More than a century ago, Italian immigrants who had settled in the lush green valleys outside Walla Walla in eastern Washington perfected a sweet onion. Once considered just a humble local variety, the Walla Walla onion today is prized for its mild sweet flavor. It commands higher prices in grocery stores and is feature in many high-end restaurant menus. In 2007, Governor Christine Gregoire signed legislation designating the Walla Walla sweet onion as Washington’s official state vegetable.
The Italians who settled the land around Walla Walla some 125 years ago came from two distinct regions in Italy. One group was the Milanese who came predominantly from Lonate Pozzolo, today a suburb of Milan. The other was Calabrese, men and women who emigrated from towns in the south of Italy.
Most of the Milanese immigrants settled in a section called Blalock, west of Walla Walla and north of College Place. The southern immigrants bought land in an area known as the “South Ninth,” which ran from Walla Walla south to the state line.
When they arrived in America, the immigrants who made their way out west were employed as cheap labor by more prosperous farmers. They worked hard and saved every dollar until they could purchase their own piece of land. As small-scale farmers, they grew spinach, onions, beets and carrots, and sold them to their friends and neighbors.
Many of these Italian immigrants wanted to fit into their communities so they anglicized their names. Barbieri became Barber; Borgnino became Borgnine; and Saturno became Breen. Wait…how did that happen? According to a story recorded in a 1994 issue of Columbia Magazine, Pasquale Saturno, originally from Ischia, near Naples, settled in Walla Walla and sold his vegetables at the local market. Each day, he would announce: “Today, I breen-ga the spinach. Tomorrow, I breen-ga the onions.” Eventually, the locals started calling him Breen and the name stuck.
Early Walla Walla onions were harvested by hand. That was partially because of their high moisture content — over 90 percent. Handpicking would damage less of the crop. The onion’s mildness is due to its low sulphur content, about half that of an ordinary onion. Less sulphur means less “bite” and no tears. The onion was so sweet, growers claimed you could eat it like an apple.
Although the onion’s origins are linked to the early Italian settlers, the sweet onion of Walla Walla actually began in Corsica, a French-owned island off the western coast of Italy. There, a French soldier named Peter Pieri brought sweet onion seeds to the Walla Walla valley. Several Italians were Pieri’s neighbors who were impressed by the “French” onion’s hardiness, round shape and paper-thin skin. They worked with Pieri to harvest the seeds and propagate the plants.
As more Italians arrived and started small family farms, they united to get fairer prices for their crops. In 1916, Italian growers established the Walla Walla Gardeners Association. The following year, WWGA had its own packing house, and later would add a credit union and a buyers’ club. It also operated a retail grocery store. More recently, WWGA established an Italian Heritage Association and Italian Heritage Days.
Planting and harvesting remained essentially the same until the early 1950s. Small farms continued to be family affairs. Children worked side-by-side with their parents, helping to plant, harvest, bag and crate the onions. Italian families shared similar values and traditions and helped each other through difficult times.
It was not until the early 1960s that the name “Walla Walla sweet onion” was popularized. At that time, the Arbini brothers were asked to ship samples of their sweet onions to markets on the East Coast. As they prepared their shipment, a member of the family came up with the name “Walla Walla sweet onion.”
Today, the Walla Walla onion is cultivated by 30 growers on about 1,000 acres surrounding the city. Many are descendants of those early Italian families – such as the Castoldi family, who work the original farm their grandfather Andrea purchased in 1924, and Locati Farms, run by Michael Locati, a fourth-generation Walla Walla sweet onion grower.
In 1995, the Walla Walla sweet onion industry teamed with the US government to create Federal Marketing Order No. 956, whichdesignates Walla Walla onions as a unique variety. The order establishes a federally protected growing area, encompassing the Walla Walla valley of southeastern Washington and northeastern Oregon. Sweet onions grown outside this production area cannot be marketed as Walla Walla sweet onions without facing a stiff fine.
Now into its 37th year, the Walla Walla Sweet Onion Festival is held each summer. This year’s event will be held July 17-18, although it might be scaled back because of the pandemic. Over the weekend, restaurants compete to outdo each other in how they feature the signature crop and the smell of onions permeates the air. There are onion-eating contests, onion bowling, onion decorating and onion-sack races.
In 2014, Walla Walla became a sister city to Cannara, a small town in Umbria that, like Walla Walla, is famous for its onions. Cannara’s sweet onions include the red, gold and borrettana varieties. The onions thrive in clay-like soil, very rich in water and organic substances. Cannara hosts its own festival (La Festa della Cipolla) each year where locals and tourists alike celebrate the onion by eating specialty dishes made with the beloved vegetable.
Più di un secolo fa, gli immigrati italiani che si erano stabiliti nelle rigogliose valli verdi fuori Walla Walla, Washington orientale, perfezionarono la coltivazione di una cipolla dolce. Un tempo considerata solo un’umile varietà locale, la cipolla di Walla Walla oggi è apprezzata per il suo sapore dolce e delicato. Ha i prezzi più alti nei negozi di alimentari ed è presente in molti menù di ristoranti di alto livello. Nel 2007, la governatrice Christine Gregoire ha firmato una legge che designa la cipolla dolce di Walla Walla ortaggio ufficiale dello Stato di Washington.
Gli italiani che si stabilirono nei dintorni di Walla Walla circa 125 anni fa provenivano da due regioni distinte d’Italia. Un gruppo era quello dei milanesi che provenivano principalmente da Lonate Pozzolo, oggi un sobborgo di Milano. L’altro era calabrese, uomini e donne emigrati dalle città del sud Italia.
