A tabaccheria and a Totolcalcio sign in Venice (FC_Italy / Alamy Stock Photo)

In contemporary Italian popular culture, few phenomena have entered the fabric of everyday life as deeply as Totocalcio. Launched in 1946 by Massimo Della Pergola, a sports journalist, along with his colleagues Fabio Jegher and Geo Molo, this soccer betting game quickly became a national pastime in a country that was keen to find joy and communal engagement in the post-World War II era. The idea was simple yet irresistible: predict the outcomes of soccer games to win substantial cash prizes. As Italy rebuilt itself, Totocalcio offered more than entertainment—it became a social ritual that seized the nation’s collective imagination. 

How it worked

Initially, Totocalcio was straightforward: players predicted the outcomes of 12 football games (expanded to 13 in 1950) from the Italian Serie A and Serie B leagues. The results could be win (1), draw (X), or loss (2). To win the top prize, a player needed to correctly predict the results of all matches. Secondary prizes were awarded for 12 correct predictions (and later for 11). Players would fill out a betting slip (la schedina) and submit it to authorized retailers: while the cost of a single column was modest, making it accessible to a broad audience, winnings—determined by the total pool of bets, with a portion of the funds allocated to prizes and the rest to state funds and sports-related activities—could be quite conspicuous.

Financial contributions and social impact

Totocalcio became a significant contributor to Italy’s economy and sports development. A portion of the revenue generated from bets was allocated to the state, funding public works and social programs. Another part was invested in the sports sector, supporting the construction and maintenance of sports facilities, financing youth programs, and promoting various sports activities across the country.

The game’s popularity also spurred the growth of a secondary market, including the printing and distribution of betting slips, marketing materials, and media coverage dedicated to analyzing matches and predicting outcomes. Newspapers often featured dedicated columns and pages for Totocalcio, further embedding the game into Italian culture.

This is how Totocalcio became a fixture in the country’s popular culture: it was a topic of discussion in bars, workplaces, and homes, with people of all ages participating in the ritual of filling out their betting slips every week. The excitement of potentially winning a large sum of money was a shared experience, and many Italians have fond memories of gathering with family and friends to check the results on Sunday evenings.

In its heyday, the appeal of Totocalcio lay in its promise of transforming ordinary people into millionaires overnight. The record jackpot occurred in 1993, when a single player won nearly 5 billion lire (about 2.5 million euros): it was this potential for life-changing winnings that fueled its widespread appeal.

Massimo Della Pergola, creator of Totocalcio, in 1973 (Photo: Wikicommons/PUBLIFOTO / OLYCOM – Massimo M. Veronese/Public Domain)

Totocalcio in Italian arts and media

Totocalcio also made its way into Italian literature and media, where it was often used as a plot device or a symbol of hope and aspiration. Numerous novels, short stories, and articles have featured characters who dream of winning the Totocalcio jackpot, reflecting the game’s deep-rooted place in the Italian psyche. Newspapers and magazines dedicated extensive coverage to it, too, while sports journalists and pundits would analyze upcoming matches, offering tips and predictions to help players make informed decisions (if you remember Maurizio Mosca’s 1990s’ pendolino to predict Serie A results, raise your hand). 

Italian cinema and television also frequently portrayed Totocalcio, illustrating its impact on society: for example, the 1976 film Febbre da cavallo (Horse Fever) features characters who are deeply involved in betting, including Totocalcio, showing the game as an essential part of the Italian betting culture. TV shows and comedies used Totocalcio as a backdrop for humor and drama, emphasizing its widespread appeal and integration into everyday life. The game also left an indelible mark on the Italian language, with phrases like fare 13 (“to make 13,” the equivalent of the English “hitting the jackpot”) becoming synonymous with achieving something significant and, at least in part, thanks to good luck. 

Decline in popularity

Despite its early success, Totocalcio faced numerous challenges in the late 20th and early 21st centuries. The liberalization of the gambling market in Italy introduced a wide array of new betting options, both online and offline, including real-time sports betting, lotteries, and casino games, which offered more dynamic and immediate forms of entertainment, and attracted a younger audience.

This is why, in the early 21st century, Totocalcio underwent several modifications to maintain its appeal, including an increase in the number of matches to predict to 14, in 2003. Moreover, to adapt to the changing market and competition from other forms of betting and lotteries, the game introduced new prize tiers and varied betting options. Despite the changes, the core concept of Totocalcio remained unchanged: predicting football match outcomes. Unfortunately, these modifications were insufficient to reverse its decline: by the 2010s, participation had significantly decreased, and the game struggled to maintain its relevance in a rapidly changing market.

In 2024, Totocalcio’s prominence is not what it used to be, yet it is still remembered fondly and nostalgically by many Italians who grew up with a schedina in their hands. You can still play it, of course also online, always using the classic “1-X-2” selections.

Nella cultura popolare italiana contemporanea, pochi fenomeni sono entrati nel tessuto della vita quotidiana così profondamente come il Totocalcio. Lanciato nel 1946 dal giornalista sportivo Massimo Della Pergola, insieme ai colleghi Fabio Jegher e Geo Molo, questo gioco di scommesse sul calcio divenne rapidamente un passatempo nazionale in un Paese desideroso di trovare gioia e impegno comune nel secondo dopoguerra. L’idea era semplice ma irresistibile: prevedere i risultati delle partite di calcio per vincere sostanziosi premi in denaro. Mentre l’Italia si ricostruiva, il Totocalcio offriva più di un semplice intrattenimento: divenne un rituale sociale che conquistò l’immaginario collettivo della nazione.

