Un accurato lavoro di restauro durato circa un anno ha interessato l’Album Horne che conserva 48 disegni di Giambattista Tiepolo (Venezia 1696-Madrid 1770), grazie a due fondazioni americane molto attive in Italia Friends of Florence e Save Venice. 
 
Una selezione di 26 fogli sarà esposta al pubblico fino al 19 febbraio 2017 in una mostra allestita presso il Museo Horne che rende omaggio a un pittore tra i più noti e affermati del Settecento. Tiepolo si distinse particolarmente per i suoi monumentali e scenografici cicli decorativi in palazzi e ville nobiliari. 
 
Il corpus grafico, che ne documenta l’incessante attività artistica, trova nell’Album Horne una straordinaria testimonianza all’interno del panorama collezionistico italiano. La mostra offre l’eccezionale occasione di esporre al pubblico una selezione di disegni provvisoriamente smontati dal loro supporto storico durante l’intervento di restauro del volume che è attualmente in corso.
 
L’intervento di restauro è stato reso possibile da una partnership tutta americana: la fondazione Friends of Florence e Save Venice, in occasione del 50° anniversario dell’alluvione del 1966 hanno sostenuto il progetto per porre l’attenzione sull’importanza di salvaguardare il patrimonio dalle calamità naturali che sempre più si abbattono in Italia.
La collaborazione che ha un alto valore simbolico proprio nell’anno in cui si celebra il ricordo della catastrofe che duramente colpì cinquant’anni fa non soltanto Firenze, ma anche Venezia, testimonia la necessità di lavorare alacremente per la tutela della cultura e dell’arte italiana.
 
Con l’alluvione del 1966 il mondo rispose alla catastrofe con una solidarietà sconfinata: tantissime persone, fra le quali anche tanti americani, e molte organizzazioni si mobilitarono per salvare i numerosi tesori coperti dal fango. Oggi Friends of Florence e Save Venice sono insieme a sostegno della cultura italiana con un progetto che abbraccia entrambe le città: accanto al restauro dell’album composto da 48 disegni di Giambattista Tiepolo al Museo Horne, Friends of Florence e Save Venice hanno collaborato insieme anche al recupero di uno dei più importanti dipinti del primo Trecento, “La Vergine in trono con Bambino e angeli” eseguito dal Maestro di Badia a Isola (attivo fra il 1290 e il 1320), contemporaneo di Duccio da Buoninsegna, conservato nella Galleria di Palazzo Cini, presentato nel mese di settembre a Venezia.
 
La partnership fra Save Venice e Friends of Florence, è nata per celebrare il 50° anniversario del disastro naturale che stimolò una consapevolezza internazionale sul tema della conservazione del patrimonio culturale italiano. Le alluvioni del 1966 nel nord e nel centro Italia, segnarono un punto di svolta nel riconoscimento internazionale dell’importanza di preservare l’arte e l’architettura dal rischio di estinzione. 
 
Nei decenni successivi Save Venice e Friends of Florence, hanno avuto un impatto significativo sulla tutela dell’arte e della cultura in Italia, aprendo la strada a nuovi metodi di conservazione e sviluppando importanti modelli di filantropia privata. 
 
Così dopo cinquant’anni il gesto delle due fondazioni americane molto attive in Italia vuole essere prima di tutto un gesto di cura per l’Italia e per il suo patrimonio.
“La nostra collaborazione è un gesto di rispetto verso l’Italia e verso il suo patrimonio così importante. Siamo stati felici di aver potuto collaborare al restauro dei disegni di Giambattista Tiepolo conservati al Museo Horne: ringraziamo per questo la direttrice Elisabetta Nardinocchi e i restauratori Yoshiko Kondo, Maurizio Michelozzi e Chiara Rigacci per il lavoro svolto” hanno detto insieme Simonetta Brandolini d’Adda, presidente di Friends of Florence, e Richard Almeida, presidente di Save Venice.
 
I disegni di Tiepolo furono acquistati fra il 1740 e il 1760 da Herbert P. Horne (Londra 1864-Firenze 1916) presso Parson and Sons a Londra nel 1903 per 21 sterline e ancora oggi sono conservati presso il Museo Horne di Firenze. Horne era un ntellettuale preraffaellita dei primi del ‘900 che come i grandi collezionisti del suo tempo acquistava oro, sculture rinascimentali, bronzetti, robbiane, maioliche di alta epoca. Molto probabilmente l’album fa parte di un gruppo di nove volumi raccolti dal collezionista inglese Edward Cheney nella metà del XIX secolo, venduti all’asta presso Sotheby’s nel 1885. Due dei nove album sono oggi conservati al Victoria and Albert Museum di Londra e uno alla Pierpont Morgan Library di New York.
 
Insieme all’album del Museo Horne, formano una delle più importanti testimonianze dell’arte grafica di Tiepolo. 
L’intervento di restauro che è stato preceduto da una campagna fotografica e diagnostica, ha la finalità di ripristinare nuovamente l’Album Horne riportandolo alle condizioni in cui si trovava nel momento in cui fu acquistato dal collezionista inglese, assicurandone così la valorizzazione e, soprattutto, la sua conservazione nel tempo.
 
La mostra di una selezione di 26 disegni, curata da Elisabetta Nardinocchi e Matilde Casati, nasce dall’opportunità scaturita nella prima delle due fasi di restauro previste: lo smontaggio del volume e il pieno recupero delle pagine di supporto e dei singoli disegni, che presentavano rilevanti deformazioni superficiali. Proprio questo intervento di recupero ha offerto la possibilità di esporre alcune opere in una mostra a essi dedicata. 
 
Al termine le opere saranno ricomposte nell’album: quarantasette disegni saranno ricollocati sulle pagine interne, eccetto l’Apoteosi di Ercole che sarà montato in passepartout per motivi conservativi, dato che storicamente si trovava piegato nel volume.
 
La mostra è stata realizzata con il contributo della Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che da anni sostiene le iniziative culturali del Museo Horne, la cui Fondazione è presieduta da Antonio Paolucci: “Sono disegni – dice – fatti di niente, penna acqua tinta e il bianco del foglio che sembra intiepidirci come carne viva a contatto con immagini veloci subitanee che sembrano sfilare davanti ai nostri occhi come nuvole contro il sole.” La Fondazione conclude Elisabetta Nardinocchi, “ancora una volta  è impegnata nella conservazione del suo straordinario patrimonio artistico e dedicata alla sua valorizzazione e fruizione. Durante l’alluvione il quartiere di S. Croce fu particolarmente colpito e con esso il nostro museo che subì danni gravissimi con l’acqua che arrivò quasi al primo piano e molte opere danneggiate tra cui dipinti, sculture, mobili, arredi, antichi manoscritti e codici miniati”. 
 

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