Ci sono volte in cui non è importante la meta, quanto il viaggio. Il percorso può essere inteso come scoperta di un territorio che non conoscevamo e che per un piccolo lasso di tempo diventa nostro, in quanto appartenente ad un frangente della nostra vita. 
 
Ogni viaggio ha in sè un’aspettativa che viene soddisfatta con la meta, ma quante emozioni e sogni crea un’aspettativa? 
Se invece ci fossero casi dove il percorso fosse più importante del punto di arrivo? 
 
Esiste un luogo che potremmo definire di confine, fra l’Italia nell’estrema parte finale della Lombardia e l’inizio della Svizzera. Strane zone quelle di confine! Sembrano appartenere a tutti e nessuno, vivendo di una realtà propria che le caratterizza. Qui un trenino rosso, quasi fiabesco, si inerpica per un tratto di montagna che ha dello spettacolare. 
 
La partenza è dalla stazione di Tirano, assolato paese in Lombardia dove la coltivazione di mele è una delle attività che caratterizza l’aspetto della valle. Tirano è in Valtellina, non così agilmente raggiungibile tramite la strada, ma di grande fascino: per questo motivo i turisti, nonostante la lunga statale da percorrere, che permette comunque di assaporare il paesaggio valtellinese, continuano ad affollare questa località montana. 
  All’improvviso dominerà solo la natura e i confini non esisteranno più

  All’improvviso dominerà solo la natura e i confini non esisteranno più

 
Da Milano ci si arriva più comodamente in treno con tappe intermedie fra cui  Monza e Lecco. Tirano è famosa per le mele, per i pizzoccheri, per la bresaola, per il vino locale. È un punto di partenza e di arrivo  per un percorso in treno di cui è riconosciuto universalmente il valore del viaggio e di tutto ciò che l’occhio può captare in mezzo. Questa tratta magica collega la cittadina valtellinese a Saint Moritz inebriando il viaggiatore con paesaggi mozzafiato. Certo, perché il tratto percorso dal treno non è così usuale, ma si inerpica per alte e scoscese montagne. 
 
La velocità? Scordatevela e lasciatela a valle! Siamo in un viaggio lento e da assaporare guardandosi intorno, armati di macchina fotografica o telecamera. Arrivati alla stazione di partenza si ha l’impressione di essere in un luogo di altri tempi. In partenza un unico treno, inseparabile compagno di questo viaggio: un po’ come capitava  un tempo. 
 
Il treno si inerpicherà sulle montagne, in valli naturali dove affermare che il territorio sia italiano o svizzero è difficile. Quel pezzo di mondo appartiene solo ed esclusivamente alla natura e per quanto l’uomo ci si metta d’impegno a segnare i confini, non avrà che immateriali linee su una foglio di carta, mente lì, nella realtà, saranno le vette a continuare a comandare e a decretare la loro maestralità. 
 
Il viaggio inizia attraversando il paese di Tirano e quando affermo ciò,  intendo che il treno passa esattamente per le vie, di fianco ai pedoni e taglia la piazza principale, un po’ come certi tram nei centri città. Poco dopo incomincia il tragitto extraurbano e, su territorio italiano, infila le arcate del viadotto elicoidale di Brusio, vanto della produzione ingegneristica civile. Il treno compie in questo tratto un giro di 360 gradi. Ebbene sì è come essere su una grande giostra.  
 
Continuando il percorso, il treno si arrampica sulle montagne incrociando piccoli paesi e santuari dove si ferma. Tra le ventuno  fermate, di cui la maggior parte a richiesta, si può scendere per delle visite intermedie, tenendo conto che si dovrà poi prendere la corsa successiva per proseguire. Così si può scegliere tra i paesi di Le Prese, Poschiavo, Caviglia, Alp Grum, l’ospizio Bernina, la Diavolezza, Morteratsch, da cui facilmente raggiungere le basi dell’omonimo ghiacciaio, Sorivas, Pontresina, fino all’ultima fermata Saint Moritz. 
 
Sono circa tre ore di percorso dove la natura è sovrana. In autunno magnifici colori, che variano dal giallo al marrone scuro, passando per il caldo arancione e il rosso, brillano sui versanti delle montagne per lasciare spesso il posto alla neve raggiunti gli oltre duemila metri. 
 
In primavera è invece uno sbocciare unico della natura che si sveglia dal torpore. Ogni stagione è un’occasione ed una esperienza. Il fatto che non sia un tragitto qualunque è testimoniato dall’essere esempio di ingegneria del XX secolo, essere stato riconosciuto Patrimonio mondiale dell’umanità  ed essere uno dei modelli ferroviari che maggiormente viene copiato. 
Non si può dire che non si sia fatto notare! 
 
È consigliata la prenotazione perché questa esperienza è comunemente apprezzata e desiderata da molti turisti. Riuscire a farla durante la settimana risparmia un po’ di calca e offre un treno meno affollato, sì da poter avere la sensazione di essere voi i soli viaggiatori e di essere trasportati in un epoca parallela.
 
La sensazione primaria resta quella di essere stati ospitati dalle montagne e di poterle ammirare come si potrebbe fare con le star sul red carpet: l’emozione è però diversa e decisamente più intesa perché tutti i sensi saranno coinvolti in un mondo che a volte stenterete a credere esista veramente,  ma che oramai vi è entrato nella mente per sempre, indelebilmente.

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