The little town of Cascia is known, above all, as the home of one of the most venerated saints in the world, Santa Rita da Cascia — Photo by LisovS
There has never been any doubt that the Umbria region in the heart of Italy is a real “Land of the Saints”. Flocks of people come to this side of the Bel Paese every year in order to pay homage to the likes of St. Francis of Assisi and St. Valentine of Terni, among others. In the meantime, though, pilgrims and visitors also manage to “restore their spirits” by enjoying the peacefulness of the Umbrian landscape, its wine and food, and the joyfulness of ancient local traditions: folklore, art, history and faith often go hand in hand in Italy, but this is all the more true for Umbria, where they seem to be inextricably tied to one another.
We are trying to disclose the uniqueness of this beautiful region by tracing the origins of some of its saints and traditions within the walls of centuries-old hamlets and sanctuaries. The “classic route” in this regard would surely encompass Assisi and St. Benedict’s native Norcia. In our three-part itinerary, however, we will move on to less-crowded places in order to get a fairer glimpse of all that Umbria has to offer: we will focus on the towns of Cascia, Todi, and Gubbio, while also telling the stories of their patron saints and visiting their major shrines.
Our first step, the mountain village of Cascia, is to be found just a few kilometers from Norcia, in the southeastern part of Umbria that was struck by the recent Central Italy earthquakes. Inhabited already in Roman times, this little town in the Valnerina valley is known, above all, as the home of one of the most venerated saints in the world, Santa Rita da Cascia (1381-1457). Even today, her spiritual presence is still all around the place and continues to influence the rhythms of the local community.
Saint Rita was born as Margherita Lotti in the nearby, impenetrable locality of Roccaporena. Married at a young age to a vicious man by the name of Paolo Mancini, she endured her husband’s abuses for many years while bringing up their two children in the Christian faith. Upon Paolo’s assassination by a rival family and her sons’ premature death, Rita took refuge in prayer, eventually joining – at age 36 – the Monastery of St. Marie Magdalene in Cascia, where she would live as an Augustinian nun until her own death, assisting the sick and the poor, but also performing countless miracles.
Rita spent her whole life here in Cascia, so one should not be surprised by the past and present devotion of her fellow citizens. The cloistered monastery in which the Saint lived for forty years now bears her name: you can still find the Old Choir and the frugal cell where Rita used to pray, as well as the Oratory of the Crucifix where – according to the legend – she received her distinctive stigma on the forehead from a light sparking from Christ’s crown of thorns. As for the people of Roccaporena, they decided to build a new Sanctuary not far from Rita’s native house, but also a tiny chapel on the spur known as the Rock of Prayer, from which the Saint was said to seek contact with God.
The worship of Saint Rita started immediately after her death, when as much as 46 of her miracles began to be reported in the so-called Codex Miraculorum (Code of Miracles): thus, Rita soon gained her worldwide reputation as Patroness of Impossible Causes, abused wives and widows. Over the centuries, the Saint’s fame grew to such an extent that – by the beginning of the 1900s – the little monastery in Cascia became overcrowded with pilgrims from all over the world. A more suitable place of worship was thus needed: the result was the construction of the majestic Basilica of Saint Rita, completed in 1947 with a stately consecration.

Cascia’s Basilica nowadays stands as the major monument to this little town’s history, art, and devotion. Under its two long spires, the church’s white travertine facade reveals some evocative low reliefs remembering important episodes from the life of Rita. But it’s the general view of the interior, with its multi-colored neo-Byzantine style, that leaves you absolutely breathless: the frescoed walls and mosaic columns, all covered in a bluish shade, give the whole place a lively atmosphere. It is also very solemn, though, because of the haunting chapel including the finely decorated tomb with the Saint’s still incorrupt body.
Every year, on May 22, the people of Cascia gather around the Basilica to celebrate Saint Rita’s Feast. On this occasion, they re-enact the Saint’s life and times by parading through the hamlet’s uphill lanes in historical costumes, while all pilgrims bring a red rose (symbol of Saint Rita) for the blessing, a yearly ritual renewing their endless devotion.
Non c’è mai stato alcun dubbio che la regione Umbria, situata nel cuore dell’Italia, sia una vera e propria “Terra dei Santi”. Moltissime persone arrivano ogni anno in questa parte del Bel Paese per rendere omaggio, fra gli altri, a figure come San Francesco d’Assisi e San Valentino da Terni. Nel frattempo, però, i pellegrini e i visitatori riescono a “risanare lo spirito” anche godendosi la tranquillità del paesaggio umbro, l’aspetto enogastronomico, e la vivacità delle antiche tradizioni locali: il folklore, l’arte, la storia e la religione vanno spesso di pari passo in Italia, ma questo vale ancor di più per l’Umbria, dove tali aspetti sembrano essere inestricabilmente legati l’uno all’altro.
Proveremo a svelare l’unicità di questa bellissima regione seguendo le origini di alcuni dei suoi santi e delle sue tradizioni entro le mura di borghi e santuari secolari. A tal proposito, il “percorso classico” includerebbe certamente Assisi e Norcia, paese nativo di San Benedetto. Tuttavia, nel nostro itinerario in tre parti, ci sposteremo verso luoghi meno affollati, in modo da dare uno sguardo più obiettivo a ciò che l’Umbria ha da offrire: ci concentreremo su Cascia, Todi e Gubbio, raccontando anche le storie dei rispettivi santi patroni e visitando i principali santuari a loro dedicati.
La nostra prima tappa, Cascia, è un paese di montagna situato a soli pochi chilometri da Norcia, nella parte sudorientale dell’Umbria recentemente colpita dai terremoti del Centro Italia. Già abitato in epoca romana, questo piccolo borgo della Valnerina è noto soprattutto per essere la patria di uno dei santi più adorati al mondo, Santa Rita da Cascia (1381-1457). Qui, ancora oggi, la sua presenza spirituale è percepibile dappertutto e continua a influenzare i ritmi della comunità locale.

