Tonino Guerra: poeta e artista dalla creatività multiforme. La mostra “Amarcord Tonino Guerra” ricuce la poliedrica figura di un’artista totale che sfugge alle definizioni perché è stato capace, come gli umanisti rinascimentali, di calarsi in tanti ruoli mantenendo sempre la stessa forza visionaria e creativa.
Racconta la visione di un artista che si scopre pittore da ragazzino, verso i dodici anni, poi arrivano l’esperienza della guerra, la prigionia, il ritorno in Italia, le raccolte di poesie e infine il cinema, a Roma, dove ha lavorato come sceneggiatore insieme ai giganti del Novecento, tra cui Fellini, Rosi, Antonioni, Monicelli, Tarkovskji. E in questo vivere in un mondo popolato di immagini – narrative, fotografiche, poetiche – Guerra ha continuato a “scrivere” racconti anche attraverso il gesto pittorico. Durante tutta la sua vita ha sperimentato diversi linguaggi, dalla bidimensionalità della pittura con l’acquerello, i pastelli, le tecniche a stampa, alla tridimensionalità della scultura o dell’installazione con la ceramica, il ferro, il cartone, il legno. E poi arazzi, arredi spesso realizzati con il supporto di amici artigiani, oppure fontane, come quelle collocate a Cervia, Riccione o nella “sua” Santarcangelo.
Quello di Guerra è un universo popolato di uomini, donne, fiori, animali, paesaggi, strumenti musicali, giocattoli, frutti, cose semplici, così semplici da avere in sé una straordinaria forza evocativa. I singoli elementi vengono accostati tra loro in modo libero, come associazioni mentali a cui i titoli, spesso ironici, concorrono a dare un ulteriore senso poetico. Alcune figure ricorrono con insistenza: le cupole delle chiese ortodosse e gli alti colbacchi – specchio di quel mondo russo che Guerra aveva imparato a conoscere insieme a sua moglie Lora – i fiori e gli alberi – amati e preservati con cura nell’Orto dei Frutti dimenticati a Pennabilli – e poi, dovunque, farfalle. Grandi o piccolissime, giocose o catturate in bottiglia, sono una presenza costante.
La Farfàla Cuntént própri cuntént/ a sò stè una masa ad vólti tla vóita/ mó piò di tótt quant ch’i m’a liberè/ in Germania/ ch’a m so mèss a guardè una farfàla/ sénza la vòia ad magnèla. “La farfalla Contento proprio contento/ sono stato molte volte nella vita/ ma più di tutte quando mi hanno liberato/ in Germania/ che mi sono messo a guardare una farfalla/ senza la voglia di mangiarla”. (Tonino Guerra, da Il polverone, Bompiani Milano, 1978)
Le opere in mostra sono piccoli pensieri, capaci di trasportare in un mondo originario, essenziale, quasi a volerci far recuperare il grado zero della visione, abituati come siamo a un sovraffollamento di immagini e di diversi linguaggi di comunicazione, spesso simultanei. Sono visioni che non ci lasciano osservatori passivi ma chiedono di fermarci un istante, ci interrogano sul perché delle cose, lasciando quella traccia di speranza che è caratteristica del fare artistico di Guerra. Si tratta di immagini semplici, realizzate con un tratto libero, sicuro e immediato: universi giocosi e insieme dolorosi, pieni di memorie del passato e tensioni verso il futuro, perché la vita è un tutto indissolubile di tragedia e commedia «e gli incidenti di percorso sono come la neve, arriva, copre tutto, ma poi basta un raggio di sole o un po’ di pioggia per ripulire la terra e si può tornare a camminare felici».
Le opere esposte fanno parte di un corpus più ampio che costituirà il primo nucleo del futuro Museo della Grafica, in corso di allestimento a Fontecchio (L’Aquila), pertanto questa esposizione si configura come un’occasione speciale, un’anteprima.
L’iniziativa vede, come partner di mostra, la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre Onlus, nata nel 2004 con lo scopo di conservare, incrementare e rendere accessibile l’archivio di arte contemporanea e la biblioteca raccolti da Giorgio de Marchis durante la sua carriera di studioso e di critico d’arte. La Fondazione ha un ricchissimo fondo bibliografico e archivistico dedicato all’arte contemporanea ed è un punto di riferimento per studiosi, ricercatori o semplici appassionati di arte contemporanea.
Ad arricchire il percorso espositivo ci sarà un video, appositamente realizzato per l’occasione dall’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica”, e dedicato all’attività di sceneggiatore svolta da Guerra insieme ai grandi maestri del cinema del Novecento; inoltre sarà allestita una reading zone in cui i visitatori potranno consultare raccolte di poesie, libri, cataloghi dedicati a Tonino Guerra.
BIOGRAFIA DELL’ARTISTA
Tonino Guerra nasce il 16 marzo 1920 a Santarcangelo di Romagna. Da bambino scopre la sua vocazione per la pittura. Nel 1938 si diploma maestro elementare.
Tra il 1944 e il 1945 è prigioniero nel campo di concentramento di Troisdorf (Germania) dove inizia a scrivere poesie. Nel 1946 si laurea in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Urbino e comincia a pubblicare i suoi primi libri.
Nel 1953 si trasferisce a Roma, dove avvia la sua carriera di sceneggiatore al fianco di alcuni dei registi più significativi del Novecento tra i quali Mario Monicelli (Casanova ’70 candidato all’Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale), Michelangelo Antonioni (Blow Up candidato all’Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale), Francesco Rosi, Franco Indovina, Vittorio De Sica, i fratelli Taviani, Andrej Tarkovskij. Lungo e proficuo è stato il sodalizio di Tonino Guerra con Federico Fellini (Amarcord candidato all’Oscar come Miglior Sceneggiatura Originale e per lo stesso film Guerra ha vinto il Nastro d’Argento nel 1974).
Nel 1977, a Mosca, si sposa con Eleonora Kreindlina che gli sarà accanto per tutta a vita.
Nel 1984 lascia Roma per trasferirsi a Santarcangelo di Romagna e cinque anni dopo si ritira a Pennabilli (Rimini), dove muore il 21 marzo 2012.
Coronano la sua carriera l’Oscar Europeo del Cinema e la nomina di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 2002 e il David di Donatello alla Carriera nel 2010.
Nel 2013, a Santarcangelo di Romagna, è stato inaugurato il Museo Tonino Guerra.