Oltre la metà del vino italiano ottenuto con la vendemmia 2014 sarà bevuto all’estero per effetto della crisi che ha tagliato i consumi nazionali, mentre le bottiglie esportate sono in leggero aumento nel 2014.
È quanto emerge da una analisi della Coldiretti, che con un milione e mezzo di associati è la principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo: per la vendemmia 2014 si stima una produzione di vino a livello nazionale attorno a 41 milioni di ettolitri, rischiando di classificarsi come la più scarsa dal 1950.
L’Italia perderà quest’anno il primato mondiale nella produzione di vino a vantaggio della Francia dove le stime per il 2014 danno una produzione di 47 milioni di ettolitri, secondo l’Istituto del Ministero dell’agricoltura d’oltralpe.
Dal punto di vista qualitativo la stagione è stata fortemente influenzata dalla piovosità che ha alimentato incertezza e impegnato notevolmente gli agricoltori nella difesa dei grappoli, ma se non ci saranno ulteriori sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.
I tagli produttivi maggiori si sono verificati nelle regioni del Sud ed in particolare in Puglia e Sicilia dove si stimano cali fino al 30% mentre le regioni del Centro sono le uniche a far registrare un aumento produttivo, stimato attorno al 10 per cento. Il raccolto è invece in calo in tutte le regioni del Nord, per via delle abbondanti piogge. Le stime saranno però progressivamente definite perché molto dipenderà dalle prossime settimane visto che restano ancora da raccogliere molte uve del vigneto italiano, con una vendemmia che quest’anno sarà tardiva e non dovrebbe completarsi prima di novembre.
La vendemmia in Italia coinvolge 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole dalle quali si attiva un motore economico che genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino, realizzato per oltre la metà all’estero.
Una ricaduta occupazionale stimata complessivamente in 1,25 milioni di persone che riguarda sia quelle impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio.
Secondo una ricerca, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.
Nei primi sei mesi del 2014 gli acquisti delle famiglie italiane di vino e spumanti sono risultati in valore in calo rispetto allo scorso anno (-2,9 per cento) in un quadro di calo complessivo dei consumi alimentari, mentre le esportazioni in quantità sono aumentate dell’uno per cento nel primo trimestre.
Già nei primi sei mesi del 2013 gli acquisti delle famiglie italiane di vino e spumanti non avevano registrato grandi picchi (-0,1%) mentre le esportazioni erano aumentate del 3 per cento nel primo quadrimestre.
La vendemmia 2014 ha inoltre definitivamente conquistato il web, dove wineries ed aziende agricole stanno aprendo nuove strade al business dell’enologia e dell’enoturismo attraverso siti internet, pagine social ed e-commerce di prodotti enogastronomici.