Venezia ha ospitato decine di eventi, mostre e manifestazioni per celebrare il Carnevale, tra i più famosi in tutta Italia e che ogni anno attira migliaia di visitatori da tutti gli angoli del mondo. Tra i numerosi appuntamenti c’è la grande mostra collettiva “L’Arte tra maschere e colori del Carnevale”, che si è tenuta dall’11 al 20 febbraio, nelle antiche sale del Centro d’Arte San Vidal–Unione Cattolica Artisti Italiani) presso gli spazi della “Scoletta di San Zaccaria.
Un’esposizione molto interessante che ha coinvolto 44 artisti contemporanei, dediti alla pittura, scultura, grafica e fotografia, ognuno con il proprio stile e linguaggio. Hanno esposto i loro lavori e il proprio modo di vedere il mondo. Nelle opere esposte è possibile ritrovare l’ansia, i turbamenti, le emozioni e le speranze degli autori, diversi negli stili, nei linguaggi e nel tema scelto. Proprio in virtù di questa eterogeneità, la mostra ha offerto una ampia visione dell’arte contemporanea, una sorta di viaggio tra città diverse, dove ognuno può trovare un pezzetto di sé rappresentato. Particolarmente interessante è stato il contrasto tra la modernità delle opere e la storicità del luogo che le ospita, fatto di una bellezza classica e senza tempo, dove il mondo dell’oggi resta fuori, tutto viene nobilitato dal ricordo del passato.
In onore del Carnevale di Venezia, del quale la mostra è stata evento collaterale, molti degli artisti hanno deciso di ispirarsi proprio alla magia del Carnevale veneziano, tra i più antichi del mondo, rivisitando il concetto del gioco della trasformazione. Altri, essendo il tema partecipativo libero, hanno voluto aprirsi al mondo, con opere dedite alla rappresentazione dell’Uomo e del suo ambiente, facendo maturare idee e sensazioni colme di trepidanti pensieri rivolti ora al quotidiano, altrove al visionario.
“Quelle esposte sono opere frutto di chi dall’Arte sa trarre il ‘condimento’ della Vita, trasformando il veduto nella diuturna lotta tra il bene ed il male, tra il bello ed il brutto sempre, tuttavia, fornendoci una chiave di lettura capace di instillare in chi guarda – ha commentato il critico d’arte Giorgio Pilla – il senso di verità mai dette che solo i più sensibili sanno captare. Le opere sembrano venire accolte dai storici luoghi e permeate con un tocco elegiaco che trasforma ogni pennellata, ogni materiale, ogni scatto fotografico, ogni segno grafico in sublimazioni del lavoro dell’Uomo, creando così una osmosi tra il pensiero creativo e colui che osserva, venendo conseguentemente a suscitare stati d’animo ed emozioni che trasformano i lavori in immagini fantastiche, in visioni dal significato umano universale. Tutti gli artisti partecipanti hanno saputo rendere una realtà talvolta oggettiva, altrove pregna di immaginifiche situazioni, sempre comunque all’altezza di considerazioni positive sia per la resa poetica, quanto per la tecnica usata e la realizzazione scelta come propria peculiarità artistica donando a tutto l’insieme un’aura di armonici respiri, difficilmente riscontrabile in certa arte oggi in circolazione.
Da tale assunto si può dedurre quale e quanta serietà e capacità possiamo attribuire sia all’organizzazione, quanto ai singoli partecipanti”.
Artisti: Claudio Barbugli, Roberto Bonetti, Alvaro Caponi, Franco Carletti, Egidio Castelli, Rita Rossella Ciani, Pierluigi Cocchi, Elisabetta Cocco, Maria Pia Contento, Gaia Crotta, Luigi Curreli, Sinikka Elfving, Antonia Fedon, Francesca Angelica Floresta, Giacomo Frigo, Anna Galanga, Italo Garofalo, Maria Gattu, Loredana Giannuzzi, Anna Izzo, Leo Panta, Beata Makowska, MAPI, Maria Caterina Mariano, Samuele Massaro, Michela Mirici Cappa, Matilde Mulè “Mamu’”, Michele Nave, Paivyt Niemelainen, Luigi Orani, Antonio Pamato “Libero”, Aldo Pancheri, Vincenzo Pinto, Roberta Pisanello, Milan Rašla, Alessio Rispoli, Maurizio Sani, Adelaide Stortiglione, Laura Stringhetti, Mario Testa, Luca Tornambè, Luigi Tosti, Maria Felice Vadalà, Lucia Ida Renata Viganò “Livr”.