Come funzionava

Inizialmente, il Totocalcio era semplice: i giocatori dovevano pronosticare i risultati di 12 partite di calcio (diventate 13 nel 1950) dei campionati italiani di Serie A e Serie B. I risultati potevano essere vittoria (1), pareggio (X) o sconfitta (2). Per vincere il primo premio, il giocatore doveva prevedere correttamente i risultati di tutte le partite. I premi secondari venivano assegnati per 12 pronostici corretti (e successivamente per 11). I giocatori compilavano una schedina e la presentavano ai rivenditori autorizzati: mentre il costo di una singola colonna era modesto, rendendola accessibile a un vasto pubblico, le vincite, determinate dal totale delle scommesse, con una parte dei fondi destinati ai premi e il resto ai fondi statali e alle attività legate allo sport, potevano essere piuttosto cospicue.

Contributi finanziari e impatto sociale

Il Totocalcio è diventato un contribuente significativo dell’economia e dello sviluppo dello sport italiano. Una parte dei ricavi generati dalle scommesse è stata destinata allo Stato, finanziando opere pubbliche e programmi sociali. Un’altra parte è stata investita nel settore sportivo, sostenendo la costruzione e la manutenzione di impianti sportivi, finanziando programmi giovanili e promuovendo varie attività sportive in tutto il Paese.

La popolarità del gioco ha anche stimolato la crescita di un mercato secondario, compresa la stampa e la distribuzione di schedine, materiale di marketing e copertura mediatica dedicata all’analisi delle partite e alla previsione dei risultati. I giornali spesso presentavano colonne e pagine dedicate al Totocalcio, incorporando ulteriormente il gioco nella cultura italiana.

È così che il Totocalcio è diventato un appuntamento fisso nella cultura popolare del Paese: era argomento di discussione nei bar, nei luoghi di lavoro e nelle case, con persone di tutte le età che partecipavano ogni settimana al rito della compilazione delle schedine. L’emozione di vincere potenzialmente una grossa somma di denaro è stata un’esperienza condivisa, e molti italiani hanno un bel ricordo di quando si riunivano con la famiglia e gli amici per controllare i risultati la domenica sera.

Nel periodo di massimo splendore, il fascino del Totocalcio risiedeva nella promessa di trasformare da un giorno all’altro la gente comune in milionari. Il jackpot record arrivò nel 1993, quando un singolo giocatore vinse quasi 5 miliardi di lire (circa 2,5 milioni di euro): fu proprio questa possibilità di una vincita che cambia la vita ad alimentarne l’attrattiva diffusa.

Il totocalcio nelle arti e nei media italiani

Il totocalcio si è fatto strada anche nella letteratura e nei media italiani, dove è stato spesso utilizzato come espediente narrativo o come simbolo di speranza e aspirazione. Numerosi romanzi, racconti e articoli hanno caratterizzato personaggi che sognavano di vincere il jackpot del Totocalcio, riflettendo il ruolo profondamente radicato del gioco nella psiche italiana. Anche giornali e riviste gli hanno dedicato ampio spazio, con giornalisti sportivi ed esperti che analizzavano le partite successive, offrendo consigli e pronostici per aiutare i giocatori a prendere decisioni consapevoli (alzate la mano se ricordate il pendolino di Maurizio Mosca degli anni ’90 per pronosticare i risultati della Serie A). 

Anche il cinema e la televisione italiani hanno spesso rappresentato il Totocalcio, illustrandone l’impatto sulla società: ad esempio, il film Febbre da cavallo del 1976 presenta personaggi profondamente coinvolti nelle scommesse, tra cui il Totocalcio, mostrando il gioco come una parte essenziale della cultura nazionale delle scommesse. Programmi televisivi e commedie hanno utilizzato il Totocalcio come sfondo per umorismo e dramma, sottolineandone il fascino diffuso e l’integrazione nella vita di tutti i giorni. Il gioco ha lasciato un segno indelebile anche nella lingua italiana, tanto che frasi come “Fare 13” (equivalente dell’inglese “hitting the jackpot”- “vincere il jackpot”) sono diventate sinonimo di raggiungimento di qualcosa di significativo e, almeno in parte, dovuto alla buona fortuna.

Calo di popolarità

Nonostante il successo iniziale, il Totocalcio ha dovuto affrontare numerose sfide tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo. La liberalizzazione del mercato del gioco d’azzardo in Italia ha introdotto un’ampia gamma di nuove opzioni di scommessa, sia online che offline, tra cui scommesse sportive in tempo reale, lotterie e giochi da casinò, che hanno offerto forme di intrattenimento più dinamiche e immediate e hanno attirato un pubblico più giovane.

Questo è il motivo per cui, all’inizio del 21° secolo, il Totocalcio ha subito diverse modifiche per mantenere il suo fascino, incluso l’aumento del numero di partite da pronosticare a 14, nel 2003. Inoltre, per adattarsi ai cambiamenti del mercato e alla concorrenza di altre forme di scommesse e lotterie, il gioco ha introdotto nuovi livelli di premio e varie opzioni di scommessa. Nonostante i cambiamenti, il concetto centrale del Totocalcio è rimasto invariato: pronosticare i risultati delle partite di calcio. Sfortunatamente, queste modifiche non sono state sufficienti per invertire il declino: negli anni 2010, la partecipazione è notevolmente diminuita e il gioco ha faticato a mantenere la sua rilevanza in un mercato in rapida evoluzione.

Nel 2024, l’importanza del Totocalcio non è più quella di una volta, eppure è ancora ricordato con affetto e nostalgia da molti italiani cresciuti con una schedina tra le mani. Potete comunque giocarci, ovviamente anche online, sempre utilizzando le classiche selezioni “1-X-2”.

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