La maggior parte degli immigrati milanesi si stabilì in una zona chiamata Blalock, a ovest di Walla Walla e a nord di College Place. Gli immigrati del sud comprarono terra in un’area conosciuta come “South Ninth”, che andava da Walla Walla verso sud fino al confine di Stato.
Quando arrivarono in America, gli immigrati che si fecero strada verso ovest furono impiegati come manodopera a basso costo da agricoltori più ricchi. Lavoravano duramente e risparmiavano ogni dollaro fino a quando riuscivano ad acquistare il loro pezzo di terra. Come piccoli agricoltori, coltivavano spinaci, cipolle, barbabietole e carote, e li vendevano ai loro amici e vicini.
Molti di questi immigrati italiani volevano inserirsi nelle loro comunità, così anglicizzarono i loro nomi. Barbieri divenne Barber; Borgnino divenne Borgnine; e Saturno divenne Breen. Aspettate… come è successo a quest’ultimo? Secondo una storia riportata in un numero del 1994 del Columbia Magazine, Pasquale Saturno, originario di Ischia, vicino Napoli, si stabilì a Walla Walla e vendette le sue verdure al mercato locale. Ogni giorno annunciava: “Oggi, breen-ga gli spinaci. Domani, breen-ga le cipolle”. Alla fine, la gente del posto cominciò a chiamarlo Breen e gli rimase il nome.
Le prime cipolle di Walla Walla venivano raccolte a mano. Questo era in parte dovuto al loro alto contenuto di umidità: oltre il 90%. La raccolta a mano danneggiava di meno il raccolto. La dolcezza della cipolla è dovuta al suo basso contenuto di zolfo, circa la metà di quello di una cipolla normale. Meno zolfo significa meno “intensità” e niente lacrime. La cipolla era così dolce che i coltivatori sostenevano che si potesse mangiare come una mela.
Anche se le origini della cipolla sono legate ai primi coloni italiani, la cipolla dolce di Walla Walla in realtà ha inizio in Corsica, isola di proprietà francese al largo della costa occidentale dell’Italia. Da lì, un soldato francese di nome Peter Pieri portò dei semi di cipolla dolce nella valle di Walla Walla. Diversi italiani erano vicini di casa di Pieri e furono impressionati dalla resistenza della cipolla “francese”, dalla sua forma rotonda e dalla sua buccia sottile come la carta. Lavorarono con Pieri per raccogliere i semi e propagare le piante.
Quando arrivarono altri italiani e avviarono piccole fattorie familiari, si unirono per ottenere prezzi più equi per i loro raccolti. Nel 1916, i coltivatori italiani fondarono la Walla Walla Gardeners Association. L’anno seguente, la WWGA aveva una sua sede di imballaggio, e più tardi avrebbe aggiunto una cooperativa di credito e un club di acquirenti. Ha anche gestito un negozio di alimentari al dettaglio. Più recentemente, la WWGA ha istituito un’Associazione per il Patrimonio Italiano e le Giornate del Patrimonio Italiano.
La semina e il raccolto rimasero essenzialmente inalterati fino ai primi anni ’50. Le piccole fattorie continuarono ad essere a conduzione familiare. I bambini lavoravano fianco a fianco con i genitori, aiutando a piantare, raccogliere, imbustare e imballare le cipolle. Le famiglie italiane condividevano valori e tradizioni simili e si aiutavano a vicenda nei momenti difficili.
Bisognerà attendere i primi anni ’60 prima che il nome “Walla Walla sweet onion” diventasse popolare. A quel tempo, ai fratelli Arbini fu chiesto di spedire campioni delle loro cipolle dolci ai mercati della costa orientale. Mentre preparavano la spedizione, un membro della famiglia se ne uscì con il nome “Walla Walla sweet onion”.
Oggi, la cipolla di Walla Walla è coltivata da 30 coltivatori su circa 1.000 acri che circondano la città. Molti sono discendenti di quelle prime famiglie italiane: come la famiglia Castoldi, che lavora la fattoria originale acquistata dal nonno Andrea nel 1924, e Locati Farms, gestita da Michael Locati, un coltivatore di cipolle dolci di Walla Walla di quarta generazione.
Nel 1995, l’industria delle cipolle dolci di Walla Walla ha collaborato con il governo degli Stati Uniti per definire il Federal Marketing Order No. 956, che designa le cipolle Walla Walla come una varietà unica. Il decreto stabilisce un’area di coltivazione protetta a livello federale, che comprende la valle di Walla Walla nel sud-est di Washington e nel nord-est dell’Oregon. Le cipolle dolci coltivate al di fuori di questa zona di produzione non possono essere commercializzate come cipolle dolci Walla Walla senza rischiare una forte multa.
Ora al suo 37° anno, il Walla Walla Sweet Onion Festival si tiene ogni estate. L’evento di quest’anno ci sarà dal 17 al 18 luglio, anche se potrebbe essere ridimensionato a causa della pandemia. Durante il fine settimana, i ristoranti competono per superarsi l’un l’altro nel modo in cui presentano il raccolto e l’odore delle cipolle permea l’aria. Ci sono gare di mangiatori di cipolle, bowling di cipolle, decorazione di cipolle e gare nei sacchi di cipolle.
Nel 2014, Walla Walla è diventata città gemellata di Cannara, una piccola città dell’Umbria che, come Walla Walla, è famosa per le sue cipolle. Le cipolle dolci di Cannara includono le varietà rossa, oro e borrettana. Le cipolle prosperano in un terreno argilloso, molto ricco di acqua e sostanze organiche. Cannara tiene il suo festival (La Festa della Cipolla) ogni anno: la gente del posto e i turisti celebrano la cipolla mangiando piatti speciali fatti con l’amato ortaggio.
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