Napoli, fermata Toledo. Linea 1 della metropolitana, inaugurata lo scorso settembre e firmata dall’architetto catalano Oscar Tusquets Blanca. Riemerge in superficie alla confluenza tra via Diaz e via Montecalvario, nel cuore dello shopping e del centro storico. 
 
Il Daily Telegraph di Londra la definisce così: “The most impressive underground railway station in Europe”. Trionfa al primo posto nel reportage pubblicato sul portale internet del quotidiano britannico, ritratta dal fotografo napoletano Mario Laporta.
 
Supera in bellezza la fermata Komsomolskaya dell’imponente metro di Mosca che omaggia gli eroi militari con stucchi dorati e mosaici e la stazione Solna di Stoccolma che, dopo un impressionante soffitto rosso riproduce un chilometro di abeti. Lascia al quarto posto il cemento e l’acciaio della stazione Westminster della famosa Tube di Londra inaugurata nel 1868 e, al quinto, le volute artistiche della parigina Arts et Métiers.
 
È un gioiello urbanistico dove brillano due grandi mosaici dell’artista sudafricano William Kentridge, noto per i suoi film di animazione creati da disegni a carboncino, le scale mobili illuminate dall’interno, i light box di Bob Wilson che accompagnano il viaggiatore con il movimento delle onde marine e l’installazione fotografica di Achille Cevoli. Parte del circuito delle “Stazioni dell’Arte” Metronapoli, scende in profondità per 50 metri snodandosi al di sotto della falda acquifera, ha cinque piani e un percorso che segna, attraverso i colori, il passaggio dalla terra al mare, mentre uno spettacolare cratere collega la superficie con la grande hall situata 40 metri più in basso. 
 
Già Stendhal nel suo Grand Tour italiano datato 1817 diceva: “Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell’universo”. E non aveva ancora visto la metropolitana.
 

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