La missione Asteroid Impact Mission è un progetto dell’Agenzia Spaziale Europea che prevede il raggiungimento nel 2020 dell’asteroide binario Didymos, la cui orbita è vicina a quella della Terra. Didymos è il target sia della missione Aim che del “proiettile” statunitense Dart della Nasa.
 
L’obiettivo della missione Aim è quello di far atterrare una sonda sull’asteroide binario composto da una roccia spaziale di 800 metri di diametro, chiamata Didymain, e da una di 170 metri, chiamata Didymoon, che volteggiano a circa 1,2 chilometri di distanza, per osservarne il comportamento, analizzandone la composizione superficiale, il campo gravitazionale e le caratteristiche geofisiche e dinamiche.
 
In parallelo, la missione della Nasa Dart – che sta per Double Asteroid Redirection Test – nel 2022 colpirà Didymoon, interferendo con l’equilibrio del sistema di Didymos, e modificando per la prima volta nella storia dell’esplorazione spaziale la traiettoria di un corpo del Sistema Solare per verificare la possibilità reale di deviare un asteroide dalla sua orbita, eventualità da utilizzare in caso di necessità per la difesa planetaria.
 
Due laboratori dell’Università di Bologna sono coinvolti dal 2015 nel progetto Aim, per due aspetti distinti ma complementari, approfonditi rispettivamente nel Laboratorio di Radio Scienza ed Esplorazione Planetaria e nel Laboratorio di Microsatelliti e Microsistemi Spaziali, del Tecnopolo Aerospaziale di Forlì.
Il primo, a cura del Laboratorio di Radio Scienza ed Esplorazione Planetaria, si concluderà nel febbraio del prossimo anno, e riguarda lo studio delle performance ottenibili con un esperimento di radio scienza eseguito dalla sonda principale Aim, che stimerà massa e campo di gravità dell’asteroide primario Didymain e di Didymoon.
 
Il Laboratorio di Microsatelliti e Microsistemi Spaziali ha quindi partecipato alla realizzazione di uno dei due nanosatelliti Cubesat nanosatelliti di massa poco superiore ai quattro chili, e un piccolo lander chiamato Mascot-2, che l’Europa conta di inviare partiranno con Aim.
 
Aim di Esa e Dart della Nasa sono missioni complementari, che – spiega l’Università di Bologna – vanno a formare il progetto congiunto Aida, ovvero Asteroid Impact and Deflection Assessment, pensato per scongiurare la minaccia di collisione di massi spaziali con il nostro pianeta.
 
“La sfida all’asteroide binario Didymos da parte della missione Aida si preannuncia molto complessa”, spiega Paolo Tortora, docente responsabile dei laboratori di ricerca Unibo coinvolti in questo studio. “Avvicinarsi ad un asteroide, colpirlo con una sonda ‘proiettile’ per modificarne la traiettoria e misurarne gli effetti dinamici potrebbe sembrare uno scenario avveniristico, ma è una missione perfettamente realizzabile dal punto di vista tecnologico, ed offre la possibilità di imparare a difendere il nostro pianeta dalle minacce rappresentate dai Neo, ovvero Near Earth Objects”.
Al momento la missione Aim  è stata messa in attesa dalla conferenza ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea, ma i ricercatori coinvolti confidano che si trovino presto le risorse economiche per implementarla come da piani originari, con lancio che era stato previsto attorno al 2020.

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