 

Santa Rita nacque col nome di Margherita Lotti nella vicina e impervia località di Roccaporena. Sposata in giovane età ad un uomo violento chiamato Paolo Mancini, Rita sopportò gli abusi del marito per molti anni, educando nel frattempo i loro due figli alla fede cristiana. In seguito all’uccisione di Paolo da parte di una famiglia rivale e alla morte prematura dei figli, Rita trovò rifugio nella preghiera, entrando infine a far parte – all’età di trentasei anni – del Monastero di Santa Maria Maddalena a Cascia, dove avrebbe vissuto come monaca agostiniana fino alla propria morte, prendendosi cura dei malati e dei poveri, ma anche compiendo innumerevoli miracoli.
Rita passò la sua intera vita qui a Cascia, quindi non dovrebbe sorprendere la devozione, passata e presente, dei suoi concittadini. Il monastero di clausura nel quale la Santa visse per quarant’anni adesso porta il suo nome: è ancora possibile trovare al suo interno il coro antico e la modesta cella dove Rita era solita pregare, così come l’Oratorio del Crocifisso dove – secondo la leggenda – ricevette la sua caratteristica stigmate sulla fronte, provocata da una luce scaturita dalla corona di spine di Cristo. Per quanto riguarda gli abitanti di Roccaporena, decisero invece di costruire un nuovo Santuario non lontano dalla casa natale di Rita, e anche una piccola cappella sullo sperone di roccia noto come Scoglio della Preghiera, dal quale – si diceva – la Santa cercava il contatto con Dio.
Il culto di Santa Rita ebbe inizio immediatamente dopo la sua morte, quando ben quarantasei dei suoi miracoli cominciarono a essere registrati nel cosiddetto Codex Miraculorum (Codice dei Miracoli): così, Rita ottenne ben presto la sua reputazione mondiale come Patrona dei Casi Impossibili, delle mogli maltrattate e delle vedove. Nel corso dei secoli, la notorietà della Santa crebbe fino al punto che – agli inizi del Novecento – il piccolo monastero di Cascia sarebbe diventato gremito di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Si rese quindi necessario un luogo di culto più appropriato: il risultato fu la costruzione della maestosa Basilica di Santa Rita, completata nel 1947 con un’imponente consacrazione.

 

La Basilica di Cascia rappresenta oggi il principale monumento alla storia, all’arte e alla devozione di questa piccola città. Sotto le sue guglie allungate, la facciata in travertino bianco della chiesa rivela alcuni suggestivi bassorilievi che ricordano episodi significativi della vita di Rita. Ma è la veduta generale degli interni, con il loro variopinto stile neo-bizantino, a lasciare del tutto senza fiato: le pareti affrescate e le colonne a mosaico, totalmente ricoperte di una sfumatura bluastra, danno all’intero luogo un’atmosfera vivace. È anche molto solenne, però, a causa della tenebrosa cappella che include la tomba, finemente decorata, con il corpo ancora intatto della Santa.
Ogni anno, il 22 maggio, gli abitanti di Cascia si riuniscono attorno alla Basilica per celebrare la Festa di Santa Rita. In questa occasione, rimettono in scena la vita e l’epoca della Santa sfilando in abiti storici attraverso le ripide vie del borgo, mentre tutti i pellegrini portano una rosa rossa (simbolo di Santa Rita) per la benedizione, rituale che ogni anno rinnova la loro sconfinata devozione.

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