costretti a seguire altri itinerari. Solo veneziani e lavoratori, mostrando un semplice documento, possono sempre transitare liberamente. I gruppi di turisti sono invece deviati lungo il Ponte degli Scalzi e indirizzati verso il percorso di San Polo e Rialto, o per Santa Margherita e l’Accademia.
Interessati dalle limitazioni anche gli itinerari per Cannaregio e la porzione del sestiere di Castello limitrofa a San Giovanni e Paolo. Le alternative sono San Rocco, Frari, San Polo, Sant’Aponal, Rialto e Santa Margherita, San Barnaba, Accademia Santo Stefano, San Maurizio, Calle larga XXII marzo, San Moisè, San Marco.