“A sessant’anni dalla sua scomparsa, rimane viva la poetica di Umberto Saba, pseudonimo del poeta e scrittore di origine ebraica Umberto Poli, illustre esponente della letteratura e della tradizione lirica italiana del novecento”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda oggi Umberto Saba, morto a Gorizia il 25 agosto del 1957.  

“I tratti autobiografici legati al disagio giovanile e al tormento interiore per l’abbandono subito, – riflette Mattarella – hanno caratterizzato le sue prime raccolte, intrecciandosi in un’unica trama con il senso di inadeguatezza ed impotenza di fronte agli orrori della Grande Guerra, culminando nella prima edizione de Il Canzoniere, pubblicato nel 1921. Trieste, la sua città natale, la sua gente, i suoi paesaggi, sono un costante riferimento per Saba”.

“I tratti classici della sua poetica, arricchita di gusto romantico e priva dei condizionamenti delle avanguardie, semplice e raffinata, diretta e ricercata, fatta di parole di uso comune che danno ritmo e vivacità ai testi, sono schermo a quell’estremo bisogno di riflessione profonda e consapevole delle proprie fragilità”, aggiunge il Presidente, che ricorda: “la promulgazione delle leggi razziali di cui fu vittima e che lo costrinsero a nascondersi e fuggire, mette a dura prova l’animo del poeta, al quale non mancheranno tuttavia, poi, prestigiosi riconoscimenti, tra cui, nel 1951, quello dell’Accademia dei Lincei”.
Concludendo, Mattarella sottolinea come l’opera di Saba si collochi “tra le maggiori della poesia contemporanea, autentico esempio di profonda umanità e impegno civile”.


Receive more stories like this in your